Ha fatto scalpore la notizia secondo cui il governo ungherese sarebbe intenzionato a costruire un muro lungo il confine che separa il Paese dalla Serbia. Come ha dichiarato il ministro degli Esteri Peter Szijjarto durante una conferenza stampa, “stiamo parlando di una porzione di confine di 175 km, la cui chiusura fisica può essere realizzata con un recinto di quattro metri”. Come spiega Frontex, sono in chiaro aumento gli immigrati irregolari che, partendo dai Balcani occidentali, entrano nell’Ue attraverso l’Ungheria.



Ciao, dittatore!



L’Ungheria era già finita al centro delle polemiche poco tempo fa, quando il Premier Orban aveva annunciato di voler aprire un dibattito sulla reintroduzione della pena di morte (non consentita dai trattati Ue). Nelle settimane successive il presidente della Commissione Europea, il lussemburghese Juncker, l’aveva accolto ad un summit dei leader dell’Ue con uno scherzoso “Dittatore!”. Di certo non deve aver aiutato l’annuncio, dell’estate 2014, di voler costruire uno Stato illiberale.



Insomma, come descrive l’Economist, ormai da anni l’Unione Europea e il governo ungherese guidato da Viktor Orban non sono in buoni rapporti.



Orban rimane “popolare”



Tuttavia, come ha affermato Salvini, all’interno dell’Europarlamento il partito di Orban – Fidesz – è membro dei Popolari, il gruppo politico di centrodestra che racchiude, tra gli altri, la Cdu della Cancelliera tedesca Merkel, il Pp del Premier spagnolo Rajoy nonché, per l’Italia, Forza Italia e il Nuovo Centrodestra.



Nonostante non siano mancate le prese di distanza da parte dei popolari europei, la presenza di Fidesz all’interno del Ppe non sembra essere in discussione: secondo l’eurodeputata della Cdu Hohlmeier i membri del gruppo che ne chiederebbero l’espulsione si contano sulle dita di una mano.