Il 30 giugno, durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha parlato, tra le altre cose, delle questioni energetiche. Secondo Draghi, nella prima metà del 2022 in Italia sono stati «già collegati alla rete» nuovi impianti di energia rinnovabile, che «producono energia elettrica», in una quantità pari a «circa tre volte e mezzo quello che è stato fatto negli ultimi quattro anni».
Il giorno precedente, in un’intervista al Corriere della Sera, anche il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani aveva fatto una dichiarazione simile. «Nei primi 6 mesi del 2022 – ha detto Cingolani – Terna ha registrato 5,3 gigawattora di nuovi allacciamenti (più altri 3 già richiesti per il 2023 e il 2024) contro i circa 2,3 gigawattora complessivi installati nel 2020 e nel 2021». Terna è la società che si occupa della gestione delle reti per la trasmissione dell’energia elettrica nel nostro Paese.
Abbiamo verificato che cosa dicono i numeri pubblicamente disponibili e la dichiarazione fatta da Draghi è esagerata, così come quella di Cingolani.
Il giorno precedente, in un’intervista al Corriere della Sera, anche il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani aveva fatto una dichiarazione simile. «Nei primi 6 mesi del 2022 – ha detto Cingolani – Terna ha registrato 5,3 gigawattora di nuovi allacciamenti (più altri 3 già richiesti per il 2023 e il 2024) contro i circa 2,3 gigawattora complessivi installati nel 2020 e nel 2021». Terna è la società che si occupa della gestione delle reti per la trasmissione dell’energia elettrica nel nostro Paese.
Abbiamo verificato che cosa dicono i numeri pubblicamente disponibili e la dichiarazione fatta da Draghi è esagerata, così come quella di Cingolani.