Stanziamenti degli Stati per combattere il coronavirus: la Lega sbaglia il confronto

Pagella Politica
La pagina ufficiale della Lega su Facebook ha condiviso il 17 marzo questo post:
La grafica lascia intendere che l’Italia spenda per l’emergenza coronavirus molto meno di tutti i principali Paesi europei e degli Stati Uniti. Si tratta di disinformazione. Andiamo a vedere perché.

Le cifra dell’Italia e della Germania

Come abbiamo spiegato in una nostra precedenti analisi, i 25 miliardi di euro dell’Italia – stanziati con il decreto “Cura Italia” del 16 marzo – sono soldi che lo Stato prevede di spendere nell’immediato futuro per far fronte alla crisi economica causata dall’emergenza coronavirus.

Questi soldi andranno, in particolare, a potenziare il servizio sanitario e la protezione civile, a finanziare gli ammortizzatori sociali e a dare sostegno all’occupazione, a garantire liquidità al tessuto economico e a finanziare aiuti fiscali alle imprese e alle persone.

I 550 miliardi della Germania non sono soldi che Berlino intende spendere immediatamente per l’emergenza coronavirus, ma è la liquidità che la Banca pubblica di investimenti tedesca (KfW), un ente assimilabile alla nostra Cassa depositi e prestiti, è in grado di garantire al momento al tessuto economico del Paese. Se sarà necessario, hanno garantito dal governo tedesco, la cifra verrà aumentata.

Paragonare questa cifra con i 25 miliardi di euro dell’Italia non ha senso: metteremmo a confronto una garanzia di liquidità (i 550 miliardi tedeschi) con delle spese previste per lo Stato (i 25 miliardi italiani). La cifra a cui guardare per l’Italia, come abbiamo scritto, è quella di 350 miliardi di euro, che sono i finanziamenti che secondo il governo dovrebbero essere garantiti all’economia reale (come ha spiegato a Pagella Politica l’economista Andrea Terzi, questa cifra è realistica). In rapporto al Pil lo stanziamento dell’Italia (pari al 20 per cento circa) è addirittura superiore a quello della Germania (pari al 16 per cento circa).

Fatta chiarezza su questo aspetto metodologico, e sulle cifre di Italia e Germania, andiamo a vedere le cifre riferite agli altri Paesi citati dall’immagine condivisa dalla Lega.

I numeri degli altri Paesi

Spagna

Partendo dal basso dell’immagine, dopo l’Italia si trova la Spagna, che secondo la Lega dovrebbe mobilitare 200 miliardi di euro per combattere il coronavirus.

La cifra è corretta, proviene direttamente dal governo spagnolo, che sul sito precisa anche che di questi 200 miliardi di euro, 117 sono pubblici e i restanti a carico dei privati.

Dei 117 miliardi pubblici, 100 miliardi – che con il contributo dei privati arriveranno a 150-200 miliardi – sono garanzie di liquidità che lo Stato dà al tessuto economico del Paese, a cui vanno aggiunti altri 2 miliardi di garanzie pubbliche stanziati per le imprese esportatrici.

Se confrontiamo la cifra intera (200 miliardi) con il Pil della Spagna – 1.245 miliardi di euro nel 2019 – in percentuale corrisponde al 16 per cento (il sito del governo spagnolo sostiene corrisponda a quasi il 20 per cento del Pil ma l’arrotondamento è decisamente per eccesso). Dunque meno rispetto ai 350 miliardi dell’Italia, pari al 20 per cento del Pil.

Francia

Dopo la Spagna viene la Francia. Anche in questo caso la cifra di 300 miliardi è corretta e, come riferisce Politico.eu, è la cifra che il ministro dell’Economia francese Bruno Marie ha dato il 17 marzo circa i prestiti garantiti dallo Stato che le banche potranno dare. Di nuovo, quindi, una cifra che non va paragonata ai 25 miliardi di euro dell’Italia, ma semmai ai 350 miliardi di liquidità che sarà garantita dal nostro Stato. Se guardiamo al rapporto con il Pil (2.419 miliardi nel 2019), lo stanziamento francese rappresenta meno del 12,5 per cento.

