Negli ultimi giorni ha fatto discutere, a livello europeo e italiano, la notizia secondo cui la prima ministra della Finlandia Sanna Marin – già nota al di fuori dei confini nazionali per la sua giovane età – avrebbe proposto di accorciare la settimana lavorativa a quattro giorni o di ridurre da otto a sei ore la giornata lavorativa.
La notizia, per come è stata presentata, è tuttavia falsa. Vediamo che cos’è successo, com’è nata e com’è stata smentita questa bufala.
Dove è nata la notizia
Secondo la ricostruzione della testata finlandese Newsnowfinland.fi del 6 gennaio – confermata anche dalle nostre ricerche sul web – la notizia (fuorviante) che la premier Marin avrebbe proposto di accorciare la settimana e la giornata lavorativa è stata data il 2 gennaio dalla testata Neweurope, che ha sede a Bruxelles.
Attualmente sul sito di Neweurope è presente una versione corretta dell’articolo, in cui si specifica immediatamente che la proposta è stata avanzata da Marin quando era ancora ministro dei Trasporti, nell’agosto 2019, nel corso della festa per il centoventesimo anniversario della nascita del Partito socialdemocratico finlandese. Durante quell’evento, Marin aveva elencato la riduzione delle ore di lavoro settimanali come una delle tre utopie che l’attuale prima ministra vorrebbe vedere realizzate nel futuro (le altre due sono una maggiore «lotta alla povertà infantile» e un futuro in cui gli anziani siano accuditi in maniera adeguata) [1].
Dunque non solo queste dichiarazioni sono state rilasciate da Marin prima di diventare prima ministra, ma anche al di fuori delle sedi istituzionali e senza l’intenzione di porre il tema all’interno dell’agenda dell’attuale governo (che, lo ricordiamo, è sostenuto da una coalizione di diverse forze politiche). Infatti, la riduzione delle ore di lavoro è intesa da Marin come un risultato ideale a cui aspirare (da cui il termine “utopia”), più che come una misura da adottare nel breve periodo.
La notizia data da Neweurope il 2 gennaio, tuttavia, era diversa. Possiamo vederne il contenuto grazie allo strumento Way back machine, dell’organizzazione Internet archive. Nella sua versione originale l’articolo cominciava così: «Sanna Marin, la nuova prima ministra finlandese da inizio dicembre, ha chiesto di introdurre un orario di lavoro flessibile nel Paese che prevederebbe una settimana lavorativa di quattro giorni e di sei ore lavorative al giorno».
L’unico riferimento al contesto in cui Marin avrebbe avanzato la proposta è contenuto in queste righe: «La sua coalizione ha chiesto un periodo di prova per il nuovo orario di lavoro, in occasione del centoventesimo anniversario del partito socialdemocratico» (che non viene specificato quando sia stato celebrato).
L’articolo condensa erroneamente in un’unica proposta – la settimana da quattro giornate da sei ore – quelle che invece sono, come risulta da un tweet di Marin in proposito sempre di agosto 2019, due misure distinte. Ma non solo.
Non risulta infatti che la coalizione di governo in Finlandia abbia chiesto un periodo di prova per queste misure, e più in generale l’articolo crea l’impressione (priva di fondamento e, come vedremo più avanti, ufficialmente smentita) che Marin voglia portare avanti queste proposte nella sua azione di governo.
Dopo la pubblicazione di questo articolo, incompleto e fuorviante, la notizia ha iniziato a circolare in questa versione nel resto d’Europa.
La ricostruzione di Newsnowfinland.fi si concentra in particolare su come la notizia sia stata ripresa dalle testate inglesi (ma vengono citate anche siti di informazione belgi, radio irlandesi, pubblicazioni negli Stati Uniti, India e Australia).
Guardiamo a quanto è successo nel nostro Paese.
La diffusione della notizia in Italia
La prima testata a rilanciare la notizia nella sua versione scorretta in Italia, il 3 gennaio, è stata il quotidiano La Repubblica.
Il giorno dopo, molte altre testate hanno commesso lo stesso errore: Il Messaggero, Il Fatto Quotidiano, Open, Vanity Fair, Huffington Post, TgCom24, Fanpage, SkyTg24 e l’elenco potrebbe continuare.
Tutti gli articoli attribuiscono alla giovane neo-premier finlandese l’intenzione di portare avanti nella sua azione di governo la proposta della settimana lavorativa da quattro giorni di sei ore.
All’8 gennaio la maggior parte dei siti di informazione riporta la notizia ancora nella sua versione errata.
La smentita ufficiale del governo finlandese
Che la notizia, per com’è stata riportata da molti mezzi di informazione, sia scorretta non lo dicono soltanto le testate come Newsnowfinland.fi che hanno ricostruito la vicenda e che hanno controllato il contenuto del programma di governo, verificando l’assenza delle proposte in questione.
È lo stesso governo finlandese ad aver chiarito ufficialmente la vicenda – in particolare per quanto riguarda le quattro giornate lavorative – con un tweet del 7 gennaio dal contenuto inequivocabile: «Nel programma del governo finlandese non c’è menzione della settimana lavorativa di quattro giorni. La questione non è nell’agenda del governo finlandese. La prima ministra Sanna Marin ha prospettato brevemente l’idea nel corso di un panel di discussione lo scorso agosto mentre era ministro dei Trasporti, e non c’è stata alcuna recente attività [in proposito n.d.r.]».
Conclusione
La notizia che la prima ministra della Finlandia Sanna Marin abbia intenzione di introdurre la settimana lavorativa di quattro giorni da sei ore è falsa.
Marin ha sostenuto che l’idea, oltretutto o della settimana di quattro giorni o dei giorni di sei ore (non entrambe insieme), potesse essere presa in considerazione ad agosto 2019 a un evento di partito. Non ha mai portato avanti la proposta nelle sedi istituzionali né in qualità di ministro prima, né ora in qualità di premier.
Nel programma del governo finlandese non c’è traccia di una simile proposta e da quando Marin è primo ministro non ci sono stati passi in avanti in questa direzione.
Lo hanno chiarito sia fonti di stampa, già il 6 gennaio, sia direttamente il governo finlandese, via Twitter, il 7 gennaio.
[1] Ecco la traduzione delle parole di Sanna Marin: «Se menziono tre cose concrete che personalmente vorrei vedere [realizzate n.d.r.] penso a quelle utopie che nel futuro, e spero nel futuro prossimo, […] possiamo portare a compimento. Per quanto riguarda il lavoro, una settimana di quattro giorni lavorativi, una giornata di sei ore. Perché non può essere il passo successivo? Le 8 ore lavorative sono la verità assoluta? È mia opinione che le persone meritino più tempo per la famiglia, per i loro hobby e per altre attività. Il secondo passo potrebbe essere affrontare la povertà infantile con maggiore severità rispetto ad adesso, così che nessuno dei nostri bambini debba vivere in una famiglia afflitta da povertà. E il terzo passo concreto sarebbe far si che le persone non abbiano paura di invecchiare, facendo sì che quando diventano anziane, o anzi, quando ciascuno di noi diventerà anziano, non dovremo temere di non essere accuditi in maniera appropriata».
Ringraziamo i nostri colleghi finlandesi di FaktaBaari, come noi membri dell’Osservatorio europeo contro la disinformazione (network SOMA), che ci hanno gentilmente fornito una traduzione accurata delle parole della prima ministra Sanna Marin.
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