La guerra in Ucraina ha costretto più di 3 milioni di persone ad abbandonare il Paese, secondo i dati più aggiornati dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr). Tra questi, al 21 marzo, quasi 60 mila sono arrivati in Italia, di cui 30 mila donne, 24 mila minori e 5 mila uomini. La maggior parte dei profughi sono diretti verso le città di Milano, Roma, Napoli e Bologna, dove in molti casi chi scappa dalla guerra può contare su amici e familiari pronti a ospitarli. Solo chi non ha nessun contatto viene indirizzato verso i centri di accoglienza straordinaria (Cas) o nelle strutture del sistema di accoglienza e integrazione (Sai), gestiti rispettivamente dalle prefetture e dagli enti locali.
Al momento la macchina dell’accoglienza italiana per i rifugiati ucraini, attivata in tempi molto rapidi, si basa soprattutto sulla disponibilità di singoli cittadini e sul lavoro di associazioni del terzo settore, mentre i posti messi a disposizione direttamente dal governo svolgono finora un ruolo marginale nella gestione della crisi umanitaria.
Al momento la macchina dell’accoglienza italiana per i rifugiati ucraini, attivata in tempi molto rapidi, si basa soprattutto sulla disponibilità di singoli cittadini e sul lavoro di associazioni del terzo settore, mentre i posti messi a disposizione direttamente dal governo svolgono finora un ruolo marginale nella gestione della crisi umanitaria.