La campagna vaccinale rallenta, ma non c’è da preoccuparsi

Pagella Politica
Da inizio agosto le somministrazioni giornaliere dei vaccini contro la Covid-19 in Italia sono significativamente rallentate. Si è passati dalla media di oltre 500 mila inoculazioni al giorno di fine luglio a quella di 275 mila di questi giorni. Il 14 agosto si sono somministrate solo 120 mila dosi e il 15 agosto 50 mila, il livello più basso da fine febbraio.

Nonostante questo rallentamento, non c’è però troppo da preoccuparsi. Vediamo perché.

Calano molto le seconde dosi, non le prime

Il forte calo delle somministrazioni totali è dovuto principalmente al minor numero di richiami che vengono fatti in questi giorni. Adesso in media si fanno ogni giorno 139 mila prime dosi e 136 mila seconde dosi, mentre due settimane fa si facevano 156 mila prime dosi e 334 mila seconde dosi e un mese fa 93 mila prime dosi e 463 mila seconde dosi.

Tra metà giugno e luglio in Italia si sono fatti quasi solo esclusivamente richiami, dopo che a inizio giugno si era arrivati a fare oltre 500 mila prime dosi al giorno. Quest’ultimo dato era stato possibile grazie alla maggiore disponibilità di vaccini e al rinvio di due o tre settimane dei richiami dei vaccini Pfizer e Moderna. Ma la disponibilità limitata di vaccini aveva poi richiesto di fare quasi solo richiami e diminuire molto il numero di prime dosi. Tra luglio e agosto Pfizer ha infatti diminuito il proprio numero di dosi, consegnandone circa 2,1 milioni a settimana contro le 3,3 milioni di media di giugno.

Inoltre, a giugno il governo ha deciso di vietare l’utilizzo del vaccino AstraZeneca alle persone sotto i 60 anni, raccomandando l’utilizzo di un vaccino a mRna per il richiamo. Negli ultimi due mesi AstraZeneca è stato quindi quasi solo utilizzato per i richiami dei più anziani e per chi non ha scelto di ricorrere alla vaccinazione eterologa. Per le prime dosi, AstraZeneca è quindi stato quasi completamente abbandonato, così come Johnson & Johnson, che invece è fortemente sconsigliato per gli under 60.

Un calo delle somministrazioni in questo periodo dell’anno era comunque atteso: sia perché non ci sono molte dosi disponibili sia perché il personale che lavora negli hub vaccinale va in ferie. In tutti gli scorsi mesi a ogni festività, domeniche incluse, si sono osservati importanti cali nelle somministrazioni, un fenomeno che accade anche negli altri Paesi europei. Oltre a questo bisogna considerare che, per via dell’impossibilità di vaccinarsi in una regione diversa da quella dove si è residenti, è probabile che alcune persone abbiano preferito fissare un appuntamento dopo le vacanze.

Continuiamo a usare quasi tutte le dosi disponibili

Nonostante il rallentamento delle somministrazioni degli ultimi giorni, l’Italia continua a mantenere buoni ritmi nell’utilizzo delle dosi dei vaccini Pfizer e Moderna, mentre AstraZeneca non viene più consegnato alle regioni e Johnson & Johnson viene restituito alla struttura commissariale.

Se guardiamo ai giorni di autonomia, cioè al numero di dosi disponibili rapportato alla media settimanale delle somministrazioni, vediamo che ad agosto con Pfizer i giorni di autonomia hanno oscillato tra i e 3 gli 11. Per quanto riguarda Moderna nelle ultime due settimane l’autonomia è stata compresa tra i 6 e i 28 giorni. Il dato degli ultimi due giorni va preso con cautela per via del basso numero delle inoculazioni dovuto a Ferragosto. Inoltre per Moderna bisogna considerare che ad agosto c’è stato un aumento delle dosi consegnate (in due settimane ad agosto ne sono arrivate più che in tutto luglio).

Su questo aspetto in particolare persistono forti differenze tra le regioni. Alcune usano le dosi in modo molto più efficiente delle altre, arrivando ad esaurire quasi del tutto le dosi prima delle consegne. Per quanto riguarda Pfizer, ad esempio, vediamo che al 16 agosto hanno meno di un giorno di autonomia la Lombardia, la provincia autonoma di Trento e il Veneto e altre nove regioni ne hanno meno di una settimana. La prossima consegna è attesa per mercoledì 18 agosto. Per quanto riguarda Moderna la maggior parte delle regioni ha molta autonomia, ma Toscana, Umbria e Calabria per meno di dieci giorni.

Stiamo vaccinando principalmente i giovani

Da quando a metà luglio si è alzato il numero delle somministrazioni, a vaccinarsi sono stati principalmente i più giovani. Il numero di prime dosi è cresciuto particolarmente nella fascia 20-29 anni e in quella 12-19 anni, così come in quella 30-39 anni.

L’alto ritmo delle somministrazioni tra chi ha 20-29 anni ha permesso di arrivare in questa fascia al 70,2 per cento di persone che hanno ricevuto almeno una dose, superando la fascia 30-39 anni, ferma al 66,5 per cento, e avvicinandosi di molto a quella 40-49 anni, al 71,5 per cento.

In conclusione

Ad agosto c’è stato un forte rallentamento della campagna vaccinale, ma a calare sono state soprattutto le seconde dosi, mentre le prime sono più stabili. Il calo è dovuto sia al rallentamento delle attività, causato dalle ferie agostane, del personale sanitario sia per la disponibilità delle dosi.

Le regioni mantengono un buon ritmo nell’utilizzo dei vaccini Pfizer e Moderna, gli unici usati per le prime dosi, e stanno destinando le dosi alla vaccinazione dei più giovani. La fascia 20-29 anni è quella che attualmente sta mostrando una forte adesione alla campagna vaccinale, mentre in generale non ci sono prove di una diffusa esitazione vaccinale.

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