Il 22 ottobre, l’ex presidente della Camera Laura Boldrini è andata in Sardegna dove ha presentato la sua proposta di legge dedicata alla crescita dell’occupazione femminile.
Intervistata da un’emittente locale, l’esponente di Liberi e Uguali ha dichiarato che tra i membri del governo italiano ci sono 11 donne su un totale di 62 rappresentanti. Questi numeri, secondo Boldrini, avvicinerebbero la realtà italiana a quella del governo dell’Afghanistan più che agli esecutivi di Spagna e Francia.
Il confronto dell’ex presidente della Camera è corretto? Abbiamo verificato.
Le donne del governo Conte
L’attuale esecutivo italiano conta 64 membri, a cui va aggiunta la figura del Presidente del Consiglio. La lista dei rappresentanti delle istituzioni del governo Conte è composta da 18 ministri e da 46 tra viceministri e sottosegretari. Una curiosità: questo esecutivo risulta il più numeroso delle ultime tre legislature (XVI, XVII e l’attuale): il governo Gentiloni contava 60 membri, il governo Renzi 62, il governo Letta 63 e il governo Monti 48.
Ma quante sono le donne? Nel governo Conte si contano 11 donne, di cui cinque a capo di un Ministero (Giulia Bongiorno, Erika Stefani, Barbara Lezzi, Elisabetta Trenta, Giulia Grillo) e sei, invece, ricoprono il ruolo di viceministro o sottosegretario (Giuseppina Castiello, Emanuela Del Re, Laura Castelli, Alessandra Pesce, Vannia Gava, Lucia Borgonzoni).
Ad oggi, dunque, in Italia, l’esecutivo è composto per circa il 17 per cento da donne. Se prendiamo in considerazione le sole figure che sono a capo dei diversi ministeri (che, in totale, sono 18), la percentuale di donne è pari al 27 per cento.
Tabella 1: Presenze femminili nel governo Conte – Fonte: Presidenza del Consiglio dei Ministri
Nella precedente legislatura, il numero delle presenze femminili era maggiore rispetto a quello attuale. In particolare, con il governo Renzi erano 24 le donne impegnate – di cui otto a capo di ministeri – mentre con i governi Letta e Gentiloni il numero era rimasto invariato (15 presenze).
Tabella 2: Presenze femminili nel governo Conte, Gentiloni, Renzi e Letta – Fonte: Presidenza del Consiglio dei Ministri
Il confronto con gli altri Paesi
A fianco del 27 per cento di ministri donne in Italia, che scende al 17 per cento se si considerano anche viceministri e sottosegretari, Laura Boldrini richiama con un’evidente provocazione la composizione del governo afgano, e due altri grandi Paesi europei. Il confronto non è sempre facile, perché nei diversi Paesi ci sono sistemi istituzionali diversi: cambia quindi il ruolo e la composizione del potere esecutivo.
Afghanistan
Il Consiglio dei ministri afghano è composto da un presidente, da un chief executive e da quattro figure che fanno da vice o sostituti a tali cariche. Queste sei figure collaborano con i 25 ministri. Su un totale di 31 persone, le donne attualmente in carica sono quattro: la ministra contro i narcotici; la ministra dell’informazione e della cultura; la ministra delle miniere e del petrolio; e la ministra delle questioni femminili. Il Consiglio dei Ministri afghano è, dunque, composto per il 13 per cento da donne.
Ma vediamo che cosa possiamo dire invece degli esecutivi europei.
Spagna
In Spagna i membri del governo sono, in totale, 18. Le presenze femminili sono 11 e rappresentano quindi la maggioranza: il 61 per cento, per la precisione.*
Francia
In Francia i membri del governo sono, in totale, 36. Tra questi, le donne sono 17 e rappresentano il 47 per cento dell’esecutivo. La Tabella 3 ne riassume i principali ruoli istituzionali.
Tabella 3: Presenze femminili nel governo francese – Fonte: Governo francese
È evidente che nei due Paesi europei citati da Boldrini la percentuale di presenze femminili tra i principali esponenti del governo è più alta rispetto a quella italiana. Al contrario, invece, il Consiglio dei ministri afghano registra in effetti una percentuale di esponenti femminili (13 per cento) più vicina a quella del nostro Paese.
