Durante una puntata di Porta a Porta dedicata al referendum costituzionale, Matteo Salvini ha cominciato un suo intervento per spiegare le ragioni della sua contrarietà alla riforma con queste parole: “Un camionista vorrebbe pagare meno tasse, abbiamo la benzina più cara d’Europa”.



L’intervento è seguito a una dichiarazione del ministro Maria Elena Boschi, che difendeva la riforma anche perché diminuirebbe le autorizzazioni richieste a un autotrasportatore che attraversa più regioni diverse. Abbiamo davvero la benzina più cara d’Europa?



Il prezzo della benzina



Possiamo verificare l’affermazione di Salvini grazie ai dati raccolti dal portale Global Petrol Prices, in cui alcuni analisti raccolgono dati e forniscono analisi sui prezzi dei carburanti al dettaglio in circa cento paesi del mondo. I prezzi della benzina si riferiscono al prezzo alla pompa (per la benzina, di quella a 95 ottani) e sono aggiornati ogni settimana. Riportiamo nel grafico seguente le prime posizioni della classifica europea, aggiornata al 21 novembre 2016.



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Come si vede, la classifica europea è guidata da Norvegia, Islanda e Paesi Bassi, mentre l’Italia è al quarto posto (al secondo se si considerano solo i paesi dell’Unione Europea). A livello globale, tra l’altro, pochi paesi hanno prezzi superiori a quelli europei: nella classifica mondiale l’Italia è settima, superata anche da Hong Kong, Monaco e Israele.



C’entra la guerra d’Etiopia?



Vale la pena chiedersi perché il prezzo della benzina, in Italia, è così alto. Salvini suggerisce che il motivo sia fiscale e in effetti, almeno in parte, è così. Ma possiamo cogliere l’occasione per smentire una leggenda metropolitana.



Il Ministero dello Sviluppo economico e la Commissione europea forniscono dati sul prezzo industriale dei carburanti e sulla struttura di quei prezzi, da cui emerge che l’Italia è all’ottavo posto dei paesi UE per il prezzo industriale della benzina senza piombo: poiché scaliamo fino al secondo posto nel prezzo al dettaglio, la tassazione ha senza dubbio un peso decisivo.



Su ogni litro di benzina, infatti, si pagano oggi 0,944 euro tra l’IVA al 22% e l’accisa.






Da dove viene l’accisa sui carburanti? Si sente spesso dire – e lo segnala ad esempio la pagina di Wikipedia sul tema – che gli italiani continuano a pagare imposte bizzarre e anacronistiche sulla benzina, come quella istituita per finanziare la guerra d’Etiopia degli anni Trenta.



Le cose non stanno proprio così: come ci ha confermato il Ministero dello Sviluppo economico, è improprio oggi riferirsi ad introduzioni passate delle accise. L’imposta sul carburante è definita in modo unitario – almeno dal decreto legislativo sulle accise del 1995 – e il gettito che ne deriva finanzia il bilancio dello Stato nel suo complesso e non specifiche attività. In altre parole, oggi c’è una sola aliquota, che non distingue tra le diverse componenti e che può essere modificata.



Le più recenti sono visibili qui sul sito dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli: si indica infatti soltanto che l’accisa sulla benzina è di 728,40 euro ogni mille litri.



Il verdetto



Matteo Salvini dice che la benzina italiana è la più cara d’Europa. Non proprio, ma il primato non ci sfugge di molto: solo un paese nell’Unione Europea (i Paesi Bassi) ha un prezzo per litro più alto, mentre a livello continentale siamo al quarto posto. “C’eri quasi” per il leader della Lega Nord.