Nel corso della trasmissione L’Aria che Tira – Estate, su La7, il deputato del Partito Democratico Gennaro Migliore ha affermato che lo Stato italiano emette 400 miliardi di debito pubblico all’anno per finanziare tutti i servizi pubblici.
Andiamo a vedere come stanno le cose.
I titoli di Stato venduti ogni anno
Il Dipartimento del Tesoro ha emesso, negli ultimi cinque anni, un totale di 2.145,87 miliardi di debito pubblico*: la media è di poco meno di 430 miliardi di nuove obbligazioni statali vendute ogni anno.
Un dato quindi che si avvicina a quello citato da Migliore, che è ancora più preciso se si guarda alla media degli ultimi tre anni: 405,39 miliardi. Le emissioni sono infatti state di 413,68 miliardi di euro nel 2017, 396,41 nel 2016 e 406,1 nel 2015.
Ma davvero, come dice Migliore, quei 400 miliardi servono per «pagare sanità, pensioni, scuola pubblica, tutti i servizi pubblici»? Non proprio, a dire il vero.
Quanto spende il nostro paese per finanziare i servizi pubblici
Secondo l’Istat, il totale della spesa pubblica – dello Stato e delle amministrazioni pubbliche, comprese quelle locali – per l’anno 2016 (ultimo anno per cui è disponibile il dato Istat) corrispondeva a 830,1 miliardi di euro**. Di questi, 382 miliardi erano destinati a coprire l’ammontare di tutte le spese per i servizi pubblici (tabella sottostante).
La cifra totale si ottiene sommando, rispettivamente, le voci relative alle “prestazioni sociali diverse dai trasferimenti sociali in natura” (337.513) e all'”acquisto di beni e servizi non market prodotti da produttori market” (44.480).
Tabella 1: Totale delle uscite per sottosettore per il periodo 2008-2016 – Fonte: Istat**
Come lo Stato finanzia i servizi pubblici
Secondo uno dei principi fondamentali di finanza pubblica, le spese correnti vengono in linea di massima coperte dalle entrate correnti (in sostanza, le tasse dirette e indirette pagate da cittadini e imprese).
I costi di erogazione di beni e servizi forniti dalle amministrazioni pubbliche sono una spesa ordinaria, che si ripropone con cadenza annuale. Per questo motivo, questi costi sono coperti, in prima battuta, dalle entrate. L’indebitamento – cioè trovare soldi attraverso la vendita di titoli di Stato – avviene solo nel caso in cui la spesa per le attività dello Stato sia maggiore delle entrate che esso accumula annualmente (come dicevamo, largamente grazie alle tasse).
Ad esempio, per quest’anno la Ragioneria dello Stato ha previsto un disavanzo di 45 miliardi: che andranno quindi finanziati tramite nuovo indebitamento (tabella sottostante), poiché le spese sono maggiori delle entrate.
Ma 45 miliardi è una parte minoritaria del totale dei titoli di stato venduti. La maggior parte dei titoli di Stato venduti ogni anno servono a coprire la spesa per interessi e per il rifinanziamento del debito contratto negli anni precedenti – per un totale di 228 miliardi, come si può vedere dalle previsioni fatte dalla Ragioneria Generale dello Stato per il 2018.
Tabella 2: Saldo delle entrate e delle uscite dello Stato previste per il periodo 2018-2020 – Fonte: RGS
Dunque, quando Migliore afferma che lo Stato copre completamente i servizi attraverso l’indebitamento pubblico commette un’imprecisione. Le spese per i beni e i servizi forniti ai cittadini vengono finanziate in primo luogo tramite le tasse, mentre si ricorre a nuovo indebitamento soltanto quando le entrate sono inferiori a tali spese, e per un ammontare pari a questa differenza.
Il verdetto
Gennaro Migliore ha affermato che lo Stato emette ogni anno 400 miliardi di debito pubblico per finanziare tutti i servizi pubblici.
I dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze confermano che, in media, lo Stato italiano vende circa 400 miliardi di obbligazioni ogni anno. In particolare, la media degli ultimi tre anni è stata di 405,4 miliardi, un dato che si avvicina all’approssimazione fatta dal deputato PD. Ma, allo stesso tempo, la maggior parte del nuovo debito emesso ogni anno serve a coprire quello contratto negli anni precedenti. I servizi pubblici sono finanziati in larga misura grazie alle tasse di cittadini e imprese.
Per queste ragioni, Migliore si guadagna un “C’eri quasi”.
* Il totale si ottiene sommando le righe Totale generale [dei titoli di Stato emessi] nelle singole schede “Principali tassi di interesse” per il 2013, 2014, 2015, 2016 e 2017.
** Il percorso per ottenere i dati è: Conti nazionali > Conti e aggregati economici delle Pubbliche Amministrazioni > Uscite annuali per sottosettore > Voci di uscita per funzione.