Nella serata di lunedì 9 dicembre, il governo ha annunciato l’eliminazione delle multe per chi non ha rispettato l’obbligo di vaccinarsi contro la COVID-19. Questa decisione è stata inserita nel nuovo decreto “Milleproroghe”, approvato dal Consiglio dei ministri ma non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Il decreto, che proroga o elimina scadenze di misure diverse, è stato sintetizzato dal governo in un comunicato stampa.
A gennaio 2022, sotto la guida del governo Draghi, era stato introdotto l’obbligo di vaccinazione contro la COVID-19 per le persone con più di 50 anni. Era stata prevista una multa di 100 euro per chi non avesse ricevuto almeno la prima dose del vaccino entro il 1° febbraio dello stesso anno. La sanzione era stata estesa anche ad altre categorie di lavoratori obbligati alla vaccinazione, come medici e insegnanti. In seguito, la scadenza era stata posticipata al 15 giugno.
A ottobre 2022, con il suo primo decreto-legge, il governo Meloni aveva sospeso l’obbligo di vaccinazione contro la COVID-19. Durante l’esame parlamentare del decreto, le multe erano state sospese fino al 30 giugno 2023. Successivamente, la sospensione è stata prorogata fino al 30 giugno 2024, e ulteriormente estesa al 31 dicembre 2024 tramite il decreto “Milleproroghe” approvato alla fine dello scorso anno.
Secondo il comunicato stampa del governo, il nuovo decreto “Milleproroghe” ha ora disposto «l’abrogazione» delle multe, «con conseguente annullamento delle sanzioni pecuniarie già irrogate e non riscosse e relativo discarico». In pratica, le multe già emesse ma non ancora riscosse saranno cancellate: chi avrebbe dovuto pagare non dovrà più farlo. Tuttavia, stando a quanto scritto nel comunicato stampa, chi ha già pagato non sarà rimborsato dei 100 euro versati.
Restano alcuni punti da chiarire, che probabilmente saranno specificati nel testo ufficiale del decreto. Per esempio, non si conosce ancora con precisione quante persone saranno coinvolte. Alla fine del 2022, le persone sanzionate erano circa 1,8 milioni, per un totale di 180 milioni di euro che lo Stato avrebbe dovuto incassare. Questo solleva la questione delle coperture finanziarie: il governo dovrà spiegare nel decreto da dove ha preso le risorse per compensare la rinuncia a tali entrate.
A gennaio 2022, sotto la guida del governo Draghi, era stato introdotto l’obbligo di vaccinazione contro la COVID-19 per le persone con più di 50 anni. Era stata prevista una multa di 100 euro per chi non avesse ricevuto almeno la prima dose del vaccino entro il 1° febbraio dello stesso anno. La sanzione era stata estesa anche ad altre categorie di lavoratori obbligati alla vaccinazione, come medici e insegnanti. In seguito, la scadenza era stata posticipata al 15 giugno.
A ottobre 2022, con il suo primo decreto-legge, il governo Meloni aveva sospeso l’obbligo di vaccinazione contro la COVID-19. Durante l’esame parlamentare del decreto, le multe erano state sospese fino al 30 giugno 2023. Successivamente, la sospensione è stata prorogata fino al 30 giugno 2024, e ulteriormente estesa al 31 dicembre 2024 tramite il decreto “Milleproroghe” approvato alla fine dello scorso anno.
Secondo il comunicato stampa del governo, il nuovo decreto “Milleproroghe” ha ora disposto «l’abrogazione» delle multe, «con conseguente annullamento delle sanzioni pecuniarie già irrogate e non riscosse e relativo discarico». In pratica, le multe già emesse ma non ancora riscosse saranno cancellate: chi avrebbe dovuto pagare non dovrà più farlo. Tuttavia, stando a quanto scritto nel comunicato stampa, chi ha già pagato non sarà rimborsato dei 100 euro versati.
Restano alcuni punti da chiarire, che probabilmente saranno specificati nel testo ufficiale del decreto. Per esempio, non si conosce ancora con precisione quante persone saranno coinvolte. Alla fine del 2022, le persone sanzionate erano circa 1,8 milioni, per un totale di 180 milioni di euro che lo Stato avrebbe dovuto incassare. Questo solleva la questione delle coperture finanziarie: il governo dovrà spiegare nel decreto da dove ha preso le risorse per compensare la rinuncia a tali entrate.