Il deputato del M5s Stefano Vignaroli ha scritto il 9 settembre sulla sua pagina Facebook che l’Italia nel 2018 ha destinato ben 19 miliardi di euro di sussidi «a chi inquina».
Si tratta di un’affermazione sostanzialmente corretta. Andiamo a vedere i dettagli.
Il catalogo dei sussidi ambientali
Come abbiamo scritto anche in passato, ci sono diverse fonti che stimano i miliardi di sussidi dati dallo Stato e che hanno un impatto ambientale dannoso. La più affidabile, e quella che useremo qui, è il Ministero dell’Ambiente.
In base a una legge del 2015 (l. 28 dicembre 2015, n. 221, art. 68), il Ministero dell’Ambiente deve fornire ogni anno un “Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi” (Sad) e di quelli ambientalmente favorevoli (Saf). L’edizione più recente è quella del dicembre 2019, con stime relative al 2018.
Ancora in base all’art. 68, «i sussidi sono intesi nella loro definizione più ampia e comprendono, tra gli altri, gli incentivi, le agevolazioni, i finanziamenti agevolati, le esenzioni da tributi direttamente finalizzati alla tutela dell’ambiente». Questa definizione, spiega il Catalogo, è la stessa utilizzata dall’Ocse, «ampiamente condivisa dalla maggior parte della comunità scientifica». I sussidi vengono erogati in diversi settori come ad esempio energia, trasporti, agricoltura e via dicendo.
Distinguere i Sad e i Saf in assenza di definizioni condivise universalmente non è semplice e, di nuovo, le valutazioni del gruppo di lavoro del Ministero sono state fatte sulla base della letteratura scientifica e del parere degli esperti sentiti.
Come anticipato, poi, quelle contenute nel catalogo sono stime, e non dati certi. Non ha quindi senso comparare – come avvisa il Catalogo stesso – i numeri relativi ad anni diversi, in quanto potrebbero essere cambiati i sussidi che sono stati presi in considerazione, aggiungendone di nuovi o eliminandone di vecchi con uno scarso impatto ambientale, o ancora potrebbero essere cambiate le stime relative ai vari sussidi.
Oltre ai Sad e ai Saf, infatti, a complicare il quadro ci sono i sussidi «incerti», cioè quelli – comunque inclusi nel Catalogo – di cui è difficile stabilire l’impatto ambientale «a causa di effetti ambientali diversi con tendenza contrapposta (sia positivi che negativi)». Il loro approfondimento, volto a stabilire se siano Sad o Saf, è rinviato alle successive edizioni del Catalogo.
Infine, per completezza, segnaliamo anche che il Catalogo distingue tra sussidi «diretti» e «indiretti», là dove i primi sono trasferimenti diretti di denaro (ad esempio concessioni) mentre i secondi sono ad esempio esenzioni, crediti d’imposta, riduzioni di aliquote e simili.
Veniamo ora ai numeri.
L’edizione del dicembre 2019
Nell’ultima edizione disponibile del Catalogo sono stati stimati, per il 2018, 19,7 miliardi di sussidi ambientalmente dannosi (per capirci, circa un terzo della spesa dello Stato per l’istruzione), di cui 17,7 miliardi di sussidi ai combustibili fossili (Fossil fuel subsidies o Ffs). Di contro i sussidi ambientalmente favorevoli sono stati stimati in 15,3 miliardi di euro. Quelli incerti sono poi pari più di 8,6 miliardi e dunque in realtà i sussidi dannosi potrebbero essere in teoria anche più dei 19,7 miliardi citati.
L’anno precedente, cioè nel 2017, i Sad erano stati pari a 19,2 miliardi (di cui 16,8 miliardi di Ffs), i Saf 15,2 miliardi e i sussidi incerti 6,5 miliardi. Ma, come detto, viste le continue modifiche nella metodologia il confronto anno su anno ha poco senso.
In ogni caso la cifra riportata da Vignaroli relativamente al 2018 è sostanzialmente corretta. Vediamo come si compone.
La composizione dei sussidi dannosi e incerti
La componente di gran lunga maggiore dei sussidi ambientalmente dannosi è composta da quelli destinati al settore dell’energia: 13,2 miliardi di euro sui 19,7 totali.
Seguono, a distanza, i sussidi dati tramite l’Iva agevolata (4 miliardi di euro) e i sussidi ai trasporti (1,6 miliardi di euro). Le altre voci, come ad esempio i sussidi a pesca e agricoltura, sono nell’ordine di grandezza delle centinaia di milioni.
Questi ultimi però appaiono invece avere un peso determinante nella voce dei sussidi incerti, dove contribuiscono per più di 5 miliardi di euro su 8,6 totali.
Il verdetto
Il deputato del M5s Stefano Vignaroli il 9 settembre ha sostenuto che nel 2018 siano stati dati 19 miliardi di sussidi a chi inquina.
L’affermazione è sostanzialmente corretta: in base ai dati più recenti forniti dal Ministero dell’Ambiente, nel 2018 i primi sono stimati in circa 19,7 miliardi di euro, anche un po’ di più di quanto riportato dall’onorevole del Movimento.
Per Vignaroli dunque un “Vero”.
«Le agenzie di rating per la prima volta, due agenzie di rating, per la prima volta hanno rivisto in positivo le stime sull’Italia. Dal 1989 questa cosa è accaduta tre volte in Italia»
30 ottobre 2024
Fonte:
Porta a Porta – Rai 1