Che cosa dicono i programmi elettorali sulla violenza contro le donne

Tutti i principali partiti hanno avanzato proposte: alcune sono più dettagliate di altre
ANSA
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Secondo i dati più aggiornati del Ministero dell’Interno, tra il 1° agosto 2021 e il 31 luglio 2022 in Italia ci sono stati 125 omicidi volontari con vittime di sesso femminile, circa il 39 per cento sul totale dei 319 omicidi registrati. Nel periodo tra il 1° agosto 2020 e il 31 luglio 2021 erano stati 108. Oltre l’86 per cento delle vittime di sesso femminile è stato ucciso in ambito familiare e affettivo, e in più del 54 per cento dei casi l’assassino era un partner o un ex partner.

Con l’avvicinarsi delle elezioni politiche del 25 settembre, che cosa promettono i programmi elettorali per contrastare il fenomeno della violenza di genere? Tutti i principali partiti hanno avanzato proposte: alcune sono più dettagliate di altre.

Le proposte del centrosinistra

Nel programma della lista guidata dal Partito democratico, che al suo interno ha anche Articolo 1, c’è scritto che l’obiettivo sulla parità di genere «toccherà numerosi temi», tra cui «il contrasto alla violenza di genere, evitando l’affidamento dei figli ai genitori violenti e superando definitivamente ogni riferimento all’a-scientifica sindrome di alienazione parentale». Questa teoria, nata negli anni Ottanta, sostiene che alcuni figli, in contesti di separazioni conflittuali, possano vivere un disagio psichico a causa del plagio di uno dei due genitori. È molto contestata da un punto di vista scientifico e una sentenza del 2022 della Corte di Cassazione ha stabilito che poggia su basi pseudoscientifiche.

Per quanto riguarda la violenza di genere, il Pd promette inoltre di «rafforzare i percorsi di fuoriuscita dalla violenza», il «potenziamento delle reti e dei centri anti-violenza» e «misure per una più compiuta attuazione della Convenzione di Istanbul» del 2011. In base a questa convenzione, sottoscritta anche dall’Italia, nel nostro Paese dovrebbe esserci almeno un centro anti-violenza ogni 10 mila abitanti, un obiettivo ancora molto lontano dall’essere raggiunto.

Nel programma di Europa verde e Sinistra italiana, che saranno alleati alle elezioni con il Pd, si legge che «la violenza degli uomini contro le donne è una piaga che non si rimargina, anzi si allarga». Nel testo sono indicati alcuni interventi ritenuti «prioritari» per contrastare questo fenomeno. Tra questi, si legge che, in caso di violenza maschile contro le donne, il riconoscimento del pericolo non deve comportare «l’isolamento della vittima» ma «l’allontanamento del maltrattante».

La proposta del centrodestra

Nel programma della coalizione di centrodestra, firmato da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Noi Moderati, vengono promesse ​​«azioni incisive e urgenti per il contrasto al crescente fenomeno della violenza nei confronti delle donne», senza ulteriori dettagli.

Nel programma della Lega – l’unico dei quattro partiti della coalizione di centrodestra ad aver presentato un testo con le proprie proposte – c’è l’obiettivo «zero femminicidi». Tra le altre cose, il partito guidato da Matteo Salvini propone la «scorta alle donne vittime di stalking»; l’«arresto in flagranza per chi non rispetta le misure cautelari del Codice rosso», un disegno di legge approvato nel 2019 contro la violenza sulle donne; la creazione di «sezioni di tribunale specializzate in violenza di genere».

La proposta del Movimento 5 stelle

Il programma del partito del presidente Giuseppe Conte promette agli elettori il «potenziamento delle misure di contrasto a ogni forma di violenza contro le donne». In che modo? «Attraverso la formazione degli operatori, l’obbligatorietà e l’implementazione dei braccialetti elettronici e percorsi di recupero per i soggetti maltrattanti», e con la «riforma della disciplina degli affidi». 

Le proposte di Italia viva e Azione

Infine, vediamo che cosa propone il programma comune sottoscritto da Azione di Carlo Calenda e Italia viva di Matteo Renzi. 

Il testo ha una sezione dedicata al «contrasto alla violenza sulle donne», dove si legge che «una delle ragioni che impedisce alle donne di denunciare è la paura di ritrovarsi senza una casa e senza un reddito». Secondo Azione e Italia viva, «oltre a un percorso di allontanamento dalla violenza, è fondamentale offrire strumenti per l’empowerment delle donne e il contrasto alla violenza economica». Tra questi, ci sono l’aumento del numero dei centri antiviolenza, raggiungendo gli obiettivi europei; l’aumento dell’indipendenza delle donne ospitate nelle case rifugio; l’introduzione di sessioni di orientamento lavorativo e supporto psicologico nei centri antiviolenza; e il fermo immediato dell’indiziato per minacce, lesioni e stalking.

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