Le vaccinazioni nei bambini vanno a rilento

Ansa
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Il 1° dicembre 2021 l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha autorizzato le vaccinazioni contro la Covid-19 nei bambini tra i 5 e gli 11 anni di età, poi iniziate il 16 dicembre. A oltre un mese e mezzo dall’inizio della campagna vaccinale nei bambini, come stanno andando le somministrazioni?

Numeri alla mano, le vaccinazioni vanno a rilento, con alcune regioni più indietro di altre. Rispetto agli altri grandi Paesi europei, l’Italia è dietro alla Spagna, ma davanti a Germania e Francia.

Un andamento molto altalenante

Ad oggi è stato vaccinato con almeno una dose il 34,3 per cento dei bambini tra i 5 e gli 11 anni e il 19,1 per cento ha ricevuto entrambe le dosi. Attualmente questa fascia anagrafica è quella con la minore copertura vaccinale, considerando che tutte le altre sono almeno all’85 per cento, anche se hanno avuto molti mesi in più per arrivare a questo livello.

Allo stesso tempo, la fascia 5-11 anni è quella con il maggior numero di persone guarite da meno di 180 giorni che non hanno ricevuto alcuna dose (dunque esentati momentaneamente dalla vaccinazione). È in questa situazione infatti il 13,4 per cento dei bambini tra i 5 e gli 11 anni contro un massimo del 4,9 per cento registrato tra quelli nella fascia 20-29 anni.

Oltre a essere a un basso livello, le somministrazioni di prime dosi sono in calo costante e in media settimanale ne vengono fatte circa 13 mila al giorno. Il loro andamento è stato sempre piuttosto altalenante. Le prime dosi erano arrivate a 20 mila il 23 dicembre, poi sono calate a 13 mila durante le vacanze natalizie per poi risalire rapidamente e arrivare a quasi 40 mila nella seconda settimana di gennaio. Poi sono calate a 35 mila per risalire a 37 mila nella terza terza settimana di gennaio, per poi scendere senza sosta fino alle attuali 14 mila prime dosi. La dinamica è stato complessivamente molto simile a quella che si è vista per le altre fasce anagrafiche nello stesso periodo.
Grafico 1. Vaccinazioni giornaliere tra i 5 e gli 11 anni in Italia
Grafico 1. Vaccinazioni giornaliere tra i 5 e gli 11 anni in Italia

Ci sono grosse differenze a livello regionale

Ci sono poi ampie differenze tra le regioni. In Puglia è stato vaccinato con almeno una dose il 50 per cento dei bambini tra i 5 e gli 11 anni, mentre nella provincia autonoma di Bolzano meno del 20 cento.

Tra il 40 e il 44 per cento ci sono Molise, Calabria e Basilicata, tra il 35 e il 40 per cento Lombardia, Sardegna, Toscana e Lazio, tra il 30 e il 35 per cento Umbria, Abruzzo, Veneto, Emilia-Romagna, provincia autonoma di Trento e Campania, tra il 25 e il 30 per cento Sicilia, Friuli-Venezia Giulia, Liguria e Piemonte. Sotto il 25 per cento troviamo infine Valle d’Aosta e Marche.
Grafico 2. Popolazione tra i 5 e gli 11 anni vaccinata con almeno una dose nelle diverse regioni italiane
Grafico 2. Popolazione tra i 5 e gli 11 anni vaccinata con almeno una dose nelle diverse regioni italiane
Anche l’andamento delle prime dosi mostra una considerevole variabilità. Quasi tutte le regioni hanno infatti un trend in calo. L’unica regione con un trend in costante crescita è il Piemonte, una di quelle complessivamente più indietro, dove attualmente viene vaccinato in media lo 0,7 per cento dei bambini tra i 5 e gli 11 anni al giorno. Anche se in calo, la Basilicata è la regione dove giornalmente viene vaccinato il maggior numero di bambini, lo 0,8 per cento.

Tra le regioni dove si va più lentamente ci sono la provincia autonoma di Trento e il Veneto, dove in media meno dello 0,17 per cento dei bambini riceve la prima dose al giorno. Tra le regioni più grandi troviamo il Lazio allo 0,44 per cento, l’Emilia-Romagna e la Lombardia allo 0,4 per cento e la Puglia e la Sicilia allo 0,25 per cento.
Grafico 3. Somministrazione prime dosi in media mobile tra i 5 e gli 11 anni nelle diverse regioni italiane
Grafico 3. Somministrazione prime dosi in media mobile tra i 5 e gli 11 anni nelle diverse regioni italiane

Come andiamo rispetto agli altri Paesi europei

Fare confronti con gli altri Paesi europei non è semplice perché i dati sulle vaccinazioni tra i bambini non vengono raccolti in modo sistematico da nessuno, neanche dal Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc). Limiteremo il confronto quindi con le principali nazioni europee.

Tra i grandi Paesi europei, la Spagna è quello più avanti con il 55,4 per cento dei bambini tra i 5 e gli 11 anni che ha ricevuto almeno una dose. Alcune regioni stanno andando molto velocemente e altre sensibilmente meno. Se in Galizia ha ricevuto almeno una dose oltre l’80 per cento dei bambini, in Catalogna sono fermi al 40 per cento.

In Germania ha invece ricevuto almeno una dose il 18,9 per cento dei 5,3 milioni di bambini tra i 5 e gli 11 anni. In Francia sono fermi a solo il 4,4 per cento dopo più di un mese e mezzo di vaccinazione e le somministrazioni giornaliere non hanno mai superato in media le 10 mila dosi al giorno. Secondo il giornalista de Le Parisien Nicolas Berrod, tra i motivi di questo lento andamento c’è la riluttanza dei genitori, le difficoltà logistiche in alcune parti della Francia e il fatto che il Paese è stato investito da una forte ondata di casi e che devono passare almeno due mesi prima di poter fare la prima dose dopo essere stati positivi.
Grafico 4. Popolazione vaccinata tra i 5 e gli 11 anni nei principali Paesi europei
Grafico 4. Popolazione vaccinata tra i 5 e gli 11 anni nei principali Paesi europei

In conclusione

In Italia le vaccinazioni dei bambini tra i 5 e gli 11 anni stanno andando a rilento: dopo un mese e mezzo di somministrazioni solo un terzo della popolazione in questa fascia di età ha ricevuto almeno una dose. Le prime dosi sono in calo costante da settimane e giornalmente meno di 15 mila bambini ricevono una dose di vaccino.

Ci sono poi forti differenze a livello regione, con la Puglia che è la migliore regione, avendo somministrato almeno una dose al 50 per cento dei bambini. In quasi tutte le regioni le somministrazioni sono in calo con l’eccezione del Piemonte che però è anche una delle regioni più indietro.

Tra i grandi paesi europei l’Italia fa sensibilmente meglio della Francia e della Germania, ma è più indietro della Spagna.

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