Il 30 marzo l’aula del Senato darà il via libera definitivo alla legge delega che istituisce l’assegno unico universale per le famiglie con figli al di sotto dei 21 anni.

Secondo quanto annunciato dal presidente del Consiglio Mario Draghi e dalla ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti (Italia viva), il contributo mensile avrà un valore di circa 250 euro – gli importi esatti dovranno comunque essere definiti in futuro – e potrà essere richiesto a partire dal 1° luglio 2021. La riforma è attesa da anni e prevede che il nuovo sussidio assorba tutte le differenti misure a sostegno delle famiglie finora in vigore, in questo modo semplificandone l’accesso.

L’iniziativa legislativa porta la firma del capogruppo Pd Graziano Delrio e con lui di molti parlamentari della maggioranza del governo Conte bis, Partito democratico, Movimento 5 stelle e Italia viva. Ma già alla Camera, a luglio 2020, il testo è stato approvato quasi all’unanimità (452 sì su 453 presenti).

In questi giorni, Partito democratico e Italia viva se ne sono contesi la paternità. È «un’idea che passa dalla Leopolda alla Gazzetta Ufficiale in appena sedici mesi», ha scritto Matteo Renzi nella sua newsletter del 29 marzo. «Il faticoso affinamento delle leggi – ha replicato il deputato Pd Stefano Lepri – non si fa con gli effetti speciali delle convention, bensì con passione e pazienza».

Lepri, fra i promotori del testo ora in approvazione depositato nel 2018 con Graziano Delrio, ha rivendicato l’assegno unico universale come «merito principale (non esclusivo) del Pd» e «una grande riforma di iniziativa parlamentare».

Quando arriverà il nuovo sussidio e a chi spetterà? Vediamo meglio i dettagli.

La legge e i tempi

L’assegno unico universale verrà istituito da una legge delega, il cosiddetto “ddl Famiglia”, approvato dalla Camera a luglio 2020 e ora in aula al Senato per l’ok definitivo.

Una legge delega – lo ricordiamo – è un provvedimento con il quale il Parlamento attribuisce al governo la facoltà di disciplinare una determinata materia tramite decreti legislativi. Le due camere in questi casi definiscono i principi e i criteri al quale il governo dovrà attenersi.

Il disegno di legge sull’assegno unico universale (A.S. 1982) riordina e semplifica le misure di sostegno alle famiglie con figli a carico, facendole confluire in un solo sussidio. Il testo in realtà concede al governo 12 mesi dall’approvazione per realizzare i decreti legislativi necessari. Il presidente del Consiglio Mario Draghi e la ministra per la Famiglia Elena Bonetti hanno invece annunciato che il contributo sarà operativo dal 1° luglio 2021.

A chi spetta

L’assegno sarà “unico” perché prenderà il posto di tutti gli altri sussidi famigliari; ma soprattutto – ed è la vera novità – sarà “universale”, ovvero destinato a tutti i cittadini con figli a carico fino a 21 anni, siano essi lavoratori autonomi o dipendenti, a prescindere dal reddito, che però condizionerà l’importo.

Il nuovo beneficio verrà riconosciuto, come credito di imposta o erogazione mensile, alle famiglie per ogni figlio a carico a partire dal settimo mese di gravidanza fino al ventunesimo anno di età, «con importo maggiorato» dal terzo figlio in poi (art.2).

Dai 18 ai 21 anni la cifra sarà ridotta e potrà essere erogata direttamente al figlio maggiorenne solo nei casi in cui frequenti un percorso di formazione scolastica o professionale, un corso di laurea, svolga un tirocinio o un’attività lavorativa a basso reddito, sia registrato come disoccupato e in cerca di lavoro presso un centro per l’impiego o un’agenzia per il lavoro o svolga il servizio civile.

Il beneficio sarà accessibile ai cittadini italiani ed europei, ma anche ai cittadini provenienti da uno Stato non appartenente all’Unione europea con un permesso di soggiorno di lungo periodo o per motivi di lavoro o di ricerca di almeno un anno. Per riceverlo è necessario essere stati residenti in Italia per almeno due anni anche non continuativi o avere un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno biennale. Bisogna essere residente e domiciliati nel Paese con i figli a carico mentre si riceve il sussidio.


Schema 1: Le principali novità dell’assegno unico universale


Quale sarà l’importo

Il disegno di legge non specifica l’importo esatto e la modulazione in base ai redditi che verranno definiti nel dettaglio dai successivi decreti legislativi (cioè da atti del governo). Il 26 marzo, il presidente del Consiglio Draghi in conferenza stampa ha detto che l’assegno unico arriverà «dal 1° luglio» e varrà intorno ai 250 euro al mese «con una maggiorazione per i disabili».

La cifra non sarà la stessa per tutti. Il testo in fase di approvazione al Senato prevede solo che l’ammontare dell’assegno sia calibrato «sulla base della condizione economica del nucleo familiare» fotografata dall’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) «tenendo conto dell’età dei figli a carico» (art.1, co.1, let. b).

Come anticipato dal premier sono due le maggiorazioni previste: la prima, non meno del 30 e non più del 50 per cento, per i figli disabili fino a 18 anni (per il figlio disabile maggiorenne l’assegno continuerà a essere corrisposto per intero, ma non maggiorato); la seconda – di cui non si specifica l’entità – per le madri che abbiano meno di 21 anni.

Quali misure assorbe

L’assegno unico universale assorbirà e sostituirà tutte le misure precedenti a sostegno delle famiglie.

Verranno quindi soppressi l’assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli, attualmente riconosciuto solo a chi ha un Isee sotto una certa soglia; il bonus bebè corrisposto dal primo anno del figlio sempre in base al reddito; il premio di 800 euro alla nascita o all’adozione di un figlio; e le detrazioni Irpef per i figli a carico.

Quest’ultimo capitolo è particolarmente importante e complesso perché rientrerà nel quadro di una più ampia riforma fiscale su cui ha intenzione di lavorare il governo.