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Importiamo più elettricità di tutti, ma le nostre bollette non sono le più care

| 10 settembre 2021
La dichiarazione
«L’Italia è il Paese europeo con le bollette della luce più care perché l’Italia è il Paese al mondo che importa più energia elettrica»
Fonte: Facebook | 6 SETTEMBRE 2021
Ansa
Ansa
Verdetto sintetico
Il 6 settembre, ospite a Tg2 Post, il segretario della Lega Matteo Salvini ha dichiarato (min. 14:02) che l’Italia è il Paese in Europa con le bollette della luce «più care», dal momento che siamo lo Stato al mondo che «importa più energia elettrica».

Con queste parole Salvini ha voluto difendere una possibile apertura all’energia nucleare, dopo le recenti dichiarazioni sul tema fatte dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani. Anche il 7 settembre, in un’intervista al Corriere della sera, il leader della Lega ha ribadito che «siamo il Paese che importa più energia al mondo».

Al di là della questione sul nucleare, abbiamo verificato i due primati citati da Salvini, che esagera quando parla di bollette della luce, mentre ha ragione, con una precisazione, sulle importazioni di energia elettrica.

Le bollette crescono, ma in alcuni Paesi sono più care

Di recente il tema del caro bollette è tornato al centro del dibattito politico. Lo scorso 1° luglio l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) ha sottolineato che nel terzo trimestre del 2021 si registrerà un aumento del costo dell’energia elettrica per una famiglia tipo [1] del 9,9 per cento rispetto al trimestre precedente, facendo salire il prezzo di un kilowattora a 22,89 centesimi di euro (tasse incluse), il prezzo più alto dal 2013.
Ma basta questo aumento di quasi il 10 per cento a far diventare le bollette italiane le più care in Europa? In breve: la risposta è quasi sicuramente no.

Secondo i dati Eurostat più aggiornati, a fine 2020 l’Italia era al settimo posto in Europa per i prezzi dell’elettricità (tasse incluse) per consumo domestico, superata da Austria, Spagna, Irlanda, Belgio Danimarca e Germania, che guidava la classifica con le bollette della luce più care, con un prezzo di 30 centesimi di euro per kilowattora.

Questi dati non sono aggiornati agli ultimi mesi, ma va sottolineato che il 2021 ha segnato, pressoché ovunque nel continente, un aumento dei prezzi nella fornitura di materie prime per la produzione di energia elettrica, soprattutto il gas. Tale aumento è dovuto in parte «al forte apprezzamento delle materie prime, influenzato anche dalle attese per una prossima ripresa economica», come ha affermato nel marzo scorso il presidente di Arera Stefano Besseghini, e in parte alla minore quantità di gas naturale esportato dalla Russia in Europa.

Non sono ancora disponibili dati europei aggiornati alle ultime settimane per comparare gli attuali prezzi delle bollette nei singoli Stati. Ma, sulla base di fonti stampa nazionali,possiamo dire che Paesi come Germania e Spagna, dove già le bollette erano più alte delle nostre, l’aumento delle tariffe domestiche mensili è stato maggiore di quello registrato in Italia: in Spagna per esempio, rispetto allo scorso anno si è verificato un aumento del 36,8 per cento.

Ricapitolando: sulla base dei dati ufficiali, Salvini esagera quando dice che «l’Italia è il Paese europeo con le bollette della luce più care». Vediamo adesso se invece ha ragione per quanto riguarda il primato mondiale sulle importazioni di energia elettrica.

L’Italia è prima per importazioni di energia elettrica

L’Italia non è un Paese energeticamente autosufficiente e, come verificheremo più avanti, ogni anno è obbligato a importare grandi quantità di fonti di energia fossile e rinnovabile per sopperire al proprio fabbisogno e produrre, tra le altre cose, energia elettrica. Ma l’energia elettrica può essere anche acquistata dai Paesi confinanti. Secondo la Relazione annuale sulla situazione energetica nazionale del 2o2o, diffusa dal ministero della Transizione ecologica, l’Italia ha prodotto l’89,3 per cento del proprio fabbisogno energetico elettrico (al netto dell’energia assorbita per servizi ausiliari e per pompaggi) e ne ha importato il 10,4 per cento, per un ammontare di 32,2 TWh (terawatt orari).

Guardiamo ora ai dati in valore assoluto, che permettono il confronto internazionale (anche se va considerato che, ovviamente, i Paesi più piccoli dell’Italia sono avvantaggiati nel confronto e quelli più grandi sono svantaggiati). Nel 2019 – ultimo anno in cui sono disponibili dati comparabili su scala mondiale – le importazioni italiana di energia elettrica erano pari a 44 Twh. Secondo i dati Eurostat, questo era il valore più alto tra i Paesi Ue (seconda la Germania con 40TWh). Anche su scala mondiale il risultato non cambia: il rapporto Key world energy statistics 2020 dell’International energy agency (Iea) piazza l’Italia al primo posto per importazione di energia elettrica, alla pari proprio con gli Stati Uniti. Ribadiamo che questi dati sono espressi in valore assoluto, quindi la percentuale di energia elettrica importata sul totale è ovviamente molto maggiore in Italia rispetto agli Stati Uniti.

Considerate le differenze tra i fabbisogni energetici dei due Stati, possiamo affermare che quando parla di primato dell’Italia nelle importazioni di energia elettrica Salvini ha ragione.

Il verdetto

Il 6 settembre il segretario della Lega Matteo Salvini ha detto che l’Italia è il Paese europeo «con le bollette della luce più care» e che «è il Paese al mondo che importa più energia elettrica». Salvini ha ragione a metà: è scorretto il primo primato, è corretto il secondo.

Nonostante nell’ultimo periodo si sia verificato un brusco aumento del costo dell’elettricità, i dati ufficiali più aggiornati vedono l’Italia al settimo posto nella classifica Ue per costo delle tariffe mensili domestiche.

Discorso diverso vale per le importazioni energetiche. L’Italia dipende in larga parte da energia proveniente dall’estero e – se guardiamo ai dati espressi in valore assoluto – è il primo importatore mondiale di energia elettrica, alla pari degli Stati Uniti.

In conclusione, Salvini si merita un “Nì”.

Note

[1] Per Arera, la famiglia tipo ha consumi medi di energia elettrica di 2.700 kWh l’anno e una potenza impegnata di 3 kW. Per il gas i consumi sono di 1.400 metri cubi annui.

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