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Le accise sono aumentate l’ultima volta con il Pd al governo

| 13 gennaio 2023
La dichiarazione
«L’ultima volta che qualcuno ha aumentato le accise in Italia, c’erano Letta e Renzi a capo del governo e a capo del Partito democratico. La Meloni non ha aumentato di un solo centesimo le accise»
Fonte: Diritto e rovescio – Rete 4 | 12 gennaio 2023
ANSA
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Verdetto sintetico
Il deputato di Fratelli d’Italia ha sostanzialmente ragione.
In breve
  • Il governo Meloni non ha aumentato il valore delle accise sui carburanti, che sono tornate a quello precedente il taglio temporaneo introdotto dal governo Draghi. TWEET
  • Nel 2013 il governo Letta ha introdotto un aumento temporaneo delle accise, intorno a un centesimo di euro al litro, scattato l’anno successivo durante il governo Renzi. Dal 2015 il valore delle accise è tornato a quello precedente l’aumento. TWEET
Il 12 gennaio, ospite a Diritto e rovescio su Rete 4, il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli ha difeso (min. 00:39:12) la scelta del governo guidato da Giorgia Meloni di non rinnovare dal 1° gennaio 2023 il taglio delle accise sui carburanti. Tra le altre cose, Donzelli ha dichiarato che l’ultima volta che le accise sono aumentate, i presidenti del Consiglio erano Enrico Letta e Matteo Renzi, «a capo del Partito democratico». Secondo il deputato, invece, «Meloni non ha aumentato di un solo centesimo le accise».

Abbiamo verificato se Donzelli ha ragione oppure no.

Che cosa ha fatto il governo Meloni

Partiamo dai fatti più recenti, ossia dalle decisioni prese dalla presidente del Consiglio Meloni e dal suo governo. È vero, come dice Donzelli, che il governo Meloni non ha aumentato il valore delle accise su benzina e gasolio. Al momento, l’accisa sulla benzina è pari a 73 centesimi di euro al litro, mentre quella sul gasolio a 62 centesimi di euro. Questi valori sono gli stessi che erano in vigore prima che il 22 marzo 2022 il governo Draghi introducesse un taglio temporaneo alle accise di 25 centesimi di euro. Questo taglio è stato prorogato varie volte, fino all’entrata in carica del governo Meloni, che nel mese di dicembre ha ridotto lo sconto da 25 centesimi a 15 centesimi. Il taglio è così rimasto in vigore fino al 31 dicembre 2022. L’esecutivo ha deciso di non rinnovarlo, tra le altre cose, a causa dell’alto costo per le casse dello Stato (oltre 730 milioni di euro al mese).

In passato, la leader di Fratelli d’Italia ha comunque fatto parte di un governo che ha alzato le imposte sui carburanti. Dal 29 aprile 2008 al 16 novembre 2011 Meloni, all’epoca deputata del Popolo della libertà, è stata ministra della Gioventù del quarto governo di Silvio Berlusconi. In quel periodo, secondo i dati del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, l’accisa sulla benzina è passata da circa 56 centesimi di euro al litro a circa 62 centesimi.

Le accise con il Pd al governo

Veniamo adesso alla prima parte della dichiarazione, quella secondo cui l’ultima volta che le accise sui carburanti in Italia sono aumentate al governo del Paese c’erano Letta e Renzi. 

Come abbiamo visto, dal 1° gennaio 2023 l’accisa sulla benzina è tornata a circa 73 centesimi di euro al litro, o a essere precisi a 728,40 euro ogni mille litri di benzina. Quella sul gasolio è tornata a circa 62 centesimi al litro, o meglio a 617,40 euro ogni mille litri di gasolio. Questi valori erano stati introdotti nella seconda metà del 2012 dal governo di Mario Monti ed erano stati confermati dal 1° gennaio 2013 con la legge di Bilancio di quell’anno. 

Il 28 aprile 2013 è poi entrato in carica il governo guidato da Enrico Letta, a capo di un governo di larghe intese, sostenuto dal Partito democratico e dal Popolo della libertà. All’epoca il segretario del Pd non era Letta, ma Pierluigi Bersani, che l’11 maggio 2013 è stato sostituito alla guida del partito da Guglielmo Epifani, prima della vittoria alle primarie di Renzi, l’8 dicembre di quell’anno. 

È vero che Letta aumentò, seppure di poco e temporaneamente, le accise. A giugno 2013 il suo governo approvò il cosiddetto “decreto del Fare”, che, nella parte delle coperture finanziarie, prevedeva (art. 61) per l’anno 2014 di recuperare delle risorse aumentando le accise. L’obiettivo era incassare 75 milioni di euro, demandando all’Agenzia delle dogane e dei monopoli di stabilire l’entità dell’aumento delle imposte sui carburanti. Dal 1° marzo 2014, quando il presidente del Consiglio era Renzi, le accise salirono così rispettivamente a 730,80 euro ogni mille litri di benzina e a 619,20 euro ogni mille litri di gasolio, dunque intorno a un centesimo al litro. L’aumento fu solo temporaneo: il valore delle accise tornò a quello precedente a partire dal 1° gennaio 2015.

Nel complesso, dal 1995 in poi, le accise sui carburanti sono state aumentate sei volte durante i governi di centrodestra, due volte durante i governi di centrosinistra e tre volte durante il governo tecnico guidato da Mario Monti, tra il 2011 e il 2013.

Il verdetto

Secondo Giovanni Donzelli, l’ultima volta che qualcuno ha aumentato le accise in Italia, a capo del governo c’erano Letta e Renzi, del Partito democratico, mentre il governo Meloni «non ha aumentato di un solo centesimo le accise». Abbiamo verificato e il deputato di Fratelli d’Italia ha sostanzialmente ragione.

Il governo Meloni non ha aumentato il valore delle accise sui carburanti, che sono tornate a quello precedente il taglio temporaneo introdotto dal governo Draghi. 

Nel 2013 il governo Letta ha introdotto un aumento temporaneo delle accise, intorno a un centesimo di euro al litro, scattato l’anno successivo durante il governo Renzi. Dal 2015 il valore delle accise è tornato a quello precedente l’aumento.

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