Il 29 dicembre il Presidente del Consiglio ha tenuto la consueta conferenza di fine anno. Dopo un breve discorso del presidente dell’Ordine dei Giornalisti Iacopino, in 2 ore e 15 minuti – fun fact: esattamente la durata dell’ultimo film di Star Wars – Renzi ha fatto un bilancio dell’anno appena trascorso, con l’aiuto di alcune slide.



Pagella Politica vi propone in breve uno sguardo sulle principali dichiarazioni del Premier in formato blog, ripromettendo di tornare ad occuparci anche di queste con le nostre analisi, nei prossimi giorni. E visto che è tempo di bilanci, nel corso del 2015 abbiamo analizzato 87 dichiarazioni del Presidente del Consiglio, che quattro volte si è meritato la “Panzana pazzesca”. Trovate l’elenco completo qui. Ma veniamo al discorso.



Il discorso di fine anno di Matteo Renzi in nove dichiarazioni



1. “Almeno 500 [giornalisti] hanno subito effetti in questo 2015, in alcuni casi addirittura la morte”. (Min. 11:10) – C’eri quasi



Renzi cita un documento di Reporter senza frontiere sui giornalisti uccisi nel 2015, pubblicato il 28 dicembre. In esso si dice che 110 giornalisti sono stati uccisi nel corso dell’anno, a cui si aggiungono 27 citizen journalist e altri 7 operatori dell’informazione. Lo stesso rapporto aggiunge che 153 giornalisti sono stati detenuti nel 2015 e 54 tenuti in ostaggio. Otto giornalisti risultano scomparsi durante l’anno. Il totale è di circa 320 persone. Il numero di 500 non compare nei rapporti di RSF, ma potrebbe essere il risultato della somma complessiva di tutte le categorie assimilate ai giornalisti (aggiungendo ad esempio i 161 citizen journalist, presumibilmente blogger e affini, detenuti secondo RSF).



2. “Il tasso di disoccupazione è ancora molto alto, troppo alto, ma è all’11,5%”. (Min. 14:42) – Vero



La cifra indicata da Renzi è la più recente diffusa dall’Istat, riferita al mese di ottobre 2015.



3. “I mutui, dato di ieri dell’Abi, sono a più 97 per cento rispetto allo scorso anno”. (Min. 14:50) – Vero



Il 28 dicembre 2015, l’Associazione Bancaria Italiana ha pubblicato i risultati di un’indagine condotta su “un campione rappresentativo di banche (che rappresentano oltre l’80% del mercato)”. Nei primi undici mesi dell’anno, dice l’Abi, sono stati erogati nuovi mutui per 44,3 miliardi di euro, rispetto ai 22,4 dello stesso periodo del 2014.



4. “Vediamo che ci sono […] meno immigrati dello scorso anno. Siamo al record storico, più basso in assoluto, di presenza di immigrazione in Italia”. (Min. 18:20) – Pinocchio andante



Il Premier è molto impreciso sulla diminuzione dell’immigrazione netta nel nostro Paese. A fine novembre, l’Istat ha pubblicato i dati sui flussi migratori da e per l’Italia, registrando 278 mila immigrazioni di cui l’89% straniere (il restante 11% è formato da italiani rientrati in patria). Il calo è costante negli ultimi cinque anni, periodo nel quale le emigrazioni sono più che raddoppiate: nel 2010, l’immigrazione in Italia era stata di 447 mila unità. Il record “storico” è però un’assurdità, dato che l’Italia non è sempre stata un Paese di immigrazione: lo stesso dato delle 278 mila immigrazioni è più o meno uguale a quello del 2006, quando il totale fu di 279 mila. Infine, come si vede in questo grafico, la popolazione straniera in Italia continua ad essere in aumento, avendo superato per la prima volta nel 2015 i cinque milioni di persone.



5. “C’è un indice di fiducia che è spaventosamente alto. […] Vorrei ricordarvi che l’indice dei consumatori è 117,6 e delle imprese è 105,8, leggermente in calo, di qualche decimale, rispetto al mese di novembre […]. Un anno fa eravamo a 97,4 […], e quando noi siamo partiti era al 94,5”. (Min. 32:17)C’eri quasi



Renzi cita correttamente le ultime cifre sulla fiducia di consumatori e imprese fornite da Istat su base mensile, mentre per quelle passate le rivede un po’ al ribasso. A dicembre 2015, la fiducia dei consumatori era al a 117,6, dal 118,4 di novembre; quella delle imprese era al 105,8 dal 107,1 del mese prima (l’anno di riferimento, con valore pari a 100, è il 2010). A dicembre 2014 l’indice per i consumatori era leggermente più alto di quanto indicato da Renzi, al 99,7 (quello delle imprese all’87,6), mentre nel mese in cui si è insediato il suo governo (febbraio 2014) era al 97,5 (imprese 87,9).



6. “L’Italia è il Paese, dopo il Giappone, in cui si vive più a lungo”. (Min. 37:07) – C’eri quasi



Possiamo interpretare questo dato in due modi: da un lato quello dell’attuale età media, classifica in cui l’Italia è al terzo posto dopo il Giappone e la Germania. L’altro modo è quello di considerare la classifica dell’aspettativa di vita alla nascita. In questo caso, a seconda di chi stila la classifica, l’Italia è quarta (Ocse, dati 2013), seconda a pari merito con Singapore, Spagna, Australia, Svizzera e Andorra (Oms, dati 2013), o terza a pari merito con altri otto Paesi (Banca Mondiale, dati 2013). Non proprio un secondo posto indiscusso, ma il Premier c’era quasi.



7. “L’Italia ha ridotto le emissioni, negli ultimi 25 anni […], di almeno un quarto rispetto a ciò che avevamo nel 1990”. (Min. 40:36) –



Ce ne siamo occupati in questa analisi: i dati del Ministero dell’Ambiente parlano di una riduzione del 16,1, che arriva al 20% se si tiene conto delle stime per lo scorso anno. È anche difficile citare questo dato a conferma dell’azione dell’Italia sul fronte ambientale, perché una parte consistente di questa riduzione viene dal calo dei consumi energetici, specialmente industriali, a causa della crisi. Insomma, il Premier cita una riduzione con un po’ troppo ottimismo, riconoscendole un significato che in larga parte non ha.



8. “Il nostro governo è già al numero 9 nella storia di longevità su 63”. (Min. 01:01:48) – Vero



Il governo Renzi è in carica da 676 giorni (dal 22 febbraio 2014). Come mostra questo grafico dei dieci governi italiani più longevi – Renzi escluso – l’attuale è effettivamente al nono posto. Tra una settimana, peraltro, salirà di una posizione, superando il governo Segni I, rimasto in carica per 682 giorni tra il 6 luglio 1955 e il 18 maggio 1957. Su questo, il Premier ha ragione.






9. “Mettiamo ogni anno venti miliardi sul bilancio europeo. Ne recuperiamo tra undici e dodici”. (Min. 01:15:15) –



Nel 2014 l’Italia ha contribuito al bilancio dell’Unione Europea per 14,3 miliardi di euro, ricevendone in cambio 10,6. Negli scorsi anni i numeri sono stati simili, con contributi per 15,7 miliardi nel 2013 e 14,9 miliardi nel 2012 e cifre ricevute in cambio rispettivamente di 11,9 e 9,8 miliardi (i dati si possono scaricare qui; ne avevamo già parlato diverse volte, da ultimo qui). Renzi esagera leggermente il peso del contributo nazionale al bilancio europeo e ne risulta che il saldo negativo a sfavore dell’Italia (9 miliardi) è circa il doppio della realtà.