Il gruppo dei deputati del Pd ha diffuso il 17 dicembre un tweet in cui si legge che i ricollocamenti dei migranti sarebbero passati da una media di 11 al mese, durante i primi otto mesi del 2019 quando al Viminale c’era Matteo Salvini, a 49 al mese con Lamorgese ministro dell’Interno.
Vediamo dunque qual è la situazione.
I dati citati dal Pd
Come fonte della propria affermazione il Pd segnala, in un’immagine allegata al tweet, un articolo di NextQuotidiano, che riprende a sua volta un articolo del Fatto Quotidiano.
In quest’ultimo si legge che «nei primi otto mesi del 2019, quando al Viminale c’era Salvini, secondo il ministero dell’Interno sono stati ricollocati in Europa 85 richiedenti asilo. Meno di undici al mese (…) Negli ultimi quattro mesi, cioè dell’insediamento a settembre del Conte 2 e di Lamorgese al Viminale, i ricollocamenti effettivi sono stati 196, cioè 49 al mese».
I dati aggiornati del Viminale
Abbiamo contattato il Ministero dell’Interno per confermare ed eventualmente aggiornare questi dati. Per prima cosa il Viminale ha sottolineato come il rapporto tra i migranti “ricollocabili” in base all’accordo di Malta del 23 settembre e le quote offerte dagli altri Stati Ue sia pari all’82 per cento. I migranti “ricollocabili”, ricordiamo, sono tutti i richiedenti asilo, e non solo i rifugiati, arrivati in Italia a bordo di navi militari o di navi delle Ong (che sono comunque una minoranza del totale nel 2019).
C’è insomma la disponibilità degli altri Paesi europei ad accogliere più di quattro migranti su cinque di quelli arrivati in Italia a bordo di navi militari o Ong.
Il Ministero dell’Interno ha poi confermato che «nei primi 8 mesi del 2019 erano stati ricollocati 85 migranti (11 al mese). Dal vertice di Malta dello scorso 23 settembre ad oggi i ricollocati sono stati 196 (49 al mese)».
Ma non solo. Il Viminale comunica anche via mail che «per il 18 dicembre è programmato un volo per la Francia con 64 richiedenti asilo. E prima di Natale partiranno altri 149 richiedenti asilo accolti dalla Germania. I due voli programmati per la Francia e la Germania consentiranno di raggiungere la cifra complessiva di 409 richiedenti asilo effettivamente ricollocati dopo il pre-accordo di Malta».
Insomma entro fine anno il confronto tra Salvini e Lamorgese dovrebbe far segnare circa 11 ricollocamenti al mese per il primo e circa 102 per la seconda, più di nove volte tanto.
Secondo il Ministero dell’Interno, infine, «proprio per accelerare le procedure di ricollocamento, uno dei pilastri del preaccordo di Malta fissa in quattro settimane (dallo sbarco) il termine massimo per l’effettiva redistribuzione dei richiedenti asilo nei Paesi che si rendono disponibili ad accoglierli».
Che percentuale sugli sbarchi
Negli ultimi mesi gli arrivi via mare di migranti sono aumentati, pur rimanendo molto lontani dai numeri degli anni in cui il flusso migratorio verso l’Italia era stabilmente sopra i centomila arrivi all’anno (2014-2017).
Valutiamo dunque i ricollocamenti anche in percentuale rispetto agli sbarchi.
Nei primi otto mesi del 2019, con Salvini al Viminale, sono sbarcate in Italia 5.135 persone, con un andamento crescente da inizio anno – quando gli sbarchi erano intorno ai 200 al mese – fino all’estate, quando tra giugno e agosto gli sbarchi sono stati sempre più di mille al mese. Dunque gli 85 migranti ricollocati durante il mandato di Salvini rappresentano l’1,7 per cento circa del totale.
Negli ultimi quattro mesi del 2019, con Lamorgese ministro dell’Interno, gli sbarchi sono stati 5.962, con un andamento calante da settembre – mese record, con 2.498 sbarchi – a dicembre, quando gli sbarchi sono stati (al 17 del mese) 215.
Dunque i 196 ricollocamenti già effettuati rappresentano il 3,3 per cento del totale, e se contiamo anche i ricollocamenti programmati di migranti già arrivati in Italia si arriva al 6,9 per cento. Percentuali quindi, rispettivamente, doppia e quadrupla in confronto ai primi otto mesi del 2019.
Il verdetto
Il gruppo dei deputati del Pd ha sostenuto che i ricollocamenti di migranti con Salvini fossero 11 al mese e con Lamorgese 49: un rapporto di quasi 1 a 5. Il dato, che viene da fonti giornalistiche che hanno parlato col Viminale, ci è stato confermato essere corretto se riferito ai ricollocamenti già effettuati.
Se invece si prendono in considerazione anche i ricollocamenti programmati per il resto del mese di dicembre, la media del periodo in cui è stata ministro Lamorgese sale a 102 al mese. In questo caso il confronto con Salvini porta il rapporto a 10 a 1 a favore dell’attuale ministro dell’Interno.
Anche considerando i ricollocamenti in proporzione agli sbarchi, per scontare il fatto che negli ultimi mesi il flusso migratorio è aumentato, il confronto premia Lamorgese: la percentuale di ricollocati rispetto agli sbarcati durante i suoi mesi al governo è doppia (considerando i ricollocamenti effettuati), o addirittura quadrupla (considerando anche i ricollocamenti programmati per il resto di dicembre) rispetto a quella relativa ai primi otto mesi del 2019.
Questo confronto va comunque preso con cautela, considerando che i numeri sono ancora bassi – nell’ordine delle centinaia – e che il periodo di tempo analizzato è molto breve. La situazione potrebbe insomma cambiare, in un senso o nell’altro, nel prossimo futuro.
In ogni caso, per i deputati del Pd un “Vero”.
«Finalmente un primato per Giorgia Meloni, se pur triste: in due anni la presidente del Consiglio ha chiesto ben 73 voti di fiducia, quasi 3 al mese, più di qualsiasi altro governo, più di ogni esecutivo tecnico»
7 dicembre 2024
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