Nella prima fase della campagna vaccinale, il Ministero della Salute
ha deciso di dare la priorità agli operatori sanitari e socio-sanitari con l’obiettivo di rendere le strutture sanitarie libere dal coronavirus. Alla base di questa strategia, c’è la speranza – più che la certezza, come abbiamo visto prima – che il vaccino protegga non solo dallo sviluppo dei sintomi della malattia, ma anche dall’infezione e dalla trasmissione.
In Italia, la maggior parte degli operatori sanitari e socio-sanitari – più di 900 mila su un totale di 1,4 milioni – ha già ricevuto la prima dose del vaccino. Come
abbiamo spiegato di recente, il Ministero della Salute utilizza una definizione molto ampia della categoria “operatore sanitario”: in pratica, vi rientra chiunque lavori nel comparto sanità (incluso, per esempio, il personale amministrativo delle strutture), e non solo medici e infermieri.
Secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità (Iss), gli operatori sanitari negli ultimi mesi
hanno rappresentato circa il 4-6 per cento dei casi settimanali che sono stati accertati. Già nelle prossime settimane, grazie ai vaccini, si potrebbe quindi assistere a un calo del loro peso sul totale dei casi. Va comunque detto che in passato le diverse strategie di testing adottate a livello locale hanno causato diverse oscillazioni del peso degli operatori della sanità sul totale dei casi. È quindi possibile che un eventuale calo non sia per forza del tutto attribuibile alle vaccinazioni.
Al di là di questo, se il vaccino dovesse risultare più efficace del previsto – per esempio, riducendo la trasmissione del virus – potrebbe verificarsi anche un calo dei focolai nelle strutture ospedaliere. I focolai negli ospedali e in altri luoghi sensibili sono uno degli elementi che l’Iss
controlla settimanalmente per decidere quali restrizioni applicare alle regioni. Nelle ultime settimane, il loro peso sul totale è stato abbastanza costante.
Ricapitolando: i dati sugli ospedali e gli istituti di cura saranno i primi a dirci quale impatto stanno avendo le vaccinazioni su contagi e focolai.