Da qualche giorno Rovereto, cittadina trentina con poco meno di 40.000 abitanti, è al centro di una bizzarra polemica nazionale. Nello specifico, l’oggetto di contesa è una giostra a forma di maialino. La giostra porcina in questione sarebbe stata – secondo le polemiche – ingabbiata tra le panchine di un asilo in attesa di essere smontata per non causare offesa ai genitori musulmani. La storia ha fatto il giro d’Italia. A livello locale la Lega sbandiera Peppa Pig come simbolo della lotta all’apparente ingerenza islamica, mentre a livello nazionale ne hanno parlato quotidiani come il Messaggero, il Foglio (oggi campeggia in prima pagina) e Il Giornale, il cui editorialista Vittorio Feltri ha chiosato Ai musulmani non piace il maialino nell’asilo di Rovereto. E noi anziché togliere i musulmani, togliamo il suino. Che salami“.



La vicenda non è sfuggita a Matteo Salvini che si fa sentire su Twitter con il tweet oggetto di fact-checking ed un altro più esplicito (“Non ti piace la giostra col maialino? TORNA AL TUO PAESE! TORNA AL TUO PAESE!). Il leader della Lega Nord ne ha parlato anche a Porta a Porta.



Ma cosa c’è di vero in questa storia? Poco o nulla.



La ricostruzione del Comune di Rovereto



In un comunicato stampa di lunedì 5 ottobre il Comune di Rovereto presenta la sua versione dei fatti. Siccome la giostra era stata installata con un plinto cementato – dichiara il Comune – le insegnanti hanno protetto l’area con panchine in attesa della stabilizzazione del terreno attorno al gioco”. Questo spiegherebbe l’incarcerazione del fotogenico suino giocattolo. La vera preoccupazione riguardava però la sicurezza dei bambini. Il comunicato stampa prosegue così:



Contemporaneamente, viste le dimensioni e l’altezza del gioco, [le insegnanti] decidevano di comunicare agli uffici le loro perplessità in ordine alla sicurezza per i bambini, soprattutto per i più piccoli, cosa avvenuta telefonicamente venerdì [2 ottobre, ndr] alle 11.30. Ricevuta la comunicazione gli uffici comunali competenti hanno risposto che si sarebbero attivati la settimana successiva per fare le dovute verifiche in merito al da farsi. Infatti nella giornata odierna [lunedì 5 ottobre, ndr] si è verificato che il gioco in questione è munito delle certificazioni previste dalla legge e che, nonostante le dimensioni effettivamente diverse da quelle degli altri giochi collocati presso i giardini delle scuole, è compatibile con la fascia di età 2-6 anni, in quanto facilmente accessibile e provvisto di seduta avvolgente”.



Non tutti sono convinti. Su Facebook Maurizio Fugatti (segretario della Lega Nord trentina) sostiene che siano tutte scuse.



Il maialino è ancora lì



Decidiamo di non affidarci al solo comunicato stampa dell’ente comunale e procediamo alla raccolta di altri dati direttamente da Rovereto. Innanzitutto abbiamo chiesto una prova che il maialino incriminato giaccia ancora al suo posto: cosa c’è di meglio di un contributo fotografico? La foto è originale ed autentica, scattata oggi 7 ottobre alle 11:39 a Via Saibanti, dove effettivamente si dovrebbe trovare. Possiamo fidarci?






Sì, perchè consultando le proprietà delle foto – cosa che potete fare anche voi, salvando l’immagine sul vostro computer – è visibile la data, l’ora e i dati latitudinali e longitudinali (si cerchi 45°53’15.9″N 11°2’11.5″E su Google Maps).






Successivamente abbiamo interpellato il vice sindaco Azzolini a cui abbiamo chiesto della documentazione relativa alla giostra. Infatti, se l’ufficio comunale si è mosso per riscontrare l’effettiva conformità del maialino con le norme di sicurezza per i bambini di quell’età, tale attenzione dovrebbe essere in qualche modo dimostrabile. Per soddisfare la nostra richiesta ci è stata girata in tempi brevi la lettera dal produttore del gioco (che abbiamo caricato integralmente qui e di cui mettiamo uno screenshot in basso). Il dato fondamentale è la data: 5 ottobre 2015, che coincide con la versione del Comune di Rovereto ed è precedente alla nostra richiesta di informazioni (quindi non si tratta di una lettera prodotta ex post).






Le insegnanti dell’asilo hanno negato di aver ricevuto pressioni da genitori nonché smentito nello stesso asilo si sia rinunciato a festeggiare il Natale. Abbiamo inoltre contattato la coordinatrice pedagogica responsabile per l’asilo in questione – che in quanto dipendente della Provincia non dovrebbe avere diretti conflitti d’interesse con il Comune – da cui stiamo attendendo ancora una risposta che integreremo a questo articolo quando ci arriverà.



Insomma, per quanto non possiamo categoricamente escludere che qualche genitore musulmano si sia effettivamente lamentato del maialino, non ci sono dimostrazioni alcune in tal senso. Al contrario, tutte le prove disponibili corroborano la versione del Comune di Rovereto secondo cui è stato temporaneamente bloccato l’accesso ai bambini ad una giostra di cui si voleva verificare le condizioni di sicurezza. Su tutto questo si è creato un polverone mediatico abbastanza impressionante per un buffo gioco a molla.



Il verdetto



Al momento della stesura di questo articolo il maialino è ancora lì e non è stato rimosso, come invece sostiene Salvini. Prove concrete che ci siano state lamentele da genitori musulmani non ne abbiamo trovate e queste voci sono state smentite dalle insegnanti dell’asilo. Il Comune ci ha inoltre girato la copia della lettera del produttore della giostra che confermava l’iter di verifica della conformità sulla sicurezza, che hanno effettuato lunedì. Insomma, la storia sul povero porco di plastica è una “Panzana pazzesca” che merita di essere sgonfiata una volta per tutte.





* La risposta alla nostra domanda “Secondo lei com’è nata questa storia?” ci è giunta l’8 ottobre, giorno dopo la pubblicazione di questo articolo, la copiamo qui integralmente. Al contrario dei documenti sopra è solo una testimonianza, ma ci sembrava lecito includerla in quanto dalla coordinatrice pedagogica dell’asilo in quesitone:



“L’uso del giardino non era stato possibile l’1 e il 2 ottobre sia per la presenza degli addetti all’installazione del gioco sia per il tempo inclemente; il gioco non è molto visibile dall’ingresso della scuola e quindi i genitori non credo l’abbiano potuto vedere nel momento dell’accompagnamento e del ritiro dei bambini; inoltre la presenza delle panchine che ne impedivano l’uso per la necessità di consolidare la base fissata nel terreno ne ostruiva ulteriormente la vista.



Le insegnanti non hanno raccolto alcuna rimostranza da parte dei genitori e addirittura nessun commento a caldo il lunedì 5 ottobre, relativamente alla pubblicazione degli articoli sulla stampa. Ciò significa che non c’è interesse o attenzione specifica alla vicenda da parte degli utenti e soprattutto che è stato qualcuno di esterno alla scuola che ha creato il caso. “