Il 21 gennaio 2020, i due principali candidati alla presidenza della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini (centro-sinistra) e Lucia Borgonzoni (centro-destra), si sono confrontati nella redazione del quotidiano bolognese Il Resto del Carlino.

Tra le varie tematiche trattate, i due hanno parlato anche di tasse, e in particolare della “tassa sulla plastica”.

Secondo Bonaccini, il gettito fiscale previsto per la plastic tax, rispetto alle intenzioni iniziali del governo, è stato abbattuto «da un miliardo e 100 milioni di entrate» a «100 milioni», mentre secondo la candidata della Lega Bonaccini «il presidente non sa quanto costa un chilo di plastica, quanto pesava e quanto pesa tuttora», criticando le cifre indicate dal candidato del centro-sinistra.

Ma è vero o no che da oltre un miliardo di euro le entrate previste grazie alla sono state portate a 100 milioni, oltre un decimo rispetto alla cifra iniziale? Abbiamo verificato e l’affermazione di Bonaccini, che pure contiene dei numeri sostanzialmente corretti, è fuorviante.

Com’è cambiata la plastic tax

L’articolo 79 del disegno di legge di Bilancio per il 2020 – presentato a inizio novembre 2019 – proponeva l’introduzione della cosiddetta plastic tax, definita come «imposta sul consumo dei manufatti in plastica con singolo impiego». Come abbiamo spiegato di recente, tasse simili esistono già in altri Paesi europei (per esempio in Danimarca e Belgio)

Il comma 7 dell’art. 79 specificava che l’imposta era fissata «nella misura di 1,00 euro per chilogrammo di materia plastica», ma questa disposizione è stata modificata durante l’esame del Senato.

Come spiega infatti un dossier del Parlamento, da un euro al chilogrammo di plastic tax si è passati a 0,45 centesimi, mentre altre modifiche hanno riguardato il tipo di prodotti soggetti a tassazione. Per esempio, in Senato si è deciso che fossero esclusi dalla plastic tax i manufatti in plastica con singolo impiego che provengono da «processi di riciclo».

Nel testo di legge, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, si legge poi (art. 1, co. 651) che entro fine maggio 2020 l’Agenzia delle dogane e dei monopoli dovrà pubblicare un provvedimento per stabilire le modalità di attuazione di questa imposta, che entrerà in vigore (art. 1, co. 652) «dal primo giorno del secondo mese successivo alla data di pubblicazione del provvedimento». Ossia, se i tempi saranno rispettati, non prima del 1° luglio 2020.

Come sono cambiate le stime sulle entrate

I cambiamenti introdotti dal Parlamento sulle caratteristiche di questa imposta hanno ovviamente modificato le stime delle maggiori entrate che si prevede entreranno nella casse dello Stato grazie alla tassa sulla plastica.

Una tabella allegata al testo di legge trasmesso dal Senato alla Camera, per ricevere il voto definitivo, chiarisce da dove provengono i numeri citati – e arrotondati – da Bonaccini.

In base al ddl di Bilancio per il 2020, il gettito fiscale previsto con la plastic tax per l’anno in corso era di un miliardo e 79,5 milioni di euro, sceso con la legge di Bilancio vera e propria a 140,6 milioni di euro (-938,9 milioni di euro). Come sottolinea un dossier del Parlamento, l’imposta dovrà essere versata a partire da ottobre 2020.

Bonaccini sembra dunque citare dati sostanzialmente corretti, ma questo vale solo per il 2020. Le entrate previste per il 2021 e il 2022 sono ben superiori rispetto a quelle indicate dal presidente uscente dell’Emilia-Romagna.

Per il 2021, infatti, si stiamo 521,1 milioni di euro di gettito, che scenderanno a 462 milioni di euro l’anno successivo. Nel 2023, la cifra è stimata essere ancora più bassa, intorno ai 395,4 milioni di euro. Numeri comunque tra le quattro e le cinque volte superiori rispetto al numero indicato da Bonaccini.

Il verdetto

Nel loro confronto nella redazione del Resto del Carlino, il presidente uscente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini (centro-sinistra) ha detto alla candidata del centro-destra Lucia Borgonzoni che le entrate previste per la plastic tax sono state tagliate «da un miliardo e 100 milioni» a «100 milioni». Secondo Borgonzoni, questi numeri non sarebbero corretti.

In effetti, è vero che con le modifiche introdotte dal Senato il gettito fiscale previsto per la tassa sulla plastica è calato, passando da circa 1,1 miliardi di euro a 140 milioni di euro, ma solo per il 2020 (quando la riscossione, se i tempi saranno rispettati, inizierà a ottobre 2020).

Per il 2021, le entrate previste sono cinque volte maggiori rispetto a quelle indicate da Bonaccini, per poi calare di oltre 100 milioni di euro fino al 2023.

In conclusione, il presidente uscente si merita un “Nì”.