Trump parla di una «ondata» di Covid-19 in Italia, che però non c’è

Ansa
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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, intervistato da Fox News il 5 agosto, ha sostenuto – rispondendo a una domanda sul rischio di una seconda ondata di contagi – che «altri Paesi hanno avuto una seconda ondata e nessuno ne parla. Alcuni di questi sono presentati come i migliori esempi [di contrasto all’epidemia di Covid-19 n.d.r.] e adesso stanno avendo enormi seconde ondate».

Trump, in particolare, rivolgendosi al giornalista ha detto «guarda a cosa sta succedendo in Australia, guarda cosa sta succedendo in Francia, la Spagna ha una grande grande seconda ondata, l’Italia ha un’ondata in corso».

Per prima cosa non è vero che nessuno (anche negli Usa) parli della situazione preoccupante dell’epidemia in AustraliaFrancia e Spagna. Per quanto riguarda il nostro Paese – che è forse quello a cui fa riferimento Trump quando parla di Stati presentati come i migliori esempi, visti non uno ma due recenti articoli del New York Times che hanno elogiato la gestione dell’epidemia da parte dell’Italia – è vero che non si parli di una seconda ondata in corso, ma c’è un motivo.

Abbiamo controllato i dati ed emergono in particolar modo due fatti: gli Stati Uniti sono il Paese (tra quelli citati) in cui la seconda ondata è più grave; in Italia non si può dire che ci sia una seconda ondata in corso.

Prima di vedere i dettagli vediamo di dare una definizione di “seconda ondata”.

Che cosa si intende con “seconda ondata”

Come riporta la Bbc, non c’è una definizione formale di “ondata”, non è un concetto scientifico e la scelta di come definirla è arbitraria.

Nella nostra analisi quindi adottiamo un criterio strettamente “grafico”: guardiamo l’andamento bisettimanale dei contagi, che normalizza i picchi giornalieri che possono dipendere da differenze metodologiche, e vediamo se crea delle “onde”.

Se osserviamo l’andamento dei contagi negli Usa, come si vede nel grafico 1, si può dire che questi abbiano avuto una prima ondata che ha raggiunto il suo picco nella seconda metà di aprile, un momento di rallentamento (ma con una quantità di casi ancora significativa) fino a metà giugno, quando poi è partita una seconda ondata ancor più imponente della prima, che da inizio agosto ha iniziato a calare.
Grafico 1: i casi bisettimanali confermati di Covid-19 negli Stati Uniti dal 1° marzo al 5 agosto 2020. Fonte: Our World in Data
Grafico 1: i casi bisettimanali confermati di Covid-19 negli Stati Uniti dal 1° marzo al 5 agosto 2020. Fonte: Our World in Data
Per quanto riguarda gli altri Paesi citati si vede nel grafico 2 che, dopo la prima ondata di marzo-aprile, in Spagna da metà luglio è iniziata una nuova ondata, in Francia e Australia anche, ma con una risalita dei casi per ora nettamente meno significativa, e in Italia non è invece in corso una risalita dei casi.
Grafico 2: i casi bisettimanali confermati di Covid-19 in Australia, Francia, Italia e Spagna dal 1° marzo al 5 agosto 2020. Fonte: Our World in Data
Grafico 2: i casi bisettimanali confermati di Covid-19 in Australia, Francia, Italia e Spagna dal 1° marzo al 5 agosto 2020. Fonte: Our World in Data
Stabilita quindi la definizione, andiamo a vedere i dati giornalieri dei contagi.

I casi negli Stati Uniti

Come si vede nel grafico 3, i contagi di Covid-19 negli Stati Uniti hanno iniziato ad aumentare significativamente a marzo 2020 fino a raggiungere un picco di più di 48.500 casi il 26 aprile.
Grafico 3: i casi giornalieri confermati di Covid-19 negli Stati Uniti dal 1° marzo al 5 agosto 2020. Fonte: Our World in Data
Grafico 3: i casi giornalieri confermati di Covid-19 negli Stati Uniti dal 1° marzo al 5 agosto 2020. Fonte: Our World in Data
Successivamente la curva dei contagi giornalieri è diminuita, pur senza mai calare molto e appiattirsi, e tra il 2 maggio e il 21 giugno non si è più superata quota 30 mila casi in un giorno. Tuttavia proprio da fine giugno si può dire che è iniziata una seconda ondata di contagi, ancora più grande della prima: il 2 luglio è stata superato il precedente record, sorpassando la soglia dei 50 mila casi in un giorno, il 10 luglio si sono superati i 60 mila casi, il 17 luglio si è andati parecchio sopra i 70 mila casi (76.930) e il 25 luglio è stato stabilito l’attuale record di quasi 78.500 casi. Successivamente i numeri sono calati ma al 5 agosto erano ancora superiori ai 57.500 in un giorno, circa 9 mila in più rispetto al picco della prima ondata.

