In seguito alla maratona negoziale avvenuta la notte dell’11/12 febbraio, i presidenti Hollande, Poroshenko, Putin e la cancelliera Merkel hanno trovato un accordo che dovrebbe fermare il conflitto ucraino. Sull’efficacia di questo nuovo accordo non siamo certo i più qualificati per esprimerci, ma cogliamo l’occasione per passare in rassegna alcuni fact-check pubblicati sulla crisi ucraina negli scorsi mesi.


La Crimea


A marzo, in una rara intervista televisiva, Beppe Grillo rispondeva ad una domanda di Enrico Mentana sul referendum di adesione alla Russia organizzato in Crimea. Il leader M5S sosteneva che in Crimea c’era stato un referendum con 150 che hanno visionato delle Nazioni Unite”. In realtà non solo il Consiglio di Sicurezza si era espresso a favore della sovranità territoriale ucraina (facendo scattare il veto russo), ma né l’ONU né l’Osce hanno dato il loro imprimatur sul risultato del referendum. Il nostro verdetto? Pinocchio andante.


Qualche mese dopo, è il turno di Berlusconi di sottolineare – questa volta correttamente – che la Crimea era stata ceduta dalla Russia all’Ucraina nel 1954 e che il 75% dei cittadini della penisola erano russofoni.


Sul referendum in Crimea interviene anche Salvini a dicembre. La sua affermazione che “C’erano degli osservatori internazionali [al referendum in Crimea] e i “sì” hanno ottenuto il 97% dei voti” è vera a metà. Assenti ONU e Osce gli unici osservatori erano una delegazione auto-costituita di parlamentari ed eurodeputati la cui visita in Crimea era contornata da forti connotazioni politiche (tra i “leader” il polacco Mateusz Piskorski, membro del partito polacco di estrema destra Samoobrona e l’austriaco Ewald Stadler, europarlamentare ed ex membro del Partito della Libertà austriaco).


Il confronto con la Polonia


Con l’Ucraina divisa tra una visione europea o una trazione russa, l’allora Presidente della Commissione europea Barroso sottolineava come l’adesione all’Ue poteva essere benefica per il Paese attraverso un confronto con la Polonia. Secondo i dati (corretti) citati da Barroso, mentre nel 1990 l’Ucraina era davanti sia in termini di Pil assoluto che pro capite, oggi è la Polonia ad avere un Pil tre volte superiore a quello ucraino.


L’occupazione


Con l’intensificarsi della presenza russa, Silvio Berlusconi ha affermato addirittura che nell’Ucraina dell’Est “è stata denunciata una violazione della sovranità nazionale invece c’è stata solo una spedizione per scopi umanitari, il popolo russo non poteva lasciare indifeso quel 50% e passa dell’Ucraina costituito da russi”. Inevitabile l’attribuzione della “Panzana pazzesca” – non solo la Russia ha inviato armi e fornito addestramento ai ribelli, ma il crescente numero di soldati russi tornati morti dall’Ucraina mette fine ad eventuali dubbi sull’intervento militare russo. Come se non bastasse, la popolazione ucraina di etnia russa è meno di un quinto, ben inferiore al 50% e passa citato da Berlusconi.



La reazione europea


E’ di appena qualche settimana fa l’ultimo fact-check pubblicato sull’Ucraina. Dal suo profilo Twitter Matteo Salvini denunciava che “La Commissione Europea vuole REGALARE 1,8 MILIARDI all’#UCRAINA, anziché aiutare i CITTADINI EUROPEI in difficoltà”. In realtà i fondi non si possono considerare regalati – si tratta di un prestito in più tranche legate al rispetto di determinate condizioni – e questi sono fondi che l’Ue prende in prestito a sua volta, quindi non sottratti ad altri programmi di politica sociale dell’Ue. Un “Pinocchio andante” ampiamente meritato.