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La povertà assoluta non è «balzata» ai livelli del 2005: è ancora più alta

| 13 luglio 2021
La dichiarazione
«La povertà è balzata ai livelli di 15 anni fa»
Fonte: Facebook | 12 luglio 2021
Ansa
Ansa
Verdetto sintetico
Pinocchio andante
Il 12 luglio l’ex ministra del Lavoro e delle politiche sociali Nunzia Catalfo (Movimento 5 stelle) ha difeso su Facebook il reddito di cittadinanza. In particolare, secondo Catalfo senza questa misura i risvolti economici della pandemia sarebbero stati ben peggiori rispetto a quelli che si sono effettivamente verificati. L’ex ministra ha infatti affermato che già così, con il reddito di cittadinanza attivo, nel 2020 la povertà «è balzata» ai livelli del 2005.

Abbiamo verificato: lo scorso anno il numero di famiglie e di individui in condizioni di povertà assoluta era decisamente superiore rispetto ai numeri del 2005, mentre i livelli della povertà relativa sono effettivamente simili, ma non c’è stato nessun «balzo». Vediamo i dettagli.

I numeri sulla povertà assoluta

l’Istat definisce la soglia di povertà assoluta come il valore del paniere di beni e servizi «considerati essenziali per ogni famiglia» in base all’area di residenza, all’età e al numero di componenti. Una famiglia è quindi considerata “assolutamente povera” se ogni mese sostiene una spesa pari o inferiori al valore dei beni essenziali di cui ha bisogno «per evitare gravi forme di esclusione sociale».

I dati così calcolati sono disponibili dal 2005, quindi «15 anni fa». In quel momento nostro Paese 819 mila famiglie (il 3,6 per cento del totale) si trovavano in una condizioni di povertà assoluta. Come vediamo nel Grafico 1, negli anni il fenomeno è andato aumentando in maniera quasi costante, raggiungendo nel 2019 la quota di 1 milione 674 mila famiglie assolutamente povere, pari al 6,4 per cento del totale. Il dato del 2019 è comunque migliore rispetto al 2018, quando la percentuale era del 7 per cento (1,8 milioni di famiglie).
Grafico 1. Percentuale famiglie italiane in povertà assoluta, 2005-2020
Grafico 1. Percentuale famiglie italiane in povertà assoluta, 2005-2020
Nel 2020, complice la pandemia, il dato è tornato a peggiorare e più di due milioni di famiglie si sono trovate in condizioni di povertà assoluta: il 7,7 per cento del totale, più del doppio rispetto al livello del 2005.

Per quanto riguarda invece il numero di singoli individui in povertà assoluta, questo era pari a 1,9 milioni nel 2005 (3,3 per cento) ed è salito a 5,6 milioni (9,4 per cento) nel 2020.

Se consideriamo quindi i dati sulla povertà assoluta, l’affermazione di Catalfo è decisamente sbagliata: nel 2020 il numero di famiglie e di individui in povertà assoluta era decisamente superiore rispetto ai livelli del 2005.

Come cambiano le cose se guardiamo alla povertà relativa?

La povertà relativa è cambiata di poco

L’Istat classifica come “relativamente povere” le famiglie la cui spesa mensile è uguale o inferiore a una determinata soglia standard, che viene ricalcolata ogni anno in base «alla spesa media per consumi pro-capite». Nel 2020 questa soglia era pari a 1.001,86 euro al mese per una famiglia di due persone, mentre nel 2005 era di 936,58 euro.

Secondo l’Istat nel 2005 quasi 2,4 milioni di famiglie (il 10,3 per cento) si trovavano in una condizione povertà relativa, mentre il dato per il 2020 è di 2,6 milioni di famiglie, pari al 10,1 per cento del totale: i due numeri non sono effettivamente molto distanti, come affermato da Catalfo.

Se guardiamo però all’andamento dei livelli di povertà relativa vediamo che lo scorso anno il dato non è «balzato», improvvisamente, ai livelli del 2005. Anzi, semmai si può dire che sia “calato” ai livelli del 2005. La povertà relativa infatti è in calo dal 2017 (quando fu toccato il picco con 12,3 punti percentuali, pari a 3,2 milioni di famiglie) e in particolare tra 2019 e 2020 si è assistito a una significativa riduzione (Grafico 2).
Grafico 2. Percentuale di famiglie italiane in povertà relativa, 2015-2020
Grafico 2. Percentuale di famiglie italiane in povertà relativa, 2015-2020

Il verdetto

Il 12 luglio l’ex ministra del Lavoro Nunzia Catalfo (M5s) ha sostenuto che nel 2020 la povertà assoluta in Italia sia «balzata ai livelli di 15 anni fa».

Le cose non stanno così. Per quanto riguarda la povertà assoluta, se nel 2005 819 mila famiglie, pari al 3,6 per cento del totale, si trovavano in questa situazione, nel 2020 il fenomeno interessava più di due milioni di famiglie, il 7,7 per cento del totale nazionale. Per tornare ai livelli del 2005, quindi, il «balzo» sarebbe dovuto essere in negativo, con una forte riduzione nei livelli di povertà. Si è invece verificato il contrario, e la percentuale di famiglie in povertà assoluta è più che raddoppiata.

Per quanto riguarda la povertà relativa, questa interessava il 10,3 per cento delle famiglie nel 2005 e il 10,1 per cento nel 2020. Non c’è stato però nessun «balzo»: dopo aver raggiunto il picco nel 2017, quando il 12,3 per cento delle famiglie erano relativamente povere, il dato è sceso gradualmente (e più bruscamente proprio tra 2019 e 2020) fino al livello attuale.

In conclusione Catalfo si merita un “Pinocchio andante”.

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