Il 29 maggio 2019, in una diretta su Facebook, il leader della Lega Matteo Salvini ha commentato il meteo degli ultimi giorni, dicendo (min. -4:49): «Ci hanno parlato di riscaldamento globale, ma non ricordo un maggio così freddo e piovoso nella mia vita: speriamo che arrivi ‘sto caldo».

Già nei suoi comizi in campagna elettorale il ministro dell’Interno aveva rilasciato dichiarazioni simili. Per fare solo un esempio, il 19 maggio, a Sassuolo, Salvini aveva detto che «da quando hanno lanciato l’allarme del riscaldamento globale, fa freddo e c’è la nebbia: lo sto aspettando, questo riscaldamento globale».

Questi messaggi ricordano alcuni tweet del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, da sempre dubbioso sull’esistenza dei cambiamenti climatici. Concetti simili sono stati espressi anche sulle prime pagine di alcuni quotidiani come Il Tempo e Libero. Quest’ultimo il 6 maggio scorso titolava: «Riscaldamento del pianeta? Ma se fa freddo».

In sostanza, Salvini lascia intendere che se il riscaldamento globale fosse un fenomeno reale, farebbe sempre più caldo e il meteo di tutti i giorni ne sarebbe una dimostrazione.

Questa argomentazione, però, contiene almeno due errori, che dimostrano come il ministro dell’Interno non abbia capito come funziona davvero il riscaldamento globale. Vediamo perché.

Che cos’è il riscaldamento globale?

Partiamo da un dato di fatto: il riscaldamento globale è un fenomeno reale, causato dall’essere umano.

Su questo punto, il consenso degli scienziati è pressoché unanime: tra il 97,2 per cento e il 99,9 per cento dei ricercatori – a seconda degli studi – sostiene che attività come l’emissione in atmosfera di anidride carbonica (CO2) abbiano causato un aumento della temperatura media globale di 1°C rispetto ai livelli pre-industriali dell’Ottocento, con conseguenze sempre più gravi per il nostro pianeta e le specie viventi che la abitano.

L’ultimo rapporto dell’Onu sul clima – pubblicato l’8 ottobre 2018 – spiega, tra le altre cose, che i prossimi 11 anni (entro il 2030) saranno cruciali per evitare che l’aumento della temperatura media globale sia superiore a 1,5 °C: la soglia che, nei modelli previsionali degli scienziati, è considerata il limite massimo per poter contenere e gestire gli effetti del riscaldamento globale.

Clima e meteo sono due cose diverse

Il primo errore di Salvini è confondere il meteo con il clima.

La meteorologia studia infatti l’atmosfera terrestre – e i parametri della temperatura, umidità, vento e nuvolosità – su scala locale e nel breve periodo. Insomma, è il campo per esempio delle previsioni del meteo, che ci dicono con un certo margine di incertezza quale tempo ci sarà nei prossimi giorni.

Al contrario, la climatologia analizza i parametri sopra elencati da un’altra prospettiva, concentrandosi su intervalli di tempo più lunghi – decenni e secoli, per esempio – per descrivere su scala globale il clima del passato e prevedere quale sarà il suo sviluppo futuro.

In breve: studiare il meteo serve a capire se domani pioverà, o ci sarà il sole; studiare il clima se gli inverni di oggi sono più freddi di quelli dell’inizio del secolo, o saranno più caldi.

Utilizzare la pioggia e il freddo di alcuni giorni per mettere in dubbio l’esistenza del riscaldamento globale è dunque sbagliato.

Riscaldamento globale non significa “più caldo ovunque”

Il secondo errore di Salvini è pensare che più la temperatura della nostra atmosfera si riscalda, più debba fare caldo. Sembra una conclusione inattaccabile dal punto di vista logico, ma non è così.

È vero che il riscaldamento globale ha effetti sul meteo di tutti i giorni – anche se abbiamo visto che clima e meteo sono due diverse – ma questi effetti non sono lineari. Un aumento medio delle temperature di circa 1 °C negli ultimi 100 anni non significa che oggi, ogni giorno, dovremmo percepire un aumento identico.

Non ha senso dunque dire: «Quando ero bambino a Roma c’erano X gradi, oggi ce ne sono meno: il riscaldamento globale non c’è». Quell’aumento di temperatura registrato dalla climatologia è, appunto, un aumento medio: il clima è costituito da fenomeni complessi, e a un aumento di alcuni gradi in determinate aree della Terra può corrispondere una relativa diminuzione in altre.

Quello che conta è che, a livello globale e negli ultimi decenni, i cambiamenti della temperatura atmosferica registrati sono stati di segno positivo, e non negativo.

In conclusione

Il leader della Lega Matteo Salvini ha messo in dubbio l’esistenza del riscaldamento globale, lamentandosi della pioggia e del freddo di questo mese di maggio.

Salvini commette però due errori. Il primo è confondere la climatologia con la meteorologia; il secondo è pensare che a un aumento medio e globale delle temperature corrisponda un aumento locale.

La comunità scientifica è concorde non solo sull’esistenza del riscaldamento globale, ma anche sulla sua origine antropica. Usare il meteo per mettere in dubbio questo dato di fatto è dunque sbagliato e fuorviante.