Regno Unito

Per quanto riguarda il Regno Unito, di nuovo la cifra riportata – 330 miliardi di sterline, circa 360 miliardi di euro – è corretta in base a quanto dichiarato il 17 marzo dal ministro dell’Economia britannico, Rishi Sunak. Ma, di nuovo, è da riferirsi alla liquidità che lo Stato intende garantire al tessuto economico del Paese, e non a maggiori spese previste dello Stato.

Dunque di nuovo è improprio il confronto con i 25 miliardi di euro dell’Italia. In rapporto al Pil britannico (2.523 miliardi di euro nel 2019) si tratta del 14 per cento circa.

Stati Uniti

Infine gli Stati Uniti. La cifra di 850 miliardi di dollari è stata rivista al rialzo dal governo americano, e attualmente si parla di una cifra ancora più grande, di 1.000 miliardi di dollari (one trillion), cioè circa 917 miliardi di euro.

Differentemente dalle misure dei Paesi europei visti finora, i quali mobilitano generalmente risorse a garanzia dei prestiti contratti dalle imprese, quello del governo americano è un piano di stimolo basato su un aumento del bilancio federale, attraverso un ingente aumento dell’indebitamento pubblico. Un piano che si basa su un’iniezione di liquidità nel sistema economico del Paese: 300 miliardi di dollari di questi mille dovrebbero essere, di fatto, tasse che non verranno fatte pagare per 90 giorni; altri 250 miliardi di dollari dovrebbero essere soldi che verranno messi in tasca (non è chiaro in che forma) ai cittadini statunitensi.

Data la natura di questo intervento, i 1.000 miliardi di dollari americani (come detto, circa 917 miliardi di euro) sono quindi, pur con tutte le incertezze e le comunque significative differenze, in effetti paragonabili coi 25 miliardi dell’Italia.
Elaborazione sui dati riportati dai siti istituzionali o attribuite al governo da autorevoli fonti di stampa circa le cifre garantite dai vari Stati, e sui dati Fmi per il rapporto col Pil
Elaborazione sui dati riportati dai siti istituzionali o attribuite al governo da autorevoli fonti di stampa circa le cifre garantite dai vari Stati, e sui dati Fmi per il rapporto col Pil
I 1.000 miliardi di dollari americani non sono invece direttamente paragonabili coi 350 miliardi dell’Italia, i 550 miliardi della Germania, i 200 miliardi della Spagna e via dicendo, che possiamo però mettere a confronto tra loro.
Elaborazione sui dati riportati dai siti istituzionali o attribuite al governo da autorevoli fonti di stampa circa le cifre garantite dai vari Stati, e sui dati Eurostat per il rapporto col Pil
Elaborazione sui dati riportati dai siti istituzionali o attribuite al governo da autorevoli fonti di stampa circa le cifre garantite dai vari Stati, e sui dati Eurostat per il rapporto col Pil

In conclusione

La pagina ufficiale Facebook della Lega ha condiviso un’immagine in cui i 25 miliardi stanziati dal governo italiano con il decreto “Cura Italia” vengono messi a confronto con gli stanziamenti di altri grandi Paesi occidentali. Abbiamo verificato e si tratta di disinformazione.

La cifra riferita all’Italia non è quella giusta per il confronto con tutti i Paesi citati, tranne (almeno in parte) gli Stati Uniti.

I 25 miliardi di euro costituiscono infatti un aumento del bilancio dello Stato nel prossimo futuro, e non possibili garanzie sui prestiti chiesti dal settore privato come i 550 miliardi tedeschi, i 300 miliardi francesi e via dicendo.

A quest’ultima categoria – quella delle garanzie – appartengono semmai i 350 miliardi di euro di finanziamenti che l’Italia dovrebbe mettere a disposizione delle imprese per far fronte all’emergenza coronavirus.

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