Qual è stata la dichiarazione politica più incredibile del 2015? Più di 1.200 nostri lettori hanno partecipato al sondaggio (statisticamente non rappresentativo) nel corso delle ultime settimane di dicembre: il vincitore è Matteo Renzi, che rivendica un falso primato del suo governo nel taglio delle tasse.



1° posto



Matteo Renzi: “Siamo il primo governo che abbassa le tasse”. Il 30 giugno, in un’intervista con il direttore del Sole 24 Ore Roberto Napoletano, Renzi ha sfoggiato un primato impegnativo: quello di essere il primo governo a far scendere le tasse in Italia. In realtà, ci sono stati altri esecutivi in precedenza che lo hanno fatto, e la pressione fiscale è scesa in passato più di quanto non abbia fatto finora. L’analisi completa è qui.



2° posto



Matteo Salvini: “Scuola materna di ROVERETO, hanno tolto una giostrina-maialino perché gli islamici si offendevano”. A pochi voti di distanza, una dichiarazione del leader della Lega Nord rilasciata durante una puntata di Porta a Porta. Ai primi di ottobre, Salvini aveva sostenuto che a Rovereto, in provincia di Trento, una giostrina per bambini a forma di maialino era stata rimossa per non “offendere” i credenti musulmani. Ma la vicenda è andata in modo del tutto diverso e la giostrina è ancora lì – abbiamo le prove.



3° posto



Luigi Di Maio: “L’ultima volta che si è messa la fiducia sulla legge elettorale lo ha fatto Mussolini e poi mai più”. Ad aprile del 2015, criticando la decisione di porre il voto di fiducia sull’Italicum, il deputato del M5S Luigi Di Maio ha dichiarato che l’unico precedente risaliva all’era fascista (il riferimento era alla legge Acerbo del 1923). Ma anche De Gasperi, nel 1953, mise la fiducia sulla cosiddetta “legge truffa”: in età repubblicana le leggi elettorali sono state solo quattro. L’analisi completa è qui.



4° posto



Alessandro Di Battista: “Non esiste una città che vanta oltre tremila anni di storia come Roma al mondo”. A fine giugno del 2015, l’esponente del Movimento 5 Stelle si è lasciato prendere un po’ troppo la mano nell’elencare le qualità di Roma – dimenticando altri centri urbani ben più vecchi dell’Urbe, come Atene, Gerusalemme o Damasco. In molte classifiche delle città più antiche del mondo e ininterrottamente abitate, Roma non compare neppure.



Seguono, in ordine di votazione: Salvini e il boom economico (inesistente) del 1993; Giorgia Meloni e l’euro che ha garantito sempre una crescita economica inferiore rispetto ai Paesi fuori dalla moneta unica; il numero di immigrati nel Regno Unito, che secondo Matteo Renzi sarebbe dieci volte il nostro; il vecchio luogo comune che l’Italia avrebbe la maggior parte delle opere d’arte e dei capolavori del mondo, ripetuto quest’anno da Silvio Berlusconi; il divieto – inesistente – del velo islamico nella legge italiana, citato qualche settimana fa da Giorgia Meloni; e infine il fatto che, secondo Berlusconi, la macchina statale italiana costi un terzo in più rispetto agli altri Paesi europei.