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Conte non sa bene cosa sono e dove sono le terre rare

| 13 giugno 2023
La dichiarazione
«La Cina detiene il 90 per cento delle terre rare, che sono 17 materiali chimici fondamentali, dal litio in giù»
Fonte: YouTube | 11 giugno 2023
 ANSA/ANGELO CARCONI
ANSA/ANGELO CARCONI
Verdetto sintetico
La dichiarazione del presidente del Movimento 5 Stelle contiene tre errori.
In breve
  • Primo errore: la Cina ha il 34 per cento circa delle riserve di terre rare nel mondo, anche se a oggi è responsabile dell’87 per cento della lavorazione di quelle estratte. TWEET
  • Secondo errore: le terre rare sono 17 elementi della tavola periodica, e non «materiali chimici», con alcune caratteristiche in comune. TWEET
  • Terzo errore: il litio non fa parte delle terre rare, sebbene sia usato per esempio nella produzione di batterie. TWEET
L’11 giugno il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte è stato intervistato da Bruno Vespa ospite dell’evento “Forum in Masseria”, organizzato nella tenuta in Puglia del conduttore televisivo, che ha visto la partecipazione di vari esponenti del governo, tra cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. 

Tra le altre cose Conte ha parlato della transizione ecologica e del fatto che la Cina «detiene il 90 per cento delle terre rare», che secondo l’ex presidente del Consiglio sono «17 materiali chimici fondamentali, dal litio in giù». Questa dichiarazione del leader del Movimento 5 Stelle contiene però tre errori.

Il litio non è una terra rara

Il termine “terre rare” raggruppa 17 elementi – non «materiali chimici», a differenza di quanto detto da Conte – della tavola periodica: lantanio, cerio, praseodimio, neodimio, promezio, samario, europio, gadolinio, terbio, disprosio, olmio, erbio, tulio, itterbio e lutezio (tutti e 15 questi elementi fanno parte dei cosiddetti “lantanoidi”), a cui si aggiungono scandio e ittrio. 

Tutti e 17 questi elementi fanno parte della categoria dei metalli e hanno alcune caratteristiche uniche, fondamentali per la realizzazione di svariati prodotti tecnologici, come i computer, gli smartphone, i pannelli solari e le auto elettriche.

Il nome “terre rare” deriva dal fatto che nell’Ottocento, quando sono stati scoperti i primi tra questi elementi, si pensava che fossero davvero rari. Questi elementi, infatti, si trovano in natura all’interno di vari minerali e la loro estrazione richiede una serie di passaggi. In realtà, come vedremo meglio tra poco, si è poi scoperto che le terre rare sono abbastanza diffuse in tutta la crosta terrestre. 

In ogni caso non è vero, come detto da Conte, che il litio fa parte delle terre rare. Come spiega la Treccani, il litio è un metallo bianco argenteo – il più leggero tra gli elementi solidi – ed «è moderatamente diffuso in natura». È stato scoperto nel 1817, ma è stato isolato per la prima volta circa 40 anni dopo, nel 1855. La sua estrazione avviene da alcuni minerali e, grazie alle speciali caratteristiche chimiche, numerosi composti del litio sono utilizzati in ambito industriale per la realizzazione di diversi prodotti, tra cui le batterie presenti negli smartphone o nelle auto elettriche di nuova generazione.

La Cina non ha il 90 per cento delle terre rare

Secondo Conte il 90 per cento delle terre rare è detenuto dalla Cina. Numeri alla mano, questa percentuale è esagerata. 

Secondo le stime più aggiornate dello United States Geological Survey (Usgs), un’agenzia statunitense tra le fonti più autorevoli e citate in tema di risorse naturali, nel 2022 si stimavano riserve di terre rare per 130 milioni di tonnellate. Di queste, circa il 34 per cento è in Cina, una percentuale molto più bassa del «90 per cento» indicato da Conte. La seconda percentuale più alta è il 17 per cento del Vietnam, mentre Brasile e Russia detengono a testa il 16 per cento delle riserve mondiali di terre rare. La percentuale del leader del Movimento 5 stelle è esagerata anche se si guardano i dati sull’estrazione di terre rare nel mondo. Nel 2022 la Cina ha estratto il 70 per cento circa delle terre rare estratte in totale in quell’anno, seguita al secondo posto dagli Stati Uniti (14 per cento). 

Secondo l’Agenzia internazionale dell’Energia (Iea), nel 2020 la Cina era responsabile dell’87 per cento della lavorazione delle terre rare, poi usate in ambito tecnologico. In questo caso la percentuale si avvicina al «90 per cento» indicato da Conte.

Il verdetto

Giuseppe Conte ha detto che «la Cina detiene il 90 per cento delle terre rare, che sono 17 materiali chimici fondamentali, dal litio in giù». Questa dichiarazione del presidente del Movimento 5 stelle contiene tre errori.

Il primo errore: la Cina ha il 34 per cento circa delle riserve di terre rare nel mondo, anche se a oggi è responsabile dell’87 per cento della lavorazione di quelle estratte. Secondo errore: le terre rare sono 17 elementi della tavola periodica, e non «materiali chimici», con alcune caratteristiche in comune. Terzo errore: il litio non fa parte delle terre rare, sebbene sia usato per esempio nella produzione di batterie.

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