Il 4 marzo, ospite a Piazzapulita su La7, l’ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha criticato (min. 1:18) la scelta del governo di sostituire il commissario straordinario per l’emergenza coronavirus Domenico Arcuri.

Secondo Bersani, infatti, il giorno in cui Arcuri è stato rimosso dal suo incarico il numero di vaccinazioni per abitante in Italia era «al pari di Francia e Germania».

Al di là del giudizio complessivo sull’operato di Arcuri, abbiamo verificato e l’affermazione è corretta.

Che cosa dicono i numeri

Arcuri è stato sostituito dal generale Francesco Paolo Figliuolo il 1° marzo: vediamo che cosa dicevano le statistiche sui vaccini in quella data. Per avere un confronto tra i tre Paesi europei in questione – Italia, Germania e Francia – utilizziamo i dati raccolti da Our world in data, ricordandoci però che ci sono diversi fattori da tenere in considerazione. Per esempio, in alcuni casi questi dati soffrono di alcuni ritardi e vengono aggiornati retroattivamente dai vari Paesi. Ogni Stato poi ha una strategia di vaccinazione diversa, che può influire sull’andamento delle vaccinazioni.

Al di là di queste osservazioni, partiamo dai dati sulle dosi totali somministrate al 1° marzo. In quella data l’Italia aveva somministrato 7,4 dosi ogni 100 abitanti, poco meno della Germania (7,7) e un po’ di più della Francia (7,4).

I tre Paesi erano più o meno sullo stesso livello anche considerando il numero di persone ogni 100 abitanti che avevano ricevuto almeno una dose di vaccino. Al 1° marzo in Italia erano il 5 per cento, in Germania il 5,1 per cento e in Francia il 4,5 per cento.

Come cambiano i numeri se si guarda alla percentuale di persone sulla popolazione completamente vaccinate, ossia che al 1° marzo avevano ricevuto due dosi di vaccino? La risposta è poco: anche qui i tre Stati europei erano vicini l’uno con l’altro. Quando Arcuri è stato sostituito, in Italia aveva ricevuto due dosi il 2,4 per cento della popolazione, in Francia il 2,4 per cento, in Germania il 2,6 per cento.

Il fatto che il nostro Paese, quando Arcuri è stato sostituito, fosse al pari di Francia e Germania non significa che la nostra campagna vaccinale non abbia dei limiti. I dati mostrano infatti che, a due mesi dall’avvio delle inoculazioni, c’è una forte disparità da regione a regione sul numero di dosi somministrate rispetto al totale di quelle ricevute, soprattutto per quanto riguarda il vaccino AstraZeneca-Università di Oxford (l’ultimo a essere stato autorizzato dall’Ue). Con l’aumento delle forniture previsto per le prossime settimane, è necessario dunque proseguire con l’accelerazione del ritmo delle vaccinazioni giornaliere.

Il verdetto

Secondo Pier Luigi Bersani, «il giorno che è andato via Arcuri noi eravamo al pari di Francia e Germania per vaccinazioni per abitante». Abbiamo verificato e i numeri gli danno sostanzialmente ragione.

Al netto di qualche differenza decimale, al 1° marzo l’Italia e gli altri due grandi Paesi europei erano più o meno allo stesso livello per quanto riguarda dosi totali somministrate in rapporto alla popolazione, persone che avevano ricevuto almeno una dose e persone completamente vaccinate.

Bersani, dunque, si merita un “Vero”.