Il 12 ottobre, ospite a DiMartedì su La7, il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte è stato incalzato dal direttore di Libero Alessandro Sallusti, che ha accusato il M5s di poca coerenza dal momento che in passato aveva supportato alcune tesi anti-vacciniste.

L’ex presidente del Consiglio ha ribadito l’attuale linea del Movimento, favorevole al vaccino e al green pass, dichiarando (min. 23:52) che «in passato» qualche «dubbio sui vaccini» è stato espresso da persone «che hanno abbandonato il Movimento 5 stelle». Ma è davvero così?

Prima di verificare le parole di Conte, bisogna innanzitutto fare una distinzione tra i vaccini contro la Covid-19, sui quali – con rare e poco rilevanti eccezioni – il M5s si è schierato compatto a favore e tutti gli altri, in particolare quelli resi obbligatori per i bambini dal cosiddetto “decreto Vaccini” del 2017, per i quali molti esponenti dei 5 Stelle hanno espresso dubbi.

In generale, possiamo dire che chi ha assunto posizioni anti-vacciniste durante la pandemia è stato allontanato dal Movimento, mentre chi in passato si è schierato contro i vaccini obbligatori – diffondendo alle volte notizie false dal punto di vista scientifico – rimane oggi saldamente tra le fila del partito, anche con ruoli di primo piano.

Gli ex scettici in Parlamento

Dall’inizio della pandemia da Covid-19 la linea ufficiale del M5s è stata quella di sottolineare l’importanza del vaccino e i suoi effetti benefici nella lotta al virus, in particolare per voce del sottosegretario al ministero della Salute Pierpaolo Sileri. Questa posizione netta è costata al M5s numerosi attacchi da parte dei movimenti “no vax”, sfociati ad aprile scorso nell’assalto di un gazebo organizzato dai 5 Stelle a Milano per sostenere la candidata sindaca Layla Pavone.

Come accennato prima, chi sosteneva pubblicamente e con maggior forza le teorie del complotto e le tesi no vax ha abbandonato il movimento o è stato espulso, come il consigliere alla Regione Lazio Davide Barillari o la deputata Sara Cunial.

Prima della pandemia però diversi esponenti di primo piano del M5s, tuttora iscritti al Movimento, avevano espresso posizioni dubbie sui precedenti vaccini, smentendo quindi l’affermazione del presidente Conte.

Non si può non partire da Beppe Grillo: il fondatore e attuale garante del M5s è infatti ricordato per un monologo del 1998 nel quale si lanciava in affermazioni opinabili sui vaccini e sui loro risultati nel debellare difterite e poliomielite. Risale invece al 2010 un post sul suo blog dal titolo inequivocabile: “Di vaccino si può morire”.

Anche l’ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha un passato da scettico sul tema vaccini. In un post sul blog di Grillo dell’aprile 2010, un giovane Bonafede scriveva al «caro Beppe» raccontandogli di «una grande conquista» fatta dal suo studio legale: «Dopo anni di tentativi siamo riusciti a far deliberare da un giudice che non si poteva escludere il vaccino come con-causa dell’autismo in un bambino».

Sulla presunta correlazione tra vaccino e autismo si era espressa anche l’attuale vicepresidente del Senato Paola Taverna, che in un video del 2015 sottolineava la presenza di «una sentenza che sostiene che il vaccino può causare l’autismo».

Ricordiamo che, come spiegato anche dai nostri colleghi di Facta, quella sul legame tra vaccini e autismo è una frode scientifica, costruita da un medico (poi radiato), Andrew Wakefield.

Sempre Taverna affermava anche, nel 2018, che «un bambino non vaccinato è un bambino sano», e che «da piccola quando avevo un cugino che prendeva una malattia esantematica, facevamo tutti la processione a casa sua per essere contagiati e togliercela di torno».

