Il tema dei vaccini ritorna al centro del dibattito sulla sanità pubblica. Nell’ultimo anno lo abbiamo visto alla ribalta delle cronache in più occasioni, come ad esempio lo scandalo Fluad, il vaccino influenzale che a novembre scorso avrebbe causato tredici decessi. Anche laddove le paure risultano poi infondate (nel caso specifico la European Medicines Agency, ente europeo preposto all’immissione in mercato dei farmaci, dichiarò in seguito che non vi era alcuna evidenza che le morti fossero causate dal vaccino), questi episodi aumentano lo scetticismo da parte di alcuni cittadini e, a quanto risulta dai dati rilasciati dal Ministero della Salute pochi giorni fa, ne influenzano i comportamenti. Le evidenze scientifiche, gli interventi del ministro Lorenzin e perfino il vaccino di Bruno Vespa in diretta TV a Porta a porta sembrano non essere sufficienti a convincere gli italiani dell’importanza di questo strumento preventivo. I dati rilasciati dal ministero mostrano un alone di scetticismo che si è tradotto in una minore propensione dei genitori italiani a far vaccinare i propri figli. Il commissario dell’Istituto Superiore di Sanità, Walter Ricciardi, ha commentato la situazione sottolineando che “la copertura vaccinale nel nostro Paese è al limite della soglia di sicurezza e diventa ormai improcrastinabile l’approvazione del nuovo Piano Nazionale per la Prevenzione Vaccinale”.





Sempre meno vaccinati



I dati rilasciati dal Ministero fanno riferimento alle coperture vaccinali a 24 mesi dalla nascita relative al 2014 (quindi bambini nati nel 2012). La copertura per la poliomielite (POL), il tetano, la pertosse e la difterite (DT-DTP), l’epatite B (EpB) è scesa al di sotto della soglia del 95%,considerata il minimo necessario per poter beneficiare del c.d. “effetto gregge” (vedi sotto). La copertura per l’Haemophilus influenzae b (Hib), è rimasta sostanzialmente invariata poco al di sotto del 95% mentre per morbillo, parotite e rosolia (Mpr) è diminuita di quasi 4 punti percentuali rispetto ai dati 2013 (dal 90,3% all’86,6%). Il grafico mostra il trend negli ultimi 14 anni. Qui e qui è possibile vedere la situazione Regione per Regione.



ISS vaccini



Siamo in pericolo?



Esiste il cosiddetto vantaggio dell’immunità di gregge, che protegge una persona non vaccinata che vive tra tante persone vaccinate. Se il numero di soggetti vaccinati si riduce sotto una certa soglia (il target di riferimento è 95% della popolazione vaccinata) c’è il rischio che la malattia ritorni con più facilità. In realtà casi sporadici si possono verificare anche laddove la copertura è alta (si veda il caso spagnolo citato dall’ISS) e per questo gli organi di salute pubblica sottolineano l’importanza che tutti i bambini vengano vaccinati. Un articolo su FiveThirtyEight ha mostrato inoltre come, anche quando si è oltre la soglia di immunità del gregge, aumentare il tasso di copertura ha dei benefici: il Montana (95%) ha ad esempio quattro volte il numero di casi di difteria, pertosse e tetano della Louisiana (98,5% di copertura).





Come stanno messi gli altri



Secondo i dati OMS, la copertura nei Paesi EU28 per la poliomielite è in media diminuita dell’1% negli ultimi due anni (figura sotto). Tra i Paesi con trend negativo troviamo la Bulgaria (-7%), la Slovacchia (-2%), la Slovenia (-1%) e l’Estonia (-1%). L’Italia avrebbe perso 3 punti percentuali. In tutti gli altri paesi la copertura è rimasta invariata o leggermente migliorata. Le stime sono pressoché identiche per il vaccino contro tetano, pertosse difterite.



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*i dati non sono disponibili per tutti i Paesi



Per quanto riguarda l’epatite, l’Italia ha una copertura migliore di altri Paesi, anche se con un calo negli ultimi due anni di 3%. Insieme a Malta e alla Slovenia, si tratta della peggior decrescita tra i Paesi UE. L’Haemophilus influenzae b ha visto un calo nel nostro paese (-2%) e in Slovacchia, Slovenia, Estonia e Bulgaria (in quest’ultima particolarmente forte, -13%).



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*i dati non sono disponibili per tutti i Paesi





In accordo con i dati ministeriali, anche l’OMS riporta una copertura del vaccino del morbillo (MCV) in Italia pari a 86% , in calo e la peggiore in Europa (insieme a Cipro).



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*i dati non sono disponibili per tutti i Paesi






Complessivamente l’Italia sta vedendo un peggioramento dei tassi di copertura, che risultano comunque in linea con quelli di altri Paesi dell’Unione, anche se spesso al di sotto della soglia del 95%. Per il morbillo invece la copertura è la più bassa d’Europa.