Il 17 marzo, il nuovo segretario del Partito democratico Enrico Letta ha scelto i suoi due vice: l’europarlamentare e presidente della commissione Affari economici e monetari Irene Tinagli e l’ex ministro per il Sud Giuseppe Provenzano.

La vicesegretaria vicaria – che quindi subentrerebbe a Letta in caso di dimissioni – sarà però Tinagli, la prima donna a ricoprire questo ruolo.

La decisione di Letta è stata vista come la prima prova di autonomia dalle correnti, perché il neosegretario avrebbe deciso le due nomine da solo, non trattando con nessuno dei capi delle diverse forze interne al Pd.

Ma la scelta sembra avere l’obiettivo di tenere insieme due aree culturali opposte nel partito: da una parte la visione più “liberal” di Tinagli, dall’altra, le idee più a sinistra di Provenzano. Entrambi vengono da una solida formazione economica e hanno un legame con Enrico Letta e la Scuola di politiche da lui fondata.

Vediamo chi sono i due nuovi vicesegretari del Partito democratico.

Irene Tinagli

46 anni, di Empoli, Irene Tinagli si è laureata in Economia e Management all’Università Bocconi di Milano e ha poi conseguito un master e un dottorato in Public Policy and Management presso la Carnegie Mellon University di Pittsburgh, con specializzazione in Economia dell’Innovazione e Sviluppo.

È entrata in Parlamento per la prima volta nel 2013, eletta alla Camera con Scelta civica, il partito di Mario Monti. Nel 2015 è passata al gruppo del Partito democratico. Nel 2019 è poi diventata europarlamentare per il Pd, subentrando alla presidenza della commissione Affari economici, quando Roberto Gualtieri è stato richiamato a Roma per diventare il ministro dell’Economia del secondo governo Conte.

È nel board scientifico della Scuola di politiche fondata da Enrico Letta.

Giuseppe Provenzano

38 anni, siciliano di Milena in provincia di Caltanissetta, “Peppe il rosso”, come viene soprannominato, è fra i dirigenti più giovani del Pd, allo stesso tempo formato in una tradizionale cultura di partito.

È stato molto vicino all’intellettuale e politico comunista Emanuele Macaluso, scomparso il 19 gennaio 2021: «Per me è stato come un padre – disse il 21 gennaio al funerale dell’ex dirigente del Pci – un padre in una patria sempre più povera di padri. Ma noi non siamo orfani, non si rimane orfani di padri come lui. Una storia così, dallo zolfo alla stelle, è una storia che non muore».

Provenzano, come Letta, ha conseguito il dottorato in Scienze giuridiche al Sant’Anna di Pisa. È poi stato ricercatore allo Svimez, l’Associazione per lo Sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, di cui è ancora oggi vicedirettore.

In passato ha tenuto anche lui lezioni alla scuola di politiche di Enrico Letta.

È stato ministro per il Sud e la coesione territoriale nel secondo governo di Giuseppe Conte, poi escluso dal nuovo esecutivo di Mario Draghi. Alll’interno del Pd, fa parte di Dems, la corrente del ministro del Lavoro Andrea Orlando.