Quanti anni servono per costruire una centrale nucleare?

La risposta è: dipende. Alcuni Stati sono più veloci di altri, mentre progetti recenti hanno accumulato forti ritardi
ANSA
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Durante l’ultima campagna elettorale per le elezioni del 25 settembre, vari partiti si sono schierati a favore del ritorno della produzione di energia nucleare in Italia. Secondo i favorevoli, tra cui ci sono la Lega di Matteo Salvini e Azione di Carlo Calenda, la costruzione di nuove centrali nucleari è necessaria per sostenere la transizione ecologica del nostro Paese, visto che emettono poca CO2. Secondo i contrari, questo progetto è impraticabile perché, tra le altre cose, le centrali costano molto e ci vogliono troppi anni per costruirle.

Sulla questione delle tempistiche si è espresso di recente Calenda, ospite il 24 marzo a Mattino Cinque su Canale 5. «Le centrali nucleari mediamente si costruiscono in cinque anni», ha dichiarato (min. 43:47) il leader di Azione. Questo numero è corretto? Vediamo che cosa dicono i numeri.

Secondo i dati più aggiornati dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Iaea), una delle principali organizzazioni che si occupa dell’uso pacifico del nucleare, a oggi nel mondo sono operativi 422 reattori nucleari. I reattori in costruzione sono 57, di cui 19 in Cina e solo due nell’Unione europea: uno in Francia, uno in Slovacchia.    

Il World nuclear performance report 2022, pubblicato l’estate dell’anno scorso dalla World nuclear association (Wna), un’altra organizzazione internazionale che promuove l’uso dell’energia nucleare, contiene alcuni tra dati più aggiornati sul tempo impiegato per costruire i reattori nucleari e per collegarli alla rete elettrica. La durata mediana per la realizzazione dei reattori inaugurati nel 2021 è stata di 88 mesi. Questo vuol dire che la metà dei reattori è stata costruita in meno di sette anni e quattro mesi, l’altra metà di più. Se si va indietro nel tempo, c’è una certa variabilità nei dati, come mostra il Grafico 1. La durata mediana di costruzione dei reattori inaugurati nel 2019, per esempio, è stata di 117 mesi, ossia nove anni e otto mesi.
Grafico 1. La durata mediana del tempo di costruzione dei reattori nucleari, con l’anno di collegamento alla rete elettrica – Fonte: Wna
Grafico 1. La durata mediana del tempo di costruzione dei reattori nucleari, con l’anno di collegamento alla rete elettrica – Fonte: Wna
Dunque se si prendono gli anni più recenti, ci vogliono almeno tra i sette e i dieci anni per costruire una centrale: in alcuni casi c’è voluto meno tempo, in alcuni casi di più.

Il 3 aprile Hannah Ritchie, ricercatrice dell’Università di Oxford e curatrice del progetto Our world in data, ha pubblicato nella sua newsletter personale un’analisi dove ha analizzato i tempi di costruzione di oltre 600 reattori nucleari costruiti nel mondo a partire dagli anni Cinquanta. «Per costruire un reattore nucleare servono in media tra i sei e gli otto anni. Questa è una media dei tempi di costruzione a livello globale», ha scritto Ritchie. «I reattori possono essere costruiti molto velocemente: alcuni sono stati costruiti in soli tre o cinque anni», ha aggiunto la ricercatrice sottolineando però una cosa importante. Essendo una media, questi dati nascondono le differenze tra le tempistiche di costruzione nel corso del tempo e, soprattutto, quelle tra Paese e Paese. Storicamente infatti gli Stati più veloci a costruire reattori nucleari sono stati la Cina, il Giappone e la Corea del Sud, Paesi non proprio paragonabili con l’Italia. Secondo i calcoli di Ritchie, dal 1990 in poi nessun reattore nel mondo è stato costruito in meno di quattro anni, più della metà ci ha messo meno di sei anni, mentre il 10 per cento ci ha messo più di dieci anni.
Grafico 2. Tempi di costruzione dei reattori nucleari dal 1990 in poi – Fonte: Hannah Ritchie
Grafico 2. Tempi di costruzione dei reattori nucleari dal 1990 in poi – Fonte: Hannah Ritchie
Per quanto riguarda le tempistiche più recenti di Paesi come Francia, Stati Uniti e Regno Unito, i dati scarseggiano per il ridotto numero di reattori in costruzione negli ultimi anni. In ogni caso, ha spiegato Ritchie, i progetti di costruzione in questi Paesi hanno accumulato ritardi. Per esempio la costruzione dei due reattori Vogtle-3 e Vogtle-4, negli Stati Uniti, è iniziata nel 2013: se entrambi diventassero operativi entro quest’anno, ci saranno voluti dieci anni per costruirli. La realizzazione del reattore Flamanville-3 in Francia è iniziata nel 2007. A dicembre 2022 la società Électricité de France (Edf) ha annunciato un ulteriore ritardo dell’inaugurazione del reattore, ora attesa per il primo trimestre del 2024, con un costo complessivo di realizzazione di 13 miliardi di euro. Secondo l’agenzia stampa Reuters, nel 2004, quando il nuovo reattore era stato annunciato, i costi finali erano stati stimati in circa 3 miliardi di euro, con l’inaugurazione inizialmente prevista per il 2012. La costruzione del reattore Olkiluoto-3, collegato alla rete in Finlandia a marzo 2022, era iniziata ad agosto 2005, circa 17 anni prima. 

Anche l’ultima edizione del World nuclear industry status report (Wnisr), un report indipendente che ogni anno fa il punto sullo stato dell’industria nucleare nel mondo, contiene alcuni dati sui tempi di costruzione dei reattori in corso di realizzazione. Al 1° luglio 2022 erano passati in media quasi sette anni dall’inizio della costruzione dei 53 reattori all’epoca in fase di realizzazione nel mondo. Di questi, 26 – dunque poco meno della metà – avevano accumulato ritardi.

Secondo il Wnisr, tra il 1954 al 2022 ci sarebbe stato un aumento dei tempi di costruzione dei reattori nucleari, mentre secondo i calcoli di Ritchie, un aumento non ci sarebbe stato a livello globale, ma solo in alcuni Stati.

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