Il ministro ha interpretato queste immagini come un gesto di gratitudine nei confronti del governo italiano. In realtà, il video ha un’origine e un significato diversi: il messaggio dell’account che lo ha pubblicato non è rivolto al governo, ma ai manifestanti italiani che in questi mesi hanno scioperato e sfilato in piazza per protestare contro l’esecutivo Meloni e per esprimere solidarietà alla causa palestinese.
Il video
proviene da un profilo che si presenta come gestito da un pattinatore palestinese, «
allenatore del Gaza Freedom skater team», che da tempo condivide su Instagram i propri video tra le macerie della Striscia di Gaza, spesso accompagnati da simboli e messaggi di sostegno alla Palestina. L’8 ottobre, un giorno prima della pubblicazione di Tajani, lo stesso account aveva diffuso il video originale, che presenta alcune differenze rilevanti rispetto alla versione rilanciata dal ministro.
Innanzitutto, la colonna sonora: nel video originale si sente Figli della stessa rabbia della Banda Bassotti, gruppo ska punk romano noto per le sue posizioni di sinistra. Il testo del brano richiama esplicitamente ideali socialisti e rivoluzionari, con versi come «forte il braccio che alzerà la bandiera rossa della libertà» e riferimenti a figure come Che Guevara e Ho Chi Minh.
Anche la didascalia del post è diversa rispetto a quella pubblicata sui profili del ministro degli Esteri. Quella originale, in italiano, recita: «Oggi alzo insieme la bandiera della Palestina e quella dell’Italia per dire grazie di cuore a tutti voi che siete stati con noi in questi giorni difficili. Tra le macerie e la distruzione, la vostra solidarietà è la nostra vera speranza. Non ci avete lasciati soli, i vostri cuori sono sempre con noi. Da Gaza… a ogni persona in Italia che ci ha sostenuto: grazie, mille grazie!». Il ringraziamento, dunque, è rivolto ai cittadini italiani che hanno mostrato vicinanza alla popolazione di Gaza, non alle istituzioni.
A confermare questa interpretazione c’è un altro dettaglio. Dopo che il video è stato condiviso dal profilo di Tajani, l’account che lo aveva pubblicato ha lasciato un commento su Instagram chiedendo di rimuovere il contenuto, spiegando che era stato diffuso senza il suo consenso.