Il 20 e 21 settembre i cittadini saranno chiamati a votare al referendum costituzionale confermativo, quindi senza quorum, sul taglio dei parlamentari. La misura prevede una riduzione del numero dei deputati dagli attuali 630 a 400, e i senatori da 315 a 200.
Durante le ultime settimane di campagna elettorale prima del voto del 20 e 21 settembre, un argomento che è stato avanzato dal fronte dei contrari è che la riforma penalizzerebbe il Sud a vantaggio del Nord, tra le altre cose per quanto riguarda il numero dei rappresentanti in Parlamento.
«La riduzione della rappresentanza – ha scritto ad esempio il 28 agosto il deputato di Forza Italia Renato Brunetta – pesa maggiormente nelle Regioni meridionali e più deboli». E poco oltre: «le Regioni meridionali avrebbero un numero di rappresentanti inferiori a quelli del centro-nord e, con la riforma, finirebbe per aumentare in proporzione il divario».
Durante le ultime settimane di campagna elettorale prima del voto del 20 e 21 settembre, un argomento che è stato avanzato dal fronte dei contrari è che la riforma penalizzerebbe il Sud a vantaggio del Nord, tra le altre cose per quanto riguarda il numero dei rappresentanti in Parlamento.
«La riduzione della rappresentanza – ha scritto ad esempio il 28 agosto il deputato di Forza Italia Renato Brunetta – pesa maggiormente nelle Regioni meridionali e più deboli». E poco oltre: «le Regioni meridionali avrebbero un numero di rappresentanti inferiori a quelli del centro-nord e, con la riforma, finirebbe per aumentare in proporzione il divario».