Come funzionano le nuove “quote” per i rifugiati volute dalla Commissione Ue?
La Commissione Europea ha presentato ieri le sue proposte per affrontare in maniera più coerente i problemi legati alla migrazione di massa verso l’Europa. Tra le misure spicca la volontà di rendere più equa la partecipazione dei Paesi membri all’accoglienza dei rifugiati. La Commissione propone infatti di ridistribuire i flussi di richiedenti asilo secondo una formula che prenda in considerazione il Pil, la popolazione e il tasso di disoccupazione nei Paesi membri*.
In aggiunta, la Commissione propone di prendersi carico – in collaborazione con l’agenzia dei rifugiati Onu (Unhcr) – del trasferimento (resettlement) di 20 mila rifugiati già “schedati” dall’Unhcr.
E’ vero che l’attuale distribuzione non è equa?
Sicuramente per quanto riguarda i rifugiati cosiddetti “Unhcr quota” l’attuale distribuzione non è equa: solo quattordici Paesi Ue partecipano al progetto e circa il 34% di tutti i rifugiati accolti in questa maniera finiscono in Svezia (nonostante il Paese scandinavo rappresenti appena il 2% della popolazione Ue).
Tuttavia è da tenere in considerazione che i rifugiati “Unhcr quota” sono relativamente pochi. Allargando lo sguardo sulla presenza dei profughi nei Paesi Ue (fonte: Unchr) si evince che la Francia ne ospita attualmente il numero più alto, seguita dalla Germania. In complesso, i primi quattro Paesi in classifica ospitano circa il 67% dei rifugiati presenti in Europa, la cui popolazione totale è invece pari ad “appena” il 43% di quella comunitaria.
Passando dallo “stock” al flusso, nel prossimo grafico è chiaro lo sforzo amministrativo iniquo compiuto dai Paesi europei nel processare le nuove richieste di asilo (dati Eurostat per il 2014). Dal confronto del grafico sottostante con il primo, infatti, si nota che ai primi sei Paesi spetterebbe, con le nuove regole della Commissione, una quota di rifugiati nettamente minore alla quota attuale di nuove domande d’asilo ricevute (63% Vs 78%). Questo nonostante la suddivisione della Commissione escluda il Regno Unito*. Tra i Paesi ai quali verrebbe chiesto uno sforzo aggiuntivo spicca la Spagna, che nel 2014 ha ricevuto un numero relativamente esiguo di richieste d’asilo.
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* In virtù dei protocolli 21 e 22 dei Trattati dell’Unione Europea, il Regno Unito, l’Irlanda e la Danimarca possiedono la facoltà di non prendere parte alle decisioni del Consiglio in questo ambito, ed è per questo che sono attualmente escluse dalle quote.