Il 16 aprile, ospite a Cartabianca su Rai 3, il ministro per gli Affari regionali e Autonomie Francesco Boccia (Partito democratico) ha detto (min. -55:31) che al contrario dell’Italia, l’Europa «non l’ha fondata l’Olanda».

Boccia però sbaglia: l’Olanda – o più correttamente i Paesi Bassi – hanno avuto lo stesso ruolo dell’Italia nella fondazione dell’Europa. Vediamo meglio i dettagli.

Dalle Comunità europee all’Ue

La storia dell’Unione europea – così come la conosciamo oggi – è lunga e articolata, ma è possibile individuare alcune tappe fondamentali che ne hanno segnato la nascita e i successivi sviluppi.

La prima data più significativa è il 18 aprile 1951 quando, pochi anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale, Italia, Francia, Germania Ovest, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi (i cosiddetti “Sei”) firmarono a Parigi il Trattato istitutivo della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (Ceca).

L’intesa – spiega il sito dell’Ue – entrò in vigore il 23 luglio 1952 «con lo scopo di creare tra i Paesi membri un’interdipendenza nel settore del carbone e dell’acciaio per evitare che un Paese potesse mobilitare le proprie forze armate all’insaputa degli altri».

«La scelta del settore carbo-siderurgico era giustificata dall’importanza di tali materie prime e dalla localizzazione dei principali giacimenti (Ruhr e Saar) in una zona di confine tra Francia e Germania, già oggetto di conflitti», spiega la Treccani.

Il 25 marzo 1957 i “Sei”, tra cui dunque ancora una volta figuravano i Paesi Bassi, firmarono poi altri due trattati che, entrati in vigore il 1° gennaio dell’anno successivo, diedero vita alla Comunità economica europea (Cee, o “Mercato comune”) e la Comunità europea dell’energia atomica (Euratom), un’estensione dell’integrazione europea rispettivamente alla cooperazione economica generale e all’energia atomica.

L’8 aprile 1965 venne poi siglato a Bruxelles, sempre dai sei Paesi fondatori, il Trattato di fusione (entrato poi in vigore il 1° luglio 1967), con cui vennero istituiti una commissione unica e un consiglio unico per le tre comunità europee (Ce) appena viste (la “Assemblea”, che sarebbe diventata poi il Parlamento europeo nel 1962, era già un organo comune alle tre comunità dal 1957). L’obiettivo di questa unione era quello di gettare le basi per creare un mercato interno dove persone, merci, servizi e capitali potessero circolare liberamente, senza vincoli.

Fu poi nel 1992 che venne formalmente istituita l’Unione europea (Ue), con il trattato firmato il 7 febbraio di quell’anno a Maastricht, proprio nei Paesi Bassi. Questo accordo, spiega il sito ufficiale dell’Ue, «stabilisce norme chiare per quanto riguarda la futura moneta unica, la politica estera e di sicurezza e una cooperazione più stretta in materia di giustizia e affari interni».

Con l’entrata in vigore del Trattato, avvenuta il 1° gennaio 1993, furono inoltre sanciti il mercato unico e le sue quattro libertà fondamentali: la libera circolazione delle merci, dei servizi, delle persone e dei capitali.

Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, insomma, i Paesi Bassi hanno avuto un ruolo di primo piano nella fondazione dell’Europa, intesa prima come Comunità europee e poi come Ue. Fin da subito, e al pari dell’Italia, i Paesi Bassi sono infatti stati membri fondatori.

Si aggiunga, tra l’altro, che diverse organizzazioni europee di primo piano hanno sede nei Paesi Bassi (come Europol e la Bei, la Banca europea per gli investimenti).

Il verdetto

Secondo Francesco Boccia (Pd), l’Europa non è stata fondata dai Paesi Bassi, ma la storia dell’Ue dice il contrario.

Insieme a Italia, Germania Ovest, Belgio, Lussemburgo e Francia, i Paesi Bassi sono infatti stati tra i firmatari della Ceca nel 1951 e della Cee e dell’Eurotam nel 1957. Queste tre comunità sono state la base su cui poi è nata l’Unione europea nei primi anni Novanta.

“Panzana pazzesca” dunque per Boccia.