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Schlein è fuorviante sul taglio dell’Iva per la chirurgia estetica

| 04 dicembre 2023
La dichiarazione
«La maggioranza vuole abbassare l’Iva sugli integratori alimentari e sulla chirurgia estetica»
Fonte: Ansa | 2 dicembre 2023
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
Verdetto sintetico
La segretaria del Partito Democratico omette un dettaglio importante.
In breve
  • In Senato è stato approvato un emendamento al decreto “Anticipi” per esentare dall’Iva le prestazioni di chirurgia estetica che hanno uno scopo curativo, certificato da un’attestazione medica. TWEET
  • Un altro emendamento approvato propone di inserire gli integratori alimentari tra i prodotti con l’Iva al 10 per cento. TWEET
Il 2 dicembre, a margine di un evento a Milano, la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha accusato i partiti che sostengono il governo di voler «abbassare l’Iva sugli integratori alimentari e sulla chirurgia estetica», mentre aumenta quella sugli assorbenti e sui prodotti per la prima infanzia.

Nel disegno di legge di Bilancio per il 2024, ora all’esame del Senato, il governo Meloni ha proposto di aumentare dal 5 al 10 per cento l’Iva sul latte, sugli alimenti per bambini, sui pannolini e sui prodotti per l’igiene intima femminile, come gli assorbenti. Ma sulla chirurgia estetica Schlein omette un dettaglio importante.

Il taglio dell’Iva sulla chirurgia estetica

Dalla fine di ottobre la Commissione Bilancio del Senato sta esaminando il decreto “Anticipi” presentato dal governo, che contiene alcune misure in ambito economico e fiscale. Il 30 novembre sono stati approvati alcuni emendamenti al testo, tra cui due identici presentati da alcuni senatori di Fratelli d’Italia e di Noi Moderati. 

Gli emendamenti in questione, con cui è stato così modificato il testo del decreto, propongono di esentare dall’Iva le «prestazioni sanitarie di chirurgia estetica», ma non tutte, come ha lasciato intendere Schlein. Una volta approvato il nuovo testo dal Senato e dalla Camera, l’esenzione varrà solo per gli interventi di chirurgia estetica che hanno due obiettivi specifici: «diagnosticare o curare malattie o problemi di salute» oppure «tutelare, mantenere o ristabilire la salute, anche psico-fisica» di una persona. Il rispetto di queste condizioni dovrà essere certificato da un’«apposita attestazione medica» e l’esenzione non sarà retroattiva, ma varrà solo per gli interventi fatti dopo la conversione in legge del decreto. 

Per intenderci, con questa norma chi si rifarà il seno con un intervento di chirurgia estetica solo per scopi cosmetici non sarà esentato dal pagamento dell’Iva. 

Il trattamento fiscale delle prestazioni sanitarie di chirurgia estetica è una questione dibattuta. Come spiega Fisco Oggi, la rivista online dell’Agenzia delle Entrate, a ottobre 2022 la Corte di Cassazione è intervenuta sul tema con un’ordinanza, specificando che sono esenti dall’Iva le prestazioni «finalizzate a trattare o curare persone che, a seguito di una malattia, di un trauma o di un handicap fisico congenito, subiscono disagi psico-fisici e, dunque, sono rivolte alla tutela della salute». Secondo la Cassazione, l’onere di provare che sussistano questi requisiti spetta al contribuente. 

In Commissione Bilancio del Senato è stato approvato anche un emendamento che riguarda gli integratori alimentari, quelli citati dalla segretaria del PD. È stata accolta la proposta di quattro senatori di Fratelli d’Italia di far rientrare gli integratori alimentari, «indipendentemente dalla forma in cui sono presentati e commercializzati», tra i prodotti con l’Iva al 10 per cento.

Il verdetto

Elly Schlein ha detto che la maggioranza «vuole abbassare l’Iva sugli integratori alimentari e sulla chirurgia estetica». Abbiamo verificato e la segretaria del PD omette un dettaglio importante.

In Senato è stato approvato un emendamento al decreto “Anticipi” per esentare dall’Iva le prestazioni di chirurgia estetica che hanno uno scopo curativo, certificato da un’attestazione medica. 

Un altro emendamento approvato propone di inserire gli integratori alimentari tra i prodotti con l’Iva al 10 per cento.

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