Il 7 ottobre una serie di tweet del presidente americano Donald Trump avevano dato l’impressione che fosse imminente un completo ritiro delle truppe Usa presenti nel nord della Siria, dando il via libera, di fatto, a un’invasione della Turchia di quell’area. Nella zona operano i curdi-siriani e i loro alleati riuniti nelle Syrian Democratic Forces (Sdf).

La sera dello stesso giorno il Dipartimento per la Difesa americano ha smentito il supporto americano a qualsiasi operazione turca contro i curdi e fonti del Pentagono hanno precisato che non c’è alcun ritiro in corso. Si tratterebbe di una semplice redistribuzione di appena 50-100 soldati, spostati in altre basi militari all’interno della Siria. Una minoranza del contingente americano nel Paese, che secondo le stime dovrebbe essere di circa duemila unità.

Trump, sempre via Twitter, ha dichiarato ancora il 7 ottobre che se la Turchia farà qualsiasi mossa che lui considererà “off limits”, allora «distruggerà» l’economia del Paese anatolico (cosa che, secondo Trump, avrebbe già fatto in passato).

Mentre la Turchia aveva già iniziato a muovere il suo apparato bellico al confine con i territori controllati dai curdi-siriani, la situazione sembra insomma essersi raffreddata. Vedremo nei prossimi giorni come evolverà, ma intanto cerchiamo di capire chi siano i curdi-siriani che Trump avrebbe voluto abbandonare e che la Turchia vorrebbe annientare.

Per prima cosa, vediamo meglio la situazione etnico-religiosa in Siria.

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