Il tema delle pensioni è una presenza costante, anche se non sempre in primo piano, nel dibattito politico italiano. Un momento di svolta è stata sicuramente l’approvazione della cosiddetta legge Fornero, la riforma delle pensioni approvata nelle prime settimane del governo Monti. Era contenuta nel decreto-legge del 6 dicembre 2011, n. 201, il cosiddetto “Salva Italia” di cui costituiva l’articolo 24.



Da allora diverse forze politiche, e in particolare la Lega Nord e Fratelli d’Italia, si sono scagliate contro diversi aspetti del sistema pensionistico italiano. L’esponente del Movimento 5 Stelle Alessandro Di Battista, parlando alla puntata di Quinta Colonna del 18 gennaio, ha citato alcuni numeri sull’entità delle pensioni in Italia. Vediamo se le fonti ufficiali confermano.



Quanti pensionati prendono quanto



Le cifre più aggiornate sulle pensioni disponibili pubblicamente sono state diffuse dall’Inps, in collaborazione con l’Istat, ai primi di dicembre del 2015, e si riferiscono al 2014. Il report è molto ricco di dati – riassunti dall’Istat anche in questa infografica – e permette di verificare le affermazioni dell’esponente del M5S.



La prima precisazione da fare è che il numero delle pensioni erogate è superiore a quello dei pensionati: circa un quarto di essi riceve infatti più di una pensione. Quindi, se anche il 25,7% delle pensioni è di importo inferiore a 500 euro, la percentuale dei pensionati che riceve complessivamente meno di 500 euro è più bassa, circa la metà. La suddivisione dei beneficiari per importo è riassunta nel grafico successivo (gli importi, salvo diversamente indicato, sono sempre da considerarsi al lordo dell’imposizione fiscale).



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Come si vede, il numero di pensionati che ricevono meno di 500 euro al mese è leggermente più basso di quello citato da Di Battista, il 12,5% invece del 13,8. Lo stesso si può dire dei pensionati nella fascia tra 500 e 1.000 euro, che sono il 27,8% e non il 31%.



La genesi dell’errore?



Più difficile verificare le cifre riguardo ai cosiddetti “pensionati d’oro”, in quanto la definizione di quale pensione sia dorata è arbitraria. Le cifre citate a questo riguardo sono le stesse di un articolo un poco datato, apparso sul Sole 24 Ore del giugno 2013, che commentava la bocciatura, da parte della Corte Costituzionale, del “contributo di solidarietà” deciso dal governo Monti per le pensioni superiori ai 90 mila euro lordi l’anno. L’articolo precisava che si trattava delle pensioni superiori, all’incirca, ai 4.000 euro netti mensili.



Proprio l’articolo del Sole 24 Ore riporta anche tutte le altre percentuali citate da Di Battista sugli importi inferiori. È impossibile dire con certezza se il deputato abbia effettivamente preso i suoi numeri da lì, ma è lecito avere qualche sospetto. Anche perché Di Battista e Del Debbio fanno un po’ di confusione sulla fonte dei dati, citando prima il Sole e poi il Corriere.



Non è immediatamente chiaro a quale anno si riferiscano le cifre citate nell’articolo del Sole 24 Ore, in quanto esse non corrispondono con precisione né ai numeri del 2013, né a quelli del 2012, né a quelli del 2011, e neppure a quelli del 2010.



Quali pensionati dorati



In mancanza di una definizione e vista la probabile origine datata dei numeri usati da Di Battista, non è facile verificare se la spesa e i beneficiari che vengono indicati siano quelli corretti. Possiamo però ricordare i dati Istat riferiti al 2014, secondo cui i 13.057 italiani con una pensione superiore ai 10.000 euro lordi mensili pesavano per circa 2 miliardi di euro l’anno.



Tenendo conto della tredicesima mensilità, si arriva a 130.000 euro lordi l’anno circa. È plausibile supporre che, considerando tutti i beneficiari di pensioni superiori ai 90.000 euro lordi – come quelli interessati dal contributo di solidarietà del governo Monti, poi bocciato – i numeri finali non si discostino troppo da quelli citati da Di Battista (33 mila persone e 3,3 miliardi di spesa).



Se allarghiamo ancora di più la platea fino a tutti coloro che ottenevano più di 5.000 euro nel 2014, troviamo che quasi 230 mila persone incidevano sulla spesa pensionistica italiana per un totale di 18,5 miliardi l’anno. Il numero assoluto di pensionati per importo mensile e la relativa spesa annuale sono riassunti nel grafico in basso.



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Il verdetto



Di Battista cita molto probabilmente dati che risalgono a qualche anno fa. Le cifre più aggiornate permettono però di dire che negli ultimi tempi i numeri non sono molto cambiati, per cui l’esponente del Movimento 5 Stelle se la cava con un “C’eri quasi”.