Le elezioni greche si avvicinano e l’Europa trattiene il fiato. Alexis Tsipras sembra pronto a portare il suo Syriza alla vittoria, anche se non è detto che riuscirà a formare una coalizione ampia a sufficienza per garantirgli una maggioranza in parlamento. Quali conseguenze avrebbe un potenziale governo Tsipras sulle politiche economiche dell’Eurozona? Che ripercussioni ci sarebbero, alla luce dell’eventuale vittoria di Podemos (movimento “amico” di Syriza) alle prossime elezioni di dicembre? Sono questi gli interrogativi che analisti più esperti di noi si pongono e ai quali solo il tempo potrà dare una risposta sicura.


Quel che è certo è che i greci vanno alle urne con alle spalle una recessione mostruosa che ha fatto registrare una riduzione cumulata del Pil pari al -23,7% dal 2007 al 2013. Una diminuzione che non ha eguali in Europa, nonostante alcuni leader nostrani sostengano goffamente che l’Italia detenga il primato del calo del Pil durante la crisi.


I nostri politici non sono i soli a esprimere la propria opinione sulla grave crisi greca. Non è infatti mancata la voce di eccellenti personalità alle prese con confronti arditi (se non completamente fuori luogo) tra la depressione Greca del 2007-2013 e altre recessioni storiche. E’ il caso dell’illustre economista (e premio Nobel) Joseph Stiglitz, che dalle pagine del Guardian sosteneva che “Il declino del Pil greco dal 2010 è molto peggiore di quello che ha affrontato l’America durante la Grande Depressione degli anni ‘30”. In realtà, come si apprende dall’analisi pubblicata sul nostro spin-off europeoFactCheckEU.org, e come prova la grafica dell’Economist riportata in basso, le due recessioni sono assolutamente comparabili. Anzi, durante la Grande Depressione americana il Pil ha raggiunto un punto più basso rispetto al livello pre-crisi di quello greco negli anni della recessione.



Stiglitz è in buona compagnia: Dimitrios Papadimoulis, europarlamentare di Syriza e vice-presidente del Parlamento Europeo si è reso portatore di un paragone ancora più azzardato. Secondo Papadimoulis la recessione attuale sarebbe stata addirittura peggiore di quella vissuta dalla Grecia durante la II Guerra Mondiale. Considerata la brutale occupazione nazi-fascista del Paese, tale affermazione non lascia indifferenti e fortunatamente non corrisponde al vero. Sempre secondo FactCheckEU, infatti, il Pil pro capite della Grecia si è più che dimezzato (-64%!) nel periodo 1940-1945: si tratta di una riduzione che è quasi il triplo di quella che il Paese ellenico si è trovato a fronteggiare recentemente.



Questa raccolta di dichiarazioni distorte non ha lo scopo di sminuire il crollo economico che i greci si sono trovati a fronteggiare e che affrontano tuttora. Ciò che è interessante notare – e quel che ancora di più colpisce – è che anche in questo caso, in cui i numeri sono già di per sé piuttosto impressionanti, c’è chi trova il tempo per enfatizzare e operare confronti inflazionati, ad effetto e soprattutto sbagliati.