Ospite di Porta a Porta, l’ex presidente del Consiglio e candidato alle primarie del PD Matteo Renzi ha dichiarato che una delle eredità del suo governo è un “tesoretto” da 47 miliardi di euro, un fondo per investimenti previsto dalla legge di bilancio 2017.



Renzi stava rispondendo alle critiche secondo cui i tre miliardi di euro richiesti come correzione di bilancio dall’Europa sarebbero stati un “buco” lasciato dal suo governo. Non solo il suo esecutivo ha lasciato i conti in ordine, ha detto Renzi, ma ha persino lasciato un “tesoretto”. Il concetto è stato ripreso il 12 aprile dalla sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi, sulla sua pagina Facebook.



Durante la stessa trasmissione il conduttore Bruno Vespa ha chiesto se i soldi ci fossero davvero: a questa domanda Renzi ha risposto «Certo che ci stanno, sono su un arco [di tempo], spalmati…». Ma esiste davvero questo tesoro?



I “tesoretti” di oggi e di ieri



Il termine utilizzato da Renzi ha una storia breve ma fortunata nel lessico politico italiano. “Tesoretto” era già utilizzato nel lessico bancario per indicare una riserva, ma è entrato nell’uso comune all’inizio del 2007.



L’allora ministro dell’Economia del governo Prodi, Tommaso Padoa-Schioppa, chiamò così l’extra-gettito fiscale per quell’anno, ovvero gli 8-10 miliardi in più in tasse che erano entrati nelle casse dello Stato oltre alle attese.



Da allora, il termine ha avuto parecchia fortuna nel lessico giornalistico (qualche esempio recente qui, qui e qui), per indicare in generale una somma di denaro a disposizione in modo più o meno inatteso. Qualche dizionario lo registra oggi nella nuova eccezione che risale a Padoa-Schioppa: “somma che la finanza pubblica di un paese si trova a disposizione in più di quanto aveva previsto”.



Insomma, con “tesoretto” in politica si intende di solito una cifra disponibile oltre alle attese, anche se poi nel lessico giornalistico il termine ha anche un uso più ampio.



Che cosa dice la Legge di bilancio 2017?



Renzi fa riferimento a un preciso comma della Legge di bilancio 2017, il 140, il cui inizio recita:



Nello stato di previsione del Ministero dell’Economia e delle Finanze è istituito un apposito fondo da ripartire, con una dotazione di 1.900 milioni di euro per l’anno 2017, di 3.150 milioni di euro per l’anno 2018, di 3.500 milioni di euro per l’anno 2019 e di 3.000 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2020 al 2032, per assicurare il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese



Si tratta in effetti di 47 miliardi di euro (precisamente 47,55) previsti di qui ai prossimi quindici anni (e non dieci come dice Renzi nel seguito del suo intervento) da destinare agli investimenti. Gli interventi saranno individuati e finanziati con decreti del Presidente del Consiglio, come spiega nel dettaglio il dossier di documentazione allegato alla legge.



Ma il punto è: si tratta di soldi attualmente disponibili e “garantiti”, come sembrerebbe implicare Renzi?



No. Mario Seminerio ha sottolineato sul suo blog Phastidio che si tratta di un fondo che lo stato ha istituito e si impegna a utilizzare, ma che deve poi finanziare di anno in anno. Sono infatti spese in conto capitale, cioè investimenti che esulano dal funzionamento ordinario dello stato. Renzi parla insomma del totale di quanto si prevede che verrà speso, nella migliore delle ipotesi, nei prossimi 15 anni, ma non di denaro che è già oggi nelle casse dello stato.



Il verdetto



Renzi dice che il suo governo ha lasciato in eredità un “tesoretto” di 47 miliardi. Il termine indica di solito soldi già disponibili, e per lo più ottenuti al di là delle previsioni. Qui però si tratta di qualcosa di radicalmente diverso. I 47 miliardi sono infatti quanto la legge di bilancio 2017 ha destinato per i prossimi 15 anni a un fondo per gli investimenti, ma non si tratta di soldi già nelle casse dello stato. L’ex presidente del Consiglio usa insomma – per furbizia o per errore inconsapevole – un’espressione che ha un significato piuttosto preciso per indicare qualcos’altro: “Pinocchio andante” per Matteo Renzi.





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Pinocchio andante




«Abbiamo lasciato un tesoretto da 47 miliardi di euro, che è il fondo investimenti che avevamo messo da parte. È il comma 140 della legge di bilancio, la legge 11 dicembre 2016»







Matteo Renzi


Candidato alla segreteria del PD





Porta a Porta, Rai 1



lunedì 10 aprile 2017



-10/-04/2017





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