Siamo davvero un’eccezione?
Ma Spagna o Francia potrebbero essere eccezioni particolari nel conto delle presenze femminili, e dunque il paragone di Laura Boldrini potrebbe suonare pretestuoso. Per avere un’idea più ampia del fenomeno, abbiamo preso in esame anche altri Paesi, europei e non.
In Germania, ad esempio, i membri di riferimento del governo sono, in totale, 15, più la cancelliera federale. Sono attualmente sei le donne che ricoprono il ruolo di ministro, a cui si aggiunge Angela Merkel. La percentuale di donne che, ad oggi, riveste un ruolo di primo piano nel governo tedesco è pari a circa il 46 per cento.
Nel Regno Unito, il Consiglio dei ministri è composto da 23 persone. Le ministre – compresa Theresa May, che ricopre il ruolo di prima ministra – sono cinque. La percentuale di rappresentanza femminile è, dunque, al 21,7 per cento. Questo dato ci mostra come il governo Conte, se messo a paragone per sesso dei ministri che lo compongono con quello britannico, ha una percentuale di figure istituzionali femminili più alta.
Soffermiamoci ora su due nazioni al di fuori dell’Europa: gli Stati Uniti e il Giappone.
Lo United States Cabinet è composto dal presidente e dal vicepresidente degli Stati Uniti, da alcuni secretary e da altre figure che non ricoprono il ruolo di ministri ma per il ruolo istituzionale che rivestono – ad esempio, il capo della CIA – fanno parte del’intero Consiglio dei ministri statunitense. In totale, dunque, i membri del gabinetto del presidente Donald Trump sono 24. Tra queste il 25 per cento sono donne. Questo dato può considerarsi in linea con la realtà italiana.
In Giappone, infine, il numero di presenze femminili tra le figure principali del potere esecutivo è nettamente inferiore. Satsuki Katayama è l’unica donna a ricoprire il ruolo di ministra. Su un totale di 20 figure – tra le quali rientra anche il primo ministro giapponese Shinzo Abe – la rappresentanza femminile è pari al 5 per cento.
Tabella 4: I Ministri donna di Italia, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti d’America e Giappone – Fonte: Rielaborazione da dati del governo italiano, tedesco, inglese, statunitense e giapponese
Il verdetto
Laura Boldrini ha dichiarato che sono 11 le donne presenti tra i membri dell’attuale governo e che questo rapporto numerico avvicina l’Italia alla composizione del governo dell’Afghanistan piuttosto che a quello di Spagna e Francia.
Il numero totale di donne nell’esecutivo Conte – 64 più il presidente del Consiglio – è corretto: 11 (circa il 17 per cento). Il confronto tra i membri del governo italiano e quelli del governo spagnolo e francese dà ragione a Boldrini: a Madrid le presenze femminili sono al 61 per cento e a Parigi del 47 per cento. Al contrario, il Consiglio dei ministri afghano è composto per il 13 per cento da donne.
Se prendiamo in considerazione le sole donne che attualmente ricoprono il ruolo di ministra, la percentuale italiana (27 per cento) è in linea con quella statunitense e superiore a quella giapponese e inglese. Il caso italiano, insomma, non è un’eccezione neppure tra i grandi Paesi occidentali e il paragone con l’esecutivo afghano risulta quindi, almeno in parte, forzato. “C’eri quasi” per l’ex presidente della Camera.
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* Le donne attualmente impegnate nel governo spagnolo ricoprono i seguenti ruoli: la Vicepresidente del governo e ministra per la Presidenza, le relazioni parlamentari e la parità; la ministra della giustizia; la ministra della difesa; la ministra del tesoro; la ministra dell’istruzione e della formazione professionale e portavoce del governo; la ministra del lavoro, migrazione e sicurezza sociale; la ministra dell’industria, del commercio e del turismo; la ministra per la politica territoriale e la funzione pubblica; la ministra per i cambiamenti ecologici; la ministra dell’economia; la ministra della salute.