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Sì, le regioni del Sud Italia hanno i dati sull’occupazione femminile peggiori d’Europa

| 07 giugno 2023
La dichiarazione
«I dati sull’occupazione femminile nelle regioni del Sud del nostro Paese sono i peggiori d’Europa»
Fonte: Cartabianca – Rai 3 | 6 giugno 2023
ANSA
ANSA
Verdetto sintetico
La dichiarazione della segretaria del Partito Democratico è corretta.
In breve
  • Secondo i dati Eurostat più aggiornati, nel 2022 il tasso di occupazione femminile (15-64 anni) più basso nelle regioni europee è stato registrato in Sicilia, Calabria, Campania, Puglia e Basilicata. Qui lavora circa una donna su tre. TWEET
Il 6 giugno, ospite a Cartabianca su Rai 3, la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha dichiarato (min. -1:55:16) che le regioni del Sud Italia hanno i dati sull’occupazione femminile «peggiori d’Europa». Abbiamo controllato che cosa dicono i numeri e Schlein ha ragione.

L’occupazione femminile nell’Ue

Quando si fanno confronti a livello europeo, come prima cosa bisogna chiarire che cosa si intende per “regioni”. In Italia ci sono 19 regioni e le due province autonome di Trento e Bolzano, che rientrano nel secondo livello della cosiddetta “Nomenclatura comune delle unità territoriali statistiche” (Nuts 2). Questa nomenclatura è stata creata dall’Unione europea per consentire la raccolta e la diffusione di statistiche regionali armonizzate tra i 27 Stati membri. Per quanto riguarda l’Italia, la divisione “Nuts 1”, il primo livello della nomenclatura, fa riferimento a cinque macroaree: Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud e Isole, mentre il terzo livello, “Nuts 3”, corrisponde invece alla divisione in province (qui il Nord, qui il Sud). 

La fonte più autorevole e affidabile per le statistiche sul mondo del lavoro nell’Unione europea è Eurostat, l’ufficio statistico dell’Ue. Secondo Eurostat, nel 2022 (dati più aggiornati) le cinque regioni degli Stati membri dell’Ue con il tasso di occupazione femminile tra i 15 e i 64 anni di età erano tutte italiane: Sicilia (30,5 per cento), Campania (30,6 per cento), Calabria (31,8 per cento), Puglia (35,4 per cento) e Basilicata (39,9 per cento). Con il 38 per cento c’è la Guyana francese, una regione francese d’oltremare che si trova in Sudamerica.

In media nelle regioni italiane del Sud e delle Isole il tasso di occupazione femminile è di poco superiore al 34 per cento: questo significa che nella fascia di età tra i 15 e i 64 anni lavora circa una donna su tre. Sicilia, Calabria e Campania hanno anche tra i peggiori tassi di occupazione maschile: rispettivamente pari al 54,9 per cento, 55,3 per cento e 56,5 per cento. In queste tre regioni lavora circa un uomo su due tra i 15 e i 64 anni di età. 

Nel 2022 il tasso di occupazione in Italia era pari al 60,1 per cento: il più basso di tutti e 27 i Paesi Ue. La media europea era del 69,8 per cento, quella dei 20 Stati che adottano l’euro come moneta unica al 69,4 per cento. In Italia il tasso di occupazione maschile era in media pari al 69,2 per cento, quello femminile al 51,1 per cento: una differenza di quasi 20 punti percentuali. Se l’occupazione femminile pareggiasse quella maschile, il tasso di occupazione italiano raggiungerebbe le medie europee, ma resterebbe comunque lontano dai tassi di occupazione registrati per esempio nei Paesi Bassi (81,1 per cento) o in Germania (76,9 per cento).

Il verdetto

Secondo Elly Schlein «i dati sull’occupazione femminile nelle regioni del Sud del nostro Paese sono i peggiori d’Europa». I numeri danno ragione alla segretaria del Partito Democratico. 

Secondo i dati Eurostat più aggiornati, nel 2022 il tasso di occupazione femminile (15-64 anni) più basso nelle regioni europee è stato registrato in Sicilia, Calabria, Campania, Puglia e Basilicata. Qui lavora circa una donna su tre.

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