Il presidente Mozzarella e altre bufale americane

Ansa
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Il 15 ottobre il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è andato in visita negli Stati Uniti per una serie di incontri istituzionali, accompagnato dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio e dalla ministra per l’Innovazione digitale Paola Pisano.

Il giorno dopo al suo arrivo in terra americana, Mattarella ha incontrato alla Casa Bianca il presidente americano Donald Trump. Come hanno riportato i due, l’incontro è stata l’occasione per discutere (tra le altre cose) dei dazi che gli Stati Uniti vorrebbero imporre su alcuni prodotti europei (tra cui i formaggi italiani) e dell’invasione turca del nord della Siria.

Come spesso accade sui social, l’attenzione degli utenti si è però concentrata su alcuni particolari di minore spessore, inventando a volte delle vere e proprie bufale.

Vediamo le più interessanti.

Sergio “Mozzarella”?

Su Twitter è circolata molto la storia che il presidente americano Trump avrebbe confuso la pronuncia del cognome Mattarella con quella del formaggio italiano “mozzarella”. Una storia ripresa da molti utenti, tanto che l’hashtag #PresidentMozzarella è diventato di tendenza su Twitter tra il 16 e il 17 ottobre.

Analizzando la conferenza stampa si può notare però che, sebbene faccia fatica a riprodurre fedelmente il cognome Mattarella, Trump non pronuncia mai la parola “mozzarella”. Inoltre, dal video si può apprezzare lo sforzo di concentrazione del Presidente Trump, che prima di pronunciare “Mattarella” fa una pausa, per accertarsi di articolare al meglio il cognome del suo ospite.

Un caso simile era nato riguardo al nome del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, diventato “Giuseppi” nelle parole del presidente Trump. Un’imprecisione dovuta probabilmente dal fatto che la “e” finale di Conte in inglese si pronuncia come una “i” italiana.

Trump non sembra essere però l’unico presidente americano a far fatica con l’italiano. Per esempio, potete vedere da questo video la difficoltà dell’ex presidente Barack Obama nel riportare il nome della moglie dell’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi o il modo in cui prova a pronunciare l’espressione italiana “patti chiari, amicizia lunga”.

A dirla tutta, i presidenti degli Stati Uniti non sono gli unici cittadini americani ad avere problemi di pronuncia delle parole italiane, come questo simpatico  video dimostra.

L’alleanza millenaria che non esiste

Oltre alla pronuncia del cognome del presidente Mattarella, c’è un’altra espressione utilizzata da Trump nel corso della conferenza stampa tra i due capi di Stato che ha scatenato gli utenti Twitter (italiani e non). Secondo molti, Trump avrebbe detto che l’Italia e gli Stati Uniti sono legati da «un’amicizia millenaria», che risalirebbe ai tempi di Roma.

Si tratterebbe di un’evidente assurdità storica, dato che gli Stati Uniti moderni hanno una storia molto più recente (la dichiarazione di indipendenza è del 1776) e che riecheggia una gaffe (questa però reale) dell’attuale ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Questi, nel febbraio 2019, citò la «tradizione democratica millenaria» della Francia.

Come si può però vedere nel tweet della Casa Bianca (foto sotto), in realtà non è l’alleanza tra il nostro Paese e gli Stati Uniti ad avere mille anni, ma la «comune eredità politica e culturale» che lega i due Paesi e che risale ai tempi dell’Antica Roma.
Un’espressione molto più sfumata e, questa, corretta. L’influenza culturale dell’impero Romano sulla cultura statunitense – mediata da secoli di storia e dalla cultura europea – è da molto tempo oggetto di studio da parte di accademici e storici, studiata in corsi universitari e ben presente anche nella cultura dei Padri fondatori statunitensi.

Diversi utenti hanno creduto che il presidente Trump fosse responsabile per quella particolare espressione, nonostante in quel momento stesse chiaramente leggendo un testo scritto. Come mostrato in questo video del Washington Post, Trump è solito rilasciare dichiarazioni imprecise – e a volte bizzarre – principalmente quando parla a braccio e non quando legge testi preparati in anticipo.

Chi è la traduttrice italiana?

Un altro caso è nato per le espressioni facciali adottate dall’interprete del presidente Mattarella mentre Trump parlava (foto sotto), riportando inoltre che la donna lavorasse per la Casa Bianca.
Figura 2: Tweet di un utente
Figura 2: Tweet di un utente
In realtà, l’interprete in questione si chiama Elisabetta Savigni Ullmann e non lavora solamente per il governo degli Stati Uniti ma anche per l’Ambasciata italiana a Washington. La donna era stata inoltre ritratta in passato in diverse occasioni, intenta a tradurre le parole dei presidenti americani e italiani, come raccontato dalla stessa Elisabetta Savigni in alcune interviste con la stampa italiana negli anni passati.

Abbiamo provato a contattarla per ricevere un commento riguardo alle sue espressioni, ma non abbiamo ancora ricevuto risposta.

Altri utenti si sono invece chiesti perché la traduzione non avvenisse in simultanea e perché i traduttori sedessero alle spalle dei due presidenti. Come spiegato in questo video pubblicato da Wired, gli interpreti hanno diverse tecniche per tradurre al meglio le parole dei leader politici.

Queste includono il fatto di sedersi alle spalle degli interlocutori e di prendere appunti quando i discorsi sono troppo lunghi (come si può notare nel video dell’incontro tra Trump e Mattarella).

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