Il fact-checking dell’intervista di Lavrov su Rete 4

In tv, il ministro degli Esteri russo ha ripetuto una serie di affermazioni sulla guerra in Ucraina smentite dai fatti, dal massacro di Bucha alle origini «ebree» di Hitler
EPA/MAXIM SHIPENKOV
EPA/MAXIM SHIPENKOV
Questo articolo è una versione ridotta di un’analisi pubblicata dai nostri colleghi di Facta.news. 
Il 1° maggio, ospite a Zona Bianca su Rete 4, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha fatto una serie di dichiarazioni sull’invasione russa dell’Ucraina, alcune delle quali dimostrabilmente false o molto fuorvianti. Per questo motivo, l’intervista è stata criticata da molti politici italiani, tra cui il segretario del Partito democratico Enrico Letta
Facendo affidamento sulla traduzione simultanea in italiano durante la trasmissione, abbiamo verificato tre affermazioni di Lavrov, smentite dai fatti.

Secondo il ministro degli Esteri, finora gli obiettivi dell’esercito russo durante l’invasione dell’Ucraina sono stati solo le «infrastrutture militari». Questo non è vero: la distruzione di obiettivi civili e di intere città, come Mariupol, da parte dell’esercito russo, è un fatto ampiamente documentato dai media internazionali, sin dal primo giorno del conflitto. Parallelamente, i tentativi della propaganda russa di negare gli attacchi avvenuti contro obiettivi civili sono stati regolarmente dimostrati come falsi da diverse organizzazioni di fact-checking. 

Durante l’intervista, Lavrov ha poi ripetuto che il «regime» ucraino è diventato «uno strumento degli estremisti neonazisti». È innegabile che alcuni elementi dei reparti militari ucraini abbiano simpatie per l’estrema destra, ma è fuorviante presentare tanto l’esercito ucraino quanto la popolazione come significativamente caratterizzate da simpatie naziste. Per esempio, alle ultime elezioni presidenziali il candidato dell’estrema destra Ruslan Kushulynskyi ha ottenuto l’1,6 per cento dei voti. E alle elezioni parlamentari del 2019 l’estrema destra ha ottenuto il 2 per cento dei voti. Anche il famigerato battaglione Azov, in particolare dopo l’inquadramento all’interno delle forze regolari ucraine, non è interamente composto da soggetti ideologicamente vicini all’estremismo di destra.

Lavrov ha poi affermato che «potrei sbagliarmi, ma anche Hitler aveva origini ebraiche», facendo riferimento alle origini del presidente ucraino Volodymyr Zekensky, aggiungendo che i peggiori antisemiti «sono ebrei». La prima affermazione non è supportata dai fatti, come hanno spiegato di recente i nostri colleghi su Facta. La seconda affermazione ha invece scatenato la reazione indignata delle autorità israeliane: il premier isreaeliano Naftali Bennett ha infatti accusato Lavrov di diffondere «menzogne».

Infine, il ministro degli Esteri ha dichiarato che le accuse contro la Russia sul massacro di civili a Bucha, una cittadina ucraina nei sobborghi della capitale Kiev, è «un fake», «talmente evidente» che «qualsiasi osservatore lo può capire da un primo sguardo». Questa tesi, già ripetuta in passato più volte dalla propaganda russa, è stata regolarmente smentita da media indipendenti.
Questo articolo è una versione ridotta di un’analisi pubblicata dai nostri colleghi di Facta.news. 

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