Chi è il militante di Fratelli d’Italia nell’orbita della propaganda russa

Si chiama Amedeo Avondet, ha 21 anni e nelle ultime ore è stato ospite di La7 e Rete 4, dichiarando ammirazione per Vladimir Putin, con forti critiche al governo italiano
Pagella Politica
Il 19 maggio è avvenuto l’esordio televisivo di Amedeo Avondet, ventunenne torinese con una storia di militanza all’interno di Fratelli d’Italia, che nei giorni precedenti aveva fatto parlare di sé per un’intervista concessa all’emittente russa Izvestia. Nel giro di poche ore, Avondet è stato ospite di due trasmissioni televisive: prima su La7 a L’Aria che tira, dov’è stato presentato come un «attivista italiano intervistato dalla tv russa», poi su Rete 4 a Dritto e rovescio (min. 12:48), che lo ha introdotto come un esponente del «partito Russia Unita, che è il partito di Putin». 

Nel corso delle sue apparizioni televisive, Avondet ha descritto il governo guidato da Mario Draghi come «un’autocrazia» e ha sostenuto che il quotidiano russo Novaya Gazeta, testata indipendente diretta dal premio Nobel per la Pace Dmitrij Muratov, abbia deciso spontaneamente di «sospendere la pubblicazione». Novaya Gazeta è stata in realtà costretta a sospendere le pubblicazioni a causa di un richiamo (il secondo dei tre concessi) del servizio federale russo per la supervisione delle comunicazioni. Nel suo ultimo editoriale Muratov ha spiegato che la decisione di sospendere le pubblicazioni «è stata una decisione terribile e dolorosa», ma necessaria per «proteggerci a vicenda».

Avondet ha anche aggiunto che all’Italia «servirebbe un uomo come Putin» e ha fatto sapere che prossimamente lui stesso vorrebbe fondare in Italia un partito politico, ispirato all’azione di “Russia Unita”. 

L’exploit nella prima serata di Rete 4 ha concluso una settimana piuttosto movimentata per il giovane torinese, ma la rapida ascesa da esponente politico locale a promessa dei salotti televisivi nazionali nasconde l’impronta della propaganda del Cremlino.

Chi è Amedeo Avondet

La militanza politica di Avondet è iniziata nel 2019 tra le file di Fratelli d’Italia, dove appena diciottenne ha contribuito a fondare “Giovani Patrioti”, movimento giovanile affiliato al coordinamento regionale piemontese del partito guidato da Giorgia Meloni. 

Il 17 marzo 2021 Avondet ha ufficializzato su Facebook la sua candidatura al consiglio della Circoscrizione otto di Torino, in vista delle elezioni comunali del capoluogo piemontese, ma il progetto non è mai andato in porto. Secondo la stampa locale, l’esclusione dalle liste di Fratelli d’Italia sarebbe stata motivata da un caso di «sessismo», scoppiato dopo la pubblicazione di alcune chat private contenenti le foto di una compagna di università, ma secondo Avondet si sarebbe in realtà trattato di un semplice «passo indietro», deciso spontaneamente. 

La notizia della candidatura non sembra essere mai stata smentita ufficialmente da Fratelli d’Italia, ma commentando la vicenda su Twitter il fondatore ed ex esponente del partito Guido Crosetto ha dichiarato: «Mi risulta che lui avesse fatto i volantini ma che non fosse stato candidato. Perché fu messo un veto. Una volta “inquadrato”». In ogni caso, Avondet risulta attivo nelle iniziative di Fratelli d’Italia almeno fino al 17 febbraio 2022, a pochi giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

Intervistato ad aprile 2022 dalla testata russa Dailystorm, Avondet ha raccontato di essere stato l’assistente di un parlamentare europeo di Fratelli d’Italia. Sul suo profilo Facebook, in effetti, restano tracce di una collaborazione con l’eurodeputato Pietro Fiocchi. Avondet ha inoltre detto di aver contribuito alla creazione in Piemonte di «una specie di ambasciate di Donetsk e Lugansk» (le due regioni ucraine autoproclamatesi indipendenti), insieme al «capo regionale» di Fratelli d’Italia, nonché al tempo «console onorario della Bielorussia», Fabrizio Comba, e a un «assessore della Regione Piemonte, volato nel Donbass per sostenere i soldati russi». Qui il riferimento è a Maurizio Marrone, assessore regionale alle Politiche sociali, con una documentata passione per la Russia di Putin. 

