Alcuni ricercatori hanno deciso di utilizzare il Sismg, data la rappresentatività dei suoi dati e la possibilità di confrontarli con l’andamento normale dei decessi, per comprendere l’impatto sulla mortalità del nuovo coronavirus.
Nel
rapporto “Andamento della Mortalità Giornaliera (Sismg) nelle città italiane in relazione all’epidemia di Covid-19”,
pubblicato il 30 marzo 2020 sul sito della rivista
Epidemologia e Prevenzione, alcuni ricercatori del Dipartimento di Epidemiologia SSR Regione Lazio e del Ministero della Salute hanno confrontato la mortalità registrata con quella attesa per un sottoinsieme di 19 città (quelle con i dati aggiornati quotidianamente).
Da questo rapporto
emerge come, in concomitanza con la diffusione della Covid-19, il divario tra morti registrate e morti attese si sia allargato notevolmente. Questo fenomeno
ha riguardato in particolar modo le città dell’area del Nord (Aosta, Bolzano, Trieste, Torino, Milano, Brescia, Verona, Venezia, Bologna, Genova), tra quelle maggiormente colpite dall’epidemia [1].
In queste città i decessi giornalieri degli over-65 sono iniziati
ad aumentare a partire dalla settimana che va dal 7 al 13 marzo scorso, arrivando a discostarsi in maniera considerevole dalle attese nella settimana dal 14 al 20 marzo. In particolare, invece delle circa 130 morti giornalieri attese, le città del Nord hanno registrato più o meno 170 morti al giorno.
Questo trend al rialzo ha riguardato in particolar modo la fascia d’età che va dai 75 agli 84 anni e quella che va dagli 85 in su (Grafico 1).