Mettendo questi dati in rapporto alla popolazione, possiamo dire che il picco della prima ondata (26 aprile) sia stato pari a 146,6 casi per milione di abitanti e l’attuale picco della seconda ondata (25 luglio) sia stato pari a 236,9 casi per milione di abitanti.

Il confronto con gli altri Stati

Se confrontiamo i dati sui casi per milione di abitanti degli Stati Uniti con quelli degli altri Paesi citati da Trump (Australia, Francia, Spagna e Italia), emerge abbastanza chiaramente che solo la Spagna sta avendo una seconda ondata di entità paragonabile a quella statunitense, anche se inferiore.
Grafico 4: i casi giornalieri di Covid-19, per milione di abitanti, in Stati Uniti, Australia, Francia, Spagna e Italia. Fonte: Our World in Data
Grafico 4: i casi giornalieri di Covid-19, per milione di abitanti, in Stati Uniti, Australia, Francia, Spagna e Italia. Fonte: Our World in Data
In Spagna infatti il picco della prima ondata è stato raggiunto il 27 marzo, con 196,4 contagiati per milione di abitanti in un giorno. Successivamente la curva è calata fino ad appiattirsi tra fine maggio e fine giugno, quando poi è iniziata una seconda ondata. Il picco di questa è stato raggiunto per ora il 3 agosto, con 182,5 casi per milione di abitanti in un giorno.

Dunque, per ora, la Spagna a differenza degli Usa non ha superato i picchi registrati durante la prima ondata di marzo e, soprattutto, i numeri attuali degli Stati Uniti sono superiori a quelli spagnoli (specie se consideriamo i dati bisettimanali sopra visti).

In Australia è vero che sia in corso una seconda ondata con numeri di contagi giornalieri più elevati che durante la prima (come negli Stati Uniti), ma i numeri per milione di abitante sono significativamente più bassi: il nuovo record, raggiunto il 31 luglio, è di 28,3 casi per milione di abitanti in un giorno. Un numero più di otto volte inferiore al picco della seconda ondata negli Usa.

La Francia, poi, ha sì visto aumentare i casi giornalieri da fine giugno in avanti ma i livelli raggiunti durante la prima ondata di marzo sono ancora molto lontani.

In Italia, infine, è da fine maggio che non è mai più stata superata la soglia dei dieci contagi per milione di abitanti al giorno e, al netto di qualche oscillazione di scarsa entità, si può dire che la curva dei contagi sia rimasta sostanzialmente piatta fino ad oggi. Non è in corso al momento alcuna nuova ondata epidemica.
Grafico 5: i casi giornalieri di Covid-19, per milione di abitanti, in Italia. Fonte: Our World in Data
Grafico 5: i casi giornalieri di Covid-19, per milione di abitanti, in Italia. Fonte: Our World in Data

In conclusione

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto che in diversi Paesi (Australia, Francia, Spagna e Italia) è in corso una seconda ondata di contagi, di cui nessuno parla.

Per stabilire che cosa sia una “ondata” – termine privo di valenza scientifica – abbiamo adottato un criterio grafico. In base a questo risulta che tutti i Paesi citati da Trump, tranne l’Italia, siano attualmente alle prese con una seconda ondata. Ma, in base allo stesso criterio, risulta che la situazione negli Usa sia ancora peggiore.

Negli Usa infatti è in corso una seconda ondata, con picchi ampiamente superiori a quelli della prima e con numeri giornalieri, anche in proporzione alla popolazione, più alti di quelli degli altri Paesi citati.

Per quanto riguarda poi l’Italia, dai dati emerge che non si possa parlare di una nuova ondata di contagi in corso: da fine maggio, al netto di alcune lievi oscillazioni, la curva dei nuovi contagi è rimasta piatta, costantemente sotto la soglia di 10 nuovi contagi per milione di abitanti al giorno.

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