Nel 2017 ci fu un forte scontro tra alcuni esponenti M5s e l’allora ministra della Salute Beatrice Lorenzin sul cosiddetto “decreto Vaccini”, che ha portato le vaccinazioni obbligatorie nell’infanzia da quattro a dieci. Tra i più schierati contro il provvedimento c’era Carlo Sibilia, adesso sottosegretario al ministero dell’Interno e convinto sostenitore della campagna vaccinale contro la Covid-19: quattro anni fa però diceva che l’obbligo vaccinale proposto da Lorenzin era «follia», «un Tso imposto ai nostri bambini».

Risale invece al 2014 un disegno di legge alla Camera, firmato da diversi deputati M5s tra cui la futura ministra della Salute nel governo Conte I Giulia Grillo, che proponeva di modificare la legislazione sull’obbligo vaccinale per i militari dal momento che «recenti studi hanno messo in luce collegamenti tra le vaccinazioni e alcune malattie specifiche quali la leucemia, intossicazioni, infiammazioni, immunodepressioni, mutazioni genetiche trasmissibili, malattie tumorali, autismo e allergie».

Anche in questo caso ribadiamo che tali collegamenti tra vaccini e patologie, specie quelli con leucemia e malattie tumorali, sono totalmente infondati e smentiti dalla comunità scientifica.

I dubbi di Raggi e gli altri amministratori locali

Non può essere esclusa da questo elenco l’ormai ex sindaca di Roma Virginia Raggi, che come Sibilia in passato aveva duramente criticato Lorenzin per il decreto “Vaccini”. Raggi, contrariamente alla linea del suo partito, ha preferito non esprimersi nemmeno riguardo la vaccinazione contro la Covid-19. Nonostante siano passati più di sei mesi fa da quando ha contratto la malattia, Raggi ha recentemente dichiarato di non aver ancora fatto il vaccino perché «il mio medico ha detto che ho gli anticorpi ancora alti».

Tra gli amministratori locali la lista si allunga ben oltre Raggi. Negli ultimi anni si sono espressi a vario titolo, ma sempre con scetticismo e contrarietà all’obbligo vaccinale, l’assessora del Lazio Roberta Lombardi, il deputato Stefano Buffagni (nel 2014 consigliere in Lombardia), l’ex consigliere piemontese e medico Davide Bono e la sindaca di Montelabbate Cinzia Ferri, che però di recente ha inviato i suoi concittadini marchigiani a vaccinarsi «numerosi» contro la Covid-19.

Per quanto riguarda la Covid-19 invece, l’unica esponente M5s vicina alle posizioni anti-vacciniste sembra essere Paola Soragni, consigliera M5s a Reggio Emilia che l’11 ottobre ha dichiarato «non ho paura a dire che non sono vaccinata e che per ora non intendo vaccinarmi». Non avendo nemmeno intenzione di fare il tampone, Soragni non dispone quindi del green pass, necessaria dal 15 ottobre per svolgere in presenza qualsiasi attività lavorativa, anche quella del consigliere comunale. Soragni, che si è vista negare la possibilità di partecipare alle sedute del consiglio a distanza, sta valutando se far intervenire la magistratura.

In conclusione

Il 12 ottobre il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte ha dichiarato che all’interno del suo partito «se sono stati espressi dubbi sui vaccini», lo si è fatto «in passato e da persone che hanno abbandonato il Movimento 5 stelle». Su questo punto l’ex presidente del Consiglio sembra avere la memoria piuttosto corta.

Il M5s è favorevole alla vaccinazione contro la Covid-19 e gli esponenti che si sono espressi contro il vaccino sono stati allontanati. Allo stesso tempo però, tra le fila del M5s sono ancora tanti coloro che prima della pandemia si sono espressi a vario titolo contro i vaccini, specie quelli resi obbligatori per i bambini dal decreto “Vaccini”.

Oltre al fondatore e garante Beppe Grillo, rientrano in questa categoria politici di primo piano del M5s come Alfonso Bonafede, Paola Taverna, Carlo Sibilia, Giulia Grillo e Virginia Raggi.