Spagna
Partendo dal basso dell’immagine, dopo l’Italia si trova la Spagna, che secondo la Lega dovrebbe mobilitare 200 miliardi di euro per combattere il coronavirus.
La cifra è corretta,
proviene direttamente dal governo spagnolo, che sul sito precisa anche che di questi 200 miliardi di euro, 117 sono pubblici e i restanti a carico dei privati.
Dei 117 miliardi pubblici, 100 miliardi – che con il contributo dei privati arriveranno a 150-200 miliardi – sono garanzie di liquidità che lo Stato dà al tessuto economico del Paese, a cui vanno aggiunti altri 2 miliardi di garanzie pubbliche stanziati per le imprese esportatrici.
Se
confrontiamo la cifra intera (200 miliardi) con il Pil della Spagna – 1.245 miliardi di euro nel 2019 – in percentuale corrisponde al 16 per cento (il sito del governo spagnolo sostiene corrisponda a quasi il 20 per cento del Pil ma l’arrotondamento è decisamente per eccesso). Dunque meno rispetto ai 350 miliardi dell’Italia, pari al 20 per cento del Pil.
Francia
Dopo la Spagna viene la Francia. Anche in questo caso la cifra di 300 miliardi è corretta e, come
riferisce Politico.eu, è la cifra che il ministro dell’Economia francese Bruno Marie ha dato il 17 marzo circa i prestiti garantiti dallo Stato che le banche potranno dare. Di nuovo, quindi, una cifra che non va paragonata ai 25 miliardi di euro dell’Italia, ma semmai ai 350 miliardi di liquidità che sarà garantita dal nostro Stato. Se
guardiamo al rapporto con il Pil (2.419 miliardi nel 2019), lo stanziamento francese rappresenta meno del 12,5 per cento.
Regno Unito
Per quanto riguarda il Regno Unito, di nuovo la cifra riportata – 330 miliardi di sterline, circa 360 miliardi di euro –
è corretta in base a quanto dichiarato il 17 marzo dal ministro dell’Economia britannico, Rishi Sunak. Ma, di nuovo, è da riferirsi alla liquidità che lo Stato intende garantire al tessuto economico del Paese, e non a maggiori spese previste dello Stato.
Dunque di nuovo è improprio il confronto con i 25 miliardi di euro dell’Italia. In rapporto al Pil britannico (2.523 miliardi di euro nel 2019)
si tratta del 14 per cento circa.
Stati Uniti
Infine gli Stati Uniti. La cifra di 850 miliardi di dollari
è stata rivista al rialzo dal governo americano, e attualmente si parla di una cifra ancora più grande, di 1.000 miliardi di dollari (one trillion), cioè circa 917 miliardi di euro.
Differentemente dalle misure dei Paesi europei visti finora, i quali mobilitano generalmente risorse a garanzia dei prestiti contratti dalle imprese, quello del governo americano è un piano di stimolo basato su un aumento del bilancio federale, attraverso un ingente aumento dell’indebitamento pubblico. Un piano che si basa su un’iniezione di liquidità nel sistema economico del Paese: 300 miliardi di dollari di questi mille
dovrebbero essere, di fatto, tasse che non verranno fatte pagare per 90 giorni; altri 250 miliardi di dollari dovrebbero essere soldi che verranno messi in tasca (non è chiaro in che forma) ai cittadini statunitensi.
Data la natura di questo intervento, i 1.000 miliardi di dollari americani (come detto, circa 917 miliardi di euro) sono quindi, pur con tutte le incertezze e le comunque significative differenze, in effetti paragonabili coi 25 miliardi dell’Italia.