Vannacci e la Lega non vanno d’accordo su tutto

Gli OGM ne sono un esempio: il generale è un loro grande sostenitore, mentre il partito di Salvini è storicamente contrario
Ansa
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Roberto Vannacci, uno dei principali candidati della Lega alle elezioni europee dell’8 e 9 giugno, ha molte idee in comune con il partito di Matteo Salvini, dall’immigrazione alla transizione ecologica. Il generale dell’esercito, autore del criticato libro Il mondo al contrario, e il partito con cui è candidato non vanno però d’accordo su tutto.

Un caso emblematico è quello dei cosiddetti “organismi geneticamente modificati”, meglio noti con la sigla “OGM”: Vannacci è un loro grande sostenitore, mentre la Lega è storicamente contraria.

Una lotta decennale

A livello nazionale ed europeo, negli anni il partito di Salvini ha fatto della lotta agli OGM uno dei suoi caratteri distintivi nell’ambito delle politiche agricole ed alimentari, come dimostra anche una grafica pubblicata di recente sui social network dal segretario della Lega. «Cibo concepito in laboratorio? No grazie», ha scritto Salvini su X il 28 maggio, contrapponendo l’immagine di un trattore nei campi con l’immagine di uno scienziato (con tutta probabilità realizzata con un programma di intelligenza artificiale) che coltiva pomodori in un laboratorio.
Il 1° giugno, durante il comizio di chiusura della campagna elettorale a Milano, Salvini ha detto: «Se le mangi George Soros, le schifezze prodotte in laboratorio dalle multinazionali», facendo riferimento non solo al miliardario ungherese e alla “carne coltivata”, ma anche agli OGM. Nel programma elettorale per le elezioni politiche del 25 settembre 2022, la Lega proponeva di promuovere lo sviluppo delle cosiddette “tecniche di evoluzione assistita” (TEA) anziché degli OGM, che – scriveva il partito di Salvini – negli anni hanno «sollevato più di un interrogativo sulle possibili conseguenze negative in tema di conservazione di biodiversità».

La contrarietà di Salvini e della Lega verso gli OGM ha radici lontane: per esempio, nel 2012 un servizio dell’emittente televisiva TelePadania definiva l’allora Lega Nord un partito «che da sempre si batte contro le coltivazioni di OGM». Già oltre dieci anni fa Salvini aveva pubblicato tweet contro gli OGM e nel 2019, durante il secondo governo Conte, il leader della Lega aveva accusato l’allora ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova di voler «portare sulle tavole degli italiani schifezze come la carne agli ormoni o il grano OGM».

L’ostilità della Lega verso gli OGM non si è limitata solo alla comunicazione elettorale: negli anni il partito di Salvini ha presentato varie proposte in Parlamento per limitare o bloccare del tutto il commercio e l’uso di OGM in Italia. Per esempio a ottobre 2013, durante il governo Letta, il senatore della Lega Nunziante Consiglio ha presentato un disegno di legge per bloccare le sperimentazioni di coltura di OGM permesse dall’Unione europea. Quella proposta era di fatto identica ad altri due disegni di legge, presentati dalla Lega sia alla Camera sia al Senato nel 2010, durante il quarto governo Berlusconi. Nessuno di questi disegni di legge ha mai iniziato l’esame in Parlamento. 

Contro gli OGM la Lega non ha presentato solo proposte legislative. Nel 2013 alcuni senatori della Lega hanno depositato al Senato una mozione per impegnare il governo a intervenire in ambito europeo per limitare le autorizzazioni alla semina concesse agli OGM. Secondo il partito di Salvini, quella richiesta rispecchiava «la linea sempre tenuta dalla Lega Nord» sulla necessità di «far sì che gli OGM non attentino alla nostra agricoltura identitaria, culla della biodiversità che deve essere preservata». 

Un alfiere degli OGM

Al contrario del partito con cui è candidato alle elezioni europee, Vannacci è un grande sostenitore degli OGM. Nel suo libro Il mondo al contrario, autopubblicato ad agosto 2023 e criticato per alcune parti considerate omofobe e razziste, il generale affronta più volte il tema degli organismi geneticamente modificati. I toni usati da Vannacci sugli OGM sono entusiasti, mentre in alcuni passaggi del libro i critici di questi organismi sono accusati di non seguire gli studi scientifici.

Per esempio, a pagina 38 del suo libro, Vannacci scrive che la comunità scientifica «ha confermato che gli OGM sono da considerarsi sicuri almeno quanto i prodotti tradizionali». Il generale cita poi alcune ricerche che, a suo parere, dimostrerebbero che «non esiste alcuna evidenza scientifica che associ gli OGM con maggiori rischi per l’ambiente e la sicurezza alimentare rispetto alle piante e agli organismi convenzionali». Secondo il generale, chi vuole vietare la coltivazione degli OGM difende «scelte ideologiche», dal momento che la preoccupazione verso il patrimonio genetico dei cereali e delle piante  è «immotivata». «Fatto ancora più esilarante, nella sua assurdità, è la preoccupazione immotivata ma assillante verso il patrimonio genetico dei cereali e delle piante», ha scritto il generale. Uno dei messaggi più usati dalla Lega in questi anni è stato proprio quello di contrapporre l’esistenza di prodotti agricoli, per così dire, “geneticamente” italiani, come il grano, con gli OGM, considerati estranei alla nostra tradizione agricola.

Tra l’altro, nel suo libro Vannacci attribuisce le posizioni contrarie agli OGM agli «ambientalisti radicali» (per esempio Europa Verde è contraria agli organismi geneticamente modificati). In questo modo, accomuna le idee della Lega – senza però mai citarla – a quelle di uno schieramente storicamente a sinistra, creando un curioso cortocircuito. Nel Mondo al  contrario si legge infatti che sugli OGM le giustificazioni «pseudoscientifiche» addotte da quelli che secondo lui sono o «estremisti dell’ambiente» o «ribaltatori della realtà» sarebbero prive di fondamento e anzi dannose per l’ambiente stesso. «Se continuiamo a proibire gli organismi geneticamente modificati sarà molto arduo selezionare e sviluppare quelle specie vegetali molto più resistenti al calore e in grado di crescere con poca acqua tali da garantirci raccolti soddisfacenti anche nelle condizioni climatiche che verranno», si legge in un altro passaggio del libro. 

Insomma, se Vannacci riuscisse a essere eletto al Parlamento europeo e dovesse votare un qualche provvedimento sugli OGM, con tutta probabilità si troverà a votare in modo opposto al partito che lo ha candidato.

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