Nelle ultime settimane diversi esponenti politici della maggioranza e i rappresentanti di alcune organizzazioni sindacali hanno affermato che, grazie alle misure adottate dal governo Pd-M5s per la riduzione del cuneo fiscale, 16 milioni di italiani riceveranno più soldi in busta paga.

«Abbiamo appena approvato il decreto che stanzia 3 miliardi per la riduzione del cuneo fiscale, mettendo più soldi nelle buste paga di 16 milioni di lavoratrici e lavoratori», ha annunciato il 23 gennaio su Twitter il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Una cifra simile è stata riproposta anche, tra gli altri, dal nuovo capo politico del M5s Vito Crimi, dal segretario del Partito democratico Nicola Zingaretti e dall’account Twitter ufficiale della Cisl.

Ma da dove arriva questa cifra di «16 milioni»? È una stima attendibile? Abbiamo indagato.

Che cosa ha fatto il governo

Con il provvedimento “Misure urgenti per la riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente” (decreto-legge n. 3 del 2020) il governo Pd-M5s ha rivisto il cosiddetto “bonus 80 euro” – il credito Irpef per i lavoratori dipendenti (e assimilati) introdotto dall’allora governo Renzi con la legge n. 190 del 2014 – aumentando sia la soglia di reddito per poter beneficiare del bonus sia l’ammontare del bonus stesso.

In particolare, dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2020 il bonus Irpef passa dagli attuali 80 euro a 100 euro al mese per i redditi su base annua fino a 28.000 euro lordi [1]. Il provvedimento estende così di 3.400 euro la soglia (prima fissata a 24.600 euro) dei beneficiari che godono pienamente del bonus Irpef. Ciò significa un aumento di 20 euro al mese per i lavoratori con reddito fino ai 24.600 euro, un incremento fino a 100 euro per quelli della fascia di reddito 24.600-26.600 euro e un aumento di 100 euro per coloro che hanno un reddito tra i 26.600 e i 28.000 euro.

Allo stesso tempo, il decreto-legge prevede per il secondo semestre del 2020 un bonus mensile che decresce da 100 a 80 al mese euro per i lavoratori che hanno un reddito tra i 28 e i 35 mila euro e un bonus che cala da 80 a 0 euro per i redditi tra i 35 e i 40 mila euro. La soglia limite per godere del bonus Irpef si estende così dagli attuali 26.600 euro a 40 mila euro.

Da dove arriva il numero «16 milioni»

Come detto in precedenza, gli esponenti della maggioranza hanno più volte detto che 16 milioni di contribuenti beneficeranno di questa nuova misura. Ma da dove proviene questa cifra?

Il calcolo in questione è stato pubblicato il 17 gennaio 2020 sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) e, si desume, si basa sulle dichiarazioni dei redditi 2018 relative all’anno 2017. Il Mef ha infatti sommato agli 11.714.755 lavoratori che hanno ricevuto il “bonus 80 euro” in base al proprio reddito nel 2017, i dipendenti che quell’anno hanno avuto un reddito che arrivava fino a 40 mila euro, ossia la nuova soglia limite per ricevere il credito Irpef.

Sommando queste due categorie di lavoratori si arriva a un totale di 15.902.423 beneficiari. La stima di 16 milioni di lavoratori, menzionata dai vari esponenti della maggioranza, considerando i cambiamenti di anno in anno della platea dei potenziali beneficiari (dipendenti con reddito compreso tra 8 e 40 mila euro) sembra quindi realistica.

A quanti contribuenti cambierà la vita?

All’interno di questi 16 milioni di lavoratori, il taglio del cuneo fiscale avrà impatti diversi, a seconda della fascia di reddito. Andiamo a vedere allora come cambia la situazione per le diverse categorie reddituali di lavoratori dipendenti.

Secondo i dati del Mef citati in precedenza (e da noi rielaborati), gli aumenti stimati nella seconda metà del 2020 saranno i seguenti:

  • 10.778.174 lavoratori (fascia fino a 24.600 euro) avranno un aumento di circa 20 euro in busta paga (da 80 a 100 euro al mese);

  • 920.871 lavoratori (fascia 24.600-26.600 euro) riceveranno un incremento mensile che va da 20 fino a 100 euro;

  • 710.574 lavoratori dipendenti (fascia 26.600-28.000 euro) avranno l’aumento maggiore, pari a 100 euro in più al mese in busta paga;

  • 864.471 lavoratori (fascia 28.000-30.000 euro) riceveranno un aumento che varia da 100 a 94,3 euro al mese;

  • 1.097.569 lavoratori (fascia 30.000-33.000 euro) avranno un aumento da 94,3 a 85,7 euro al mese;

  • 571.933 lavoratori (fascia 33.000-35.000 euro) avranno un aumento da 85,7 a 80 euro al mese;

  • 958.822 lavoratori (fascia 35.000–40.000 euro) riceveranno un aumento da 80 a 0 euro.

Ricapitolando: sulla base dei dati del 2017, si stima che circa 16 milioni di contribuenti riceveranno una qualche forma di aumento in busta paga a partire da luglio 2020. In particolare, quasi 3 milioni e mezzo di lavoratori dipendenti godranno di un aumento mensile in busta paga che va da 100 a 80 euro.

In conclusione

Diversi esponenti politici hanno affermato che, a partire da luglio 2020, 16 milioni di lavoratori riceveranno un aumento in busta paga.

Il dato dei 16 milioni è una stima che si basa sulle dichiarazioni dei redditi relative al 2017. Il Mef ha sommato ai beneficiari degli 80 euro di quell’anno il numero di quei lavoratori che si trovava nella fascia di reddito 26.600-40.000 euro (la soglia per cui si potrà beneficiare da luglio 2020 del nuovo bonus Irpef introdotto dal Conte II). In questo modo si è ottenuto un numero di circa 15,9 milioni di lavoratori dipendenti potenzialmente interessati dalla misura.

Anche considerando i possibili cambiamenti, di anno in anno, del numero di dipendenti con un reddito compreso tra 8 e 40 mila euro all’anno, la stima di 16 milioni di beneficiari risulta realistica. All’interno di questa platea le situazioni sono comunque variegate: per la grande maggioranza, che già beneficiava del bonus di 80 euro di Renzi, l’aumento sarà di 20 euro al mese. Per circa 3,5 milioni di lavoratori, invece, il beneficio in busta paga sarà compreso tra gli 80 e i 100 euro in più al mese.



[1] Da qui in avanti, le soglie di reddito si intendono sempre lorde e su base annua.