Davvero l’Ue ha messo Lega e Fratelli d’Italia in una «lista nera» sull’estremismo di destra?

Lo ha scritto sui social la leader di Fdi Giorgia Meloni, ingigantendo però il contenuto di una recente pubblicazione del Parlamento Ue 
ANSA/GIUSEPPE LAMI
ANSA/GIUSEPPE LAMI
Il 22 maggio la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha accusato su Facebook l’Unione europea di aver inserito il suo partito e la Lega in uno «studio» con una «lista nera» dell’estremismo di destra, in cui la crescita elettorale di Fdi sarebbe considerata uno «scenario preoccupante». Nel suo post sui social, Meloni ha condiviso un articolo del quotidiano Libero intitolato: “Follia Ue: Lega e Fdi nella lista nera”.
Immagine 1. La grafica del post pubblicato da Meloni sul suo profilo Facebook
La notizia è stata rilanciata (min. 2:45) lo stesso giorno anche dal leader della Lega Matteo Salvini, che durante il suo intervento alla scuola di formazione politica del partito ha parlato di «una lista dei cattivi da isolare», in cui comparirebbe anche la Lega. 

Che cosa c’è di vero in questa storia? Abbiamo verificato: sebbene le istituzioni europee abbiano davvero pubblicato uno studio sulla diffusione dell’estremismo di destra in Europa, Meloni e Salvini hanno ingigantito la questione e il ruolo dei loro partiti.

Di quale studio si sta parlando

Il 20 maggio la Commissione per le Libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo – una delle venti commissioni che fanno parte del Parlamento europeo – ha pubblicato uno studio dal titolo Estremismo di destra in Europa. La ricerca è stata curata da Quentin Liger e Mirja Guntheil, direttori di Asterisk Research and Analysis, una società di consulenza tedesca, e rientra tra le cosiddette “analisi di supporto”, ossia quei documenti che, privi di conseguenze legali, hanno il solo scopo di supportare il lavoro dei parlamentari europei. 

Più nel dettaglio, lo studio ha l’obiettivo di definire il concetto di “estremismo di destra”, di monitorare la violenza e i crimini d’odio commessi da soggetti e organizzazioni politiche estremiste in Europa e approfondire le norme e i provvedimenti adottati da una serie di Paesi per combattere questi fenomeni. La pubblicazione ha preso in esame sette Stati membri dell’Ue: Bulgaria, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Polonia e Svezia.

Una «lista nera» con Lega e Fdi?

Nello studio si legge che l’Italia è «tra gli Stati membri colpiti dal crescente successo di partiti populisti di destra ed estremisti». Lo studio si concentra soprattuto sul ruolo di Forza nuova e Casapound, due formazioni di estrema destra italiane, nel portare avanti «battaglie politiche ultra-nazionaliste e conservatrici, combinate con forti narrazioni xenofobe e antisemite e ideologie ultra-religiose riguardo l’aborto, l’eutanasia e i matrimoni omosessuali». Per quanto riguarda i crimini d’odio, gli autori citano come esempio l’assalto alla sede della Cgil da parte di alcuni membri di Forza nuova a ottobre 2021 e, più lontano nel tempo, l’omicidio di due cittadini senegalesi a Firenze da parte di un simpatizzante di Casapound nel 2011. 

Un paragrafo della ricerca si concentra poi sulla crescita elettorale della Lega e di Fratelli d’Italia, definiti come partiti di “destra radicale” e non di “estrema destra”, per distinguerli da Forza nuova e Casapound. Più nel dettaglio, lo studio constata che, alle elezioni europee del 2019, Lega e Fdi «hanno ottenuto insieme il 40 per cento dei voti» e che gli ultimi sondaggi del 2021 attribuivano ai due partiti «oltre il 20 per cento dei voti» alle prossime elezioni politiche. 

Al contrario di quanto scritto da Meloni, gli autori dello studio non scrivono espressamente che «la crescita elettorale di Fdi sarebbe uno scenario preoccupante». In più, né la Lega né Fdi sono state inserite in una qualche «lista nera».

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