Il 10 novembre la Spagna va al voto. Anche questa volta, come già successo negli ultimi anni, si tratta di elezioni anticipate. Il Partito Socialista (Psoe) e Unidas Podemos, le due forze di sinistra uscite vincenti dalle precedenti elezioni di aprile, non sono state in grado, negli scorsi mesi, di trovare un accordo per la nascita di un nuovo governo.

Nelle ultime settimane, come ricostruito dai colleghi di Maldita e Newtral, sono circolate diverse bufale con il reale pericolo che gli elettori, prossimi alle urne, potessero cadere in trappola ed essere influenzati da notizie o informazioni false.

Passiamo in rassegna le principali.

Le schede elettorali manomesse

Nei giorni scorsi è circolato in Spagna un video (e una relativa catena di messaggi) su Whatsapp nel quale si sosteneva che le schede elettorali sulle quali al momento del voto si leggerà «Noviembre 19» sono in realtà nulle e, quindi, prive di validità. A supporto di questa tesi, il fatto che le elezioni non si tengono il 19 novembre ma il 10.

Si tratta, in realtà, di una bufala.

La dicitura «Noviembre 19» non fa riferimento al mese e al giorno dell’elezione ma al mese e all’anno in cui questa avverrà (novembre 2019, appunto). Sulla questione è intervenuto anche il Ministero dell’Interno spagnolo che ha specificato come le schede elettorali con questa dicitura siano perfettamente valide. Il voto verrà ritenuto nullo solamente se espresso in schede differenti da quelle ufficiali, manomesse o alterate.

Più spagnoli, più consenso

Il 15 ottobre 2019 in Spagna è stato diffuso un video sui social network in cui si sosteneva che negli ultimi mesi il governo spagnolo avesse allargato la platea dei votanti alle elezioni di novembre 2019 grazie alla «nazionalizzazione» di più di 200 mila «nuovi spagnoli». I presunti nuovi cittadini sarebbero gli immigrati entrati irregolarmente in Spagna nell’ultimo anno.

Se è vero che a novembre 2019 voteranno più persone rispetto a quanto fatto durante le precedenti elezioni dello scorso aprile, la crescita non può però essere direttamente collegata ai flussi migratori.

Tra gennaio e settembre 2019 i migranti irregolari che hanno raggiunto la Spagna sono stati, in totale, 24.159. Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica (Ine) l’aumento degli elettori è invece direttamente collegato alle persone che, rispetto alle elezioni del 28 aprile 2019, hanno raggiunto la maggiore età.

Non è successo in Spagna ma in Brasile

Negli ultimi giorni numerosi utenti in Spagna hanno condiviso sui social un video che mostrerebbe un’insegnante colpita da dei libri lanciati da alcuni alunni. Secondo quanto riportato, si tratterebbe di stranieri non accompagnati (in Spagna conosciuti con l’acronimo di Menas). Le immagini mostrerebbero una scena accaduta in un centro educativo per minori immigrati di Granada.

Questa notizia è fuorviante e, come ricostruito da Maldita, è stata probabilmente condivisa per screditare, in vista del voto, il comportamento degli stranieri. Il video è reale ma è stato girato in una scuola di San Paolo (Brasile) lo scorso 30 maggio, non in Spagna.

Non si potrà votare contro il maltrattamento degli animali

Una bufala che è tornata a circolare in occasione delle prossime elezioni spagnole riguarda la possibilità di richiedere, in sede di voto, un’ulteriore scheda elettorale con la quale si può esprimere la propria preferenza contro il maltrattamento degli animali. Secondo quanto riportato, basterebbero 5.000 voti per dare vita ad una legge ad hoc sul tema.

Questa bufala circola in rete dal 2011 ed è stata negli anni spesso riproposta, in occasione delle elezioni, in diversi Paesi (ad esempio, in Colombia, Argentina e Uruguay).

In realtà, il 10 novembre 2019 in Spagna si vota solo per il Congresso e per il Senato e non sono previste altre votazioni. Inoltre, è sbagliato sostenere che siano sufficienti 5.000 voti per dare vita ad una legge contro il maltrattamento degli animali: secondo la Costituzione spagnola (art. 87 comma 3), è possibile avviare un’iniziativa legislativa popolare una volta raggiunte almeno le 500 mila firme.

Il finto patto segreto tra i partiti per abbassare le pensioni

In occasione delle elezioni di novembre è circolata una bufala che riguarda un presunto patto segreto tra alcuni partiti spagnoli che vorrebbero abbassare le pensioni del 20 per cento nel 2020 e del 10 per cento nel 2021.

Questa notizia è già circolata in Spagna almeno tre volte. Ad aprile 2019, i partiti interessati nel “patto segreto contro le pensioni” sarebbero stati il Pp, il Ciudadanos e Vox, a maggio la stessa bufala aveva coinvolto il Psoe, l’Unidas Podemos e il Eh Bildu. Infine, per le elezioni del prossimo 10 novembre, i partiti coinvolti sarebbero il Psoe e il nuovo partito di Errejón.

Anche in questo caso, così come nei due precedenti, non ci sono però documenti ufficiali a riguardo.