Ricordiamo che l’Unione europea non ha mai riconosciuto il referendum del 2014 per l’indipendenza del Donbass e che non possono dunque esistere «ambasciate» delle repubbliche separatiste.

I contatti con la propaganda russa

Avondet ha guadagnato l’attenzione dei media russi e italiani solo a partire dallo scorso 13 maggio, dopo aver contribuito all’organizzazione della manifestazione pro-Russia andata in scena a Torino. L’evento, intitolato “Verità per il Donbass”, ha visto la partecipazione dei movimenti Italexit, guidato dal senatore ex Movimento 5 stelle Gianluigi Paragone, Pro Italia, Ancora Italia, Fronte del Dissenso e Liberiamo l’Italia, tutte sigle molto attive negli scorsi mesi durante le proteste contro il green pass. L’organizzazione aveva anche promesso l’intervento di «giornalisti e ospiti internazionali».
Immagine 1. La locandina della manifestazione “Verità per il Donbass”
Immagine 1. La locandina della manifestazione “Verità per il Donbass”
La testimonianza più attesa al raduno era quella di Irina Elifyorova, vice segretaria della sezione di Mosca del partito “Russia Unita” e capo del dipartimento Agitazione e Propaganda, che ha partecipato alla manifestazione con un messaggio inviato dalla Russia. Benché non ne risulti ufficialmente iscritto, Vladimir Putin è di fatto il leader di Russia Unita, come ha confermato lo stesso presidente in un recente discorso di ringraziamento per i risultati elettorali della formazione politica.

Il giorno successivo, la notizia della manifestazione a Torino è stata battuta dall’agenzia di Stato russa Ria Novosti, che ha parlato di «vari gruppi antigovernativi» e «diverse decine di persone» scese in piazza per manifestare «sostegno alla minoranza di lingua russa, barbaramente repressa dal regime di Kiev dopo Maidan», ed è stata ripresa da numerosi mezzi di comunicazione russofoni. Tra questi anche da Izvestia, testata nata nel 1917 e diventata oggi l’organo di partito di “Russia Unita”, che grazie all’intercessione di Elifyorova ha potuto intervistare Avondet.

Nell’intervista (qui completa di sottotitoli in italiano), Avondet ha raccontato che ​​«circa il 30 percento degli italiani sostiene la Russia», di essersi reso conto che «c’è il nazismo in Ucraina» e che i manifestanti di Torino si sono imbattuti in una contro-manifestazione a favore dell’Ucraina senza ricevere alcuna protezione da parte delle forze dell’ordine a causa di «un ordine arrivato dal governo». Dopo l’intervista, Avondet ha ringraziato pubblicamente in russo Elifyorova, aggiungendo che «niente di quello che ho fatto sarebbe stato possibile senza l’aiuto della “Russia Unita” di Mosca».
Immagine 2. Il post pubblicato su Vk da Amedeo Avondet, tradotto con Google Translate
Immagine 2. Il post pubblicato su Vk da Amedeo Avondet, tradotto con Google Translate
Il 15 maggio 2022 Avondet è stato intervistato dalla stessa Irina Elifyorova, che sfoggiando una t-shirt propagandistica con il logo della “Z” – simbolo utilizzato per sostenere l’invasione russa in Ucraina – ha sollecitato l’italiano a intervenire sulla recente vittoria della compagine ucraina al festival musicale europeo Eurovision song contest. Questo accadeva a quattro giorni dalla prima apparizione di Avondet in una trasmissione televisiva italiana e appena due giorni prima dell’incontro con la redazione di Dritto e rovescio.

Una dinamica molto simile a quella appena raccontata è stata evidenziata di recente da Facta: in quel caso, a finire nell’orbita della macchina della propaganda di Stato russa era stato Gianfranco Vestuto, ex candidato della Lega al Parlamento europeo, di frequente ospite dei talk show su La7 e Rete